Complice l’estate in arrivo, i pentiti dei tatuaggi temono di dover rinunciare alla tintarella perché credono che dopo la rimozione di un tatuaggio non si possa stare al sole. Vero o falso? Risponde il professor Antonio Costanzo, direttore dell’unità di Dermatologia dell’ospedale Humanitas e docente di Humanitas University.
“Vero. È fondamentale non esporre al sole la porzione di pelle in cui il tatuaggio è stato rimosso e applicare invece uno stick ad altissima protezione solare o utilizzare un bendaggio – spiega l’esperto. – A seconda della tecnica utilizzata per la rimozione del tatuaggio, l’esposizione al sole potrebbe infatti indurre reazioni infiammatorie, croste e in alcuni casi iperpigmentazione post infiammatoria, cioè macchie dove prima c’era il tatuaggio. Per evitarlo, è opportuno quindi applicare una crema antinfiammatoria in modo da ridurre al minimo i rischi di ritrovarsi con delle macchie sulla pelle al posto del tattoo. Prima di decidere di rimuovere un tatuaggio, anche se quel segno sulla pelle può dare ricordi tristi come la fine di un amore importante e quindi si vorrebbe cancellarlo nel più breve tempo possibile, è opportuno scegliere con cura a chi rivolgersi anche per evitare rischi. La rimozione di un tatuaggio non rappresenta un rischio particolare per la salute: il laser infatti agisce sulla pelle frammentando il pigmento del tatuaggio e favorendo così la successiva rimozione dei frammenti da parte dei macrofagi, ovvero le cellule spazzino del nostro sistema immunitario, e quindi, almeno in teoria, la rimozione di un tatuaggio non rappresenta un rischio sistemico. Tuttavia, nonostante la sicurezza del trattamento, è opportuno rivolgersi ad un medico esperto in grado di capire quale potenza utilizzare per rimuovere i vari colori che compongono il tatuaggio, e a centri specializzati che dispongono di tecnologie laser innovative, spesso laser ad alessandrite o laser Neodimio-YAG, in grado di trattare e rimuovere anche i tatuaggi multicolore.”