Vero/Falso

“Mal di montagna, adattarsi all’altitudine aiuta ad evitarlo”, vero o falso?

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Molti pensano che contro il mal di montagna sia consigliabile adattarsi pian piano all’altitudine. Vero o falso? Rispondono i professionisti di Humanitas.

Vero. Contro il mal di montagna, ovvero quel malessere legato soprattutto all’altitudine che può presentarsi con aumento della pressione, mal di testa, senso di vertigine e nausea, è consigliabile adattarsi gradualmente al cambio di altitudine. Il mal di montagna noto anche come mal d’alta montagna, è legato soprattutto alla pressione del sangue che tende ad aumentare a causa del cambio repentino di altitudine, come accade per esempio quando si raggiungono altitudini importanti in breve tempo. Per esempio, partire da Milano e arrivare a Coumayeur e poi da lì raggiungere con la funivia i 3.000 metri, soprattutto in persone che soffrono di patologie cardiovascolari o di ipertensione arteriosa può far aumentare di molto la pressione del sangue. Per queste persone è consigliabile non solo raggiungere l’altitudine stabilita in maniera graduale ma anche in alcuni casi meglio rivolgersi al medico per modulare le terapie farmacologiche per ovviare al mal di montagna che può capitare anche in chi non soffre di pressione alta. Inoltre può capitare che dopo una gita in alta montagna si vada in ipoglicemia, cioè in carenza di zuccheri se non si ha avuto un’alimentazione adatta: questo contribuisce ad amplificare i sintomi del mal di montagna che talvolta possono confondersi con quelli dell’ipoglicemia. Mal di testa e nausea, vertigini e sensazione di svenimento quindi potrebbero richiedere un po’ di cibo per compensare la glicemia e non essere dovuti al mal di montagna.