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Gravidanza

“Prolasso genitale, a rischio solo donne che hanno partorito”, vero o falso?

Molte donne pensano che il prolasso genitale dovuto al rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico sia un problema che riguarda solo le donne che hanno partorito. Vero o falso? L’abbiamo chiesto al dottor Diego Riva, ginecologo dell’ospedale Humanitas San Pio X.

Falso. Sebbene sia certamente vero che una donna che ha avuto uno o più parti naturali ha maggiori probabilità di sviluppare prolasso genitale rispetto a donne che hanno partorito con taglio cesareo, tuttavia anche una donna che non ha avuto gravidanze può andare incontro a rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico e quindi a prolasso degli organi pelvici, cioè utero e vagina – spiega l’esperto. – Infatti, il prolasso genitale, che si può presentare anche a 30 anni di distanza dal parto, non dipende solo dal fatto di aver partorito oppure dal peso del bambino alla nascita, dalla durata del travaglio, ma anche da altri elementi come l’assuefazione al fumo di sigaretta, la stipsi e una tosse cronica anche in donne che non hanno avuto figli. Per prevenire il prolasso degli organi pelvici caratterizzato dalla discesa dei tessuti di vagina o utero, i cui sintomi includono l’incontinenza urinaria che colpisce fino al 30% delle donne dopo i 40 anni, è importante fare attività fisica ed esercizi di rinforzo del pavimento pelvico. Se per le donne senza figli la prevenzione dovrebbe iniziare già nel periodo prima della menopausa cominciando ad allenare la muscolatura pelvica con esercizi specifici ma anche yoga o pilates, una donna che ha partorito dovrebbe cominciare a fare degli esercizi già nelle prime settimane dopo il parto, compatibilmente con le sue condizioni di salute, preferibilmente seguita e guidata per 3-4 sedute da figure professionali, fisioterapisti oppure ostetrici, prima di continuare a praticare gli esercizi a domicilio. L’esercizio fisico però è efficace solo prima della comparsa dei sintomi iniziali; quando i sintomi sono comparsi è importante rivolgersi precocemente allo specialista per valutare la terapia più adatta.”