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	<title>Uncategorized Archives - Humanitas Salute</title>
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	<title>Uncategorized Archives - Humanitas Salute</title>
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	<item>
		<title>Dolore addominale in gravidanza: cosa fare?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Mon, 25 Mar 2024 08:35:12 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[contrazioni di Braxton Hicks]]></category>
		<category><![CDATA[dolore addominale]]></category>
		<category><![CDATA[dolore addominale gravidanza]]></category>
		<category><![CDATA[ecografia]]></category>
		<category><![CDATA[false contrazioni da travaglio]]></category>
		<category><![CDATA[ginecologa]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[mal di schiena]]></category>
		<category><![CDATA[marinella dell'avanzo]]></category>
		<category><![CDATA[peso addominale]]></category>
		<category><![CDATA[visita ginecologica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il dolore addominale durante la gravidanza può suscitare preoccupazione, ma [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Il <strong>dolore addominale durante la gravidanza</strong> può suscitare preoccupazione, ma nella maggior parte dei casi le cause alla sua origine non sono pericolose né per la madre né per il feto. Tuttavia, quando il <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/dolore-addominale/">dolore addominale</a> si manifesta in maniera <strong>simile alle contrazioni</strong>, non deve essere trascurato, neanche in presenza di pseudo contrazioni. In ogni situazione, è raccomandabile rivolgersi al proprio medico, particolarmente se il dolore è intenso o atipico.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Approfondiamo l’argomento con la </span><span style="font-weight: 400;">dottoressa </span><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/marinella-dellavanzo/"><span style="font-weight: 400;">Marinella Dell’Avanzo</span></a><span style="font-weight: 400;">, ginecologa di <strong><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/">Humanitas San Pio X</a></strong>.</span></p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Dolore addominale in gravidanza: le cause</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Il dolore addominale durante la gravidanza può essere una <strong>normale reazione ai cambiamenti fisici</strong> dell&#8217;addome e del bacino, ma può anche indicare condizioni che necessitano l&#8217;attenzione di un esperto o cure urgenti, a seconda delle cause e del trimestre di comparsa.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Le cosiddette <strong>contrazioni di Braxton Hicks</strong>, note anche come false contrazioni da travaglio o pseudo contrazioni, si manifestano come vere contrazioni, ma differiscono da quelle del travaglio vero <strong>per frequenza, durata e intensità</strong>. Queste pseudo contrazioni sono abbastanza frequenti e possono verificarsi nel <strong>secondo o terzo trimestre di gravidanza</strong>, spesso in seguito a <strong>intensa attività fisica</strong>, rapporti sessuali, o a causa di disidratazione o vescica piena. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Diversamente dalle contrazioni del travaglio effettivo, le contrazioni di Braxton Hicks <strong>non seguono intervalli regolari</strong> (da 30 secondi a 2 minuti), sono meno intense e diminuiscono progressivamente fino a sparire, e soprattutto <strong>non</strong> <strong>provocano il parto</strong>: possono essere considerate come contrazioni preparatorie per un eventuale travaglio.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Se, invece, le contrazioni sono regolari, sempre più intense o non cessano, potrebbe essere l&#8217;inizio del travaglio: se compaiono <strong>prima della 37ª settimana</strong> di gravidanza (travaglio pretermine) o sono accompagnate da sintomi come perdite, sensazione di peso addominale o forte <a href="https://www.humanitas.it/malattie/mal-di-schiena/">mal di schiena</a>, è fondamentale consultare un medico. Non importa se si tratta di un falso allarme: è sempre preferibile essere cauti e ricevere rassicurazioni dai medici che gestiscono frequentemente queste situazioni.</span></p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Cosa fare in caso di dolore addominale in gravidanza?</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Una <a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/visita-ginecologica"><strong>valutazione ginecologica</strong></a> e un&#8217;<a href="https://www.humanitas.it/visite-ed-esami/ecografia/">ecografia</a> per esaminare, ad esempio, la lunghezza della cervice e la posizione del feto possono essere necessarie. A seconda della causa, i trattamenti medici possono differire, ma è cruciale <strong>evitare l’autogestione</strong>. In ogni caso, per cercare di alleviare il dolore addominale a casa, in attesa di consultare il medico, può risultare utile <strong>fare un bagno caldo</strong>, usare un cuscino di supporto tra le ginocchia, anche durante il sonno, e riposarsi. Se si tratta di contrazioni preparatorie al travaglio, queste tenderanno a scomparire.</span></p>
<p><a href="https://prenota.humanitas.it/prestazioni/visita-specialistica-ostetrico---ginecologica"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-97164" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p>
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		<title>Bronchiolite: quali sono i sintomi e perché colpisce i neonati</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 15 Nov 2023 10:30:57 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Pneumologia]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[Claudio Corradi]]></category>
		<category><![CDATA[congestione nasale]]></category>
		<category><![CDATA[Humanitas Medical Care]]></category>
		<category><![CDATA[neonati]]></category>
		<category><![CDATA[pediatria]]></category>
		<category><![CDATA[problemi respiratori]]></category>
		<category><![CDATA[virus respiratorio sinciziale]]></category>
		<category><![CDATA[visita pediatrica]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Durante l&#8217;inverno, in particolare, i bambini possono ammalarsi spesso e [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p>Durante l&#8217;<strong>inverno</strong>, in particolare, i <strong>bambini</strong> possono ammalarsi spesso e avere tosse, mal di gola e febbre. Una delle principali preoccupazioni per i neonati e i bambini più piccoli è la <strong>bronchiolite</strong>, un’infezione che colpisce il sistema respiratorio e che può essere molto rischiosa.</p>



<p>Quali sono i sintomi? Ne parliamo con il dottor <a href="https://www.humanitas-care.it/medici/claudio-corradi/"><strong>Claudio Corradi</strong></a>, pneumologo specialista in pneumologia pediatrica presso gli ambulatori Humanitas Medical Care.&nbsp;</p>



<h2 class="wp-block-heading">Virus respiratorio sinciziale, la causa della bronchiolite</h2>



<p>La bronchiolite è un&#8217;<strong>infiammazione</strong> che colpisce principalmente i bambini <strong>sotto i due anni</strong>. È causata prevalentemente dal <strong>virus respiratorio sinciziale</strong>, che in molti casi provoca solo sintomi di <strong>raffreddore</strong>, ma in alcune situazioni può portare a <strong>problemi respiratori seri</strong>, necessitando di ricovero ospedaliero.</p>



<p>In genere i neonati e i bambini <strong>nati prematuramente</strong>, che non hanno completato lo sviluppo delle vie aeree o che presentano altre condizioni mediche, hanno una probabilità più alta di contrarre la bronchiolite (nei neonati, l&#8217;apnea potrebbe essere il primo segno di bronchiolite). Tuttavia, sono principalmente i bambini con una <strong>reattività bronchiale elevata</strong>, spesso discendenti da <strong>genitori asmatici</strong>, che, pur essendo in buona salute, possono manifestare la bronchiolite in forma acuta.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Bronchiolite: i sintomi</h2>



<p>I <strong>segni iniziali della bronchiolite </strong>possono essere associati a quelli di un <strong>normale raffreddore</strong>, tra cui:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><a href="https://www.humanitas.it/malattie/rinosinusite-virale"><strong>congestione nasale</strong></a></li>



<li>secrezioni</li>



<li><strong>tosse</strong></li>



<li><strong>febbre</strong> </li>



<li><strong>riduzione dell&#8217;appetito</strong>. </li>
</ul>



<p>Con il passare dei giorni, la tosse può intensificarsi e la respirazione diventare più <strong>affannosa e sonora</strong>: non è raro percepire dei &#8220;<strong>sibili</strong>&#8221; ascoltando la respirazione del bambino.&nbsp;</p>



<p>Nei <strong>casi più gravi di bronchiolite</strong>, si possono notare:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>movimenti oscillatori dell&#8217;addome</strong></li>



<li><strong>depressioni tra le costole</strong> o nella zona giugulare (come se la pelle venisse risucchiata nelle aree circostanti le costole e la parte inferiore della gola)</li>



<li><strong>dilatazione delle narici</strong> </li>



<li>rumori simili a grugniti.</li>
</ul>



<p>Man mano che la patologia si aggrava, può manifestarsi <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/ipossia"><strong>ipossia</strong></a> (ridotti livelli di ossigeno nel sangue) e <a href="https://www.humanitas.it/sintomi/cianosi"><strong>cianosi</strong></a>, che si riconosce da un <strong>colorito bluastro</strong> visibile su:</p>



<ul class="wp-block-list">
<li><strong>unghie</strong></li>



<li>lobi delle orecchie</li>



<li><strong>punta del naso</strong></li>



<li>labbra</li>



<li><strong>lingua</strong></li>



<li>all&#8217;interno delle guance.</li>
</ul>



<p>Un bambino che emette <strong>grugniti</strong>, <strong>appare esausto</strong>, interrompe la respirazione o mostra segni di cianosi deve ricevere assistenza medica urgente. Nei casi più critici, il bambino potrebbe infatti non riuscire a respirare autonomamente.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Bronchiolite nei neonati</h2>



<p>La vulnerabilità dei bambini piccoli è dovuta alle <strong>dimensioni ridotte delle vie respiratorie</strong>, alla loro immunità ancora in sviluppo e alla natura della parete bronchiale, che può ostruirsi facilmente.</p>



<h2 class="wp-block-heading">Bronchiolite: cosa fare?</h2>



<p>Durante i mesi invernali, i bambini sotto l&#8217;anno con difficoltà respiratorie, e che magari presentano tosse, respiro sibilante e difficoltà ad alimentarsi, potrebbero soffrire di bronchiolite. L&#8217;analisi dei <strong>tamponi naso-faringei</strong> può confermare la presenza di specifici virus, inclusi <strong>VRS</strong>, <a href="https://www.humanitas.it/enciclopedia/esami-di-laboratorio/adenovirus-anticorpi-igg-e-igm/"><strong>Adenovirus</strong></a> e <strong>Virus para-influenzali</strong>.</p>



<p>In caso di grave difficoltà respiratoria o se il bambino è particolarmente <strong>pallido e sudato</strong>, le labbra tendono a un colore bluastro, è fondamentale chiamare immediatamente i soccorsi.</p>



<p>Il trattamento principale è l&#8217;<strong>ossigenoterapia ad alti flussi</strong>, spesso accompagnata da antipiretici e lavaggi nasali per aiutare la respirazione del bambino.</p>



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		<title>Come affrontare il nuovo lockdown?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 24 Nov 2020 19:30:06 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[ansia]]></category>
		<category><![CDATA[covid-19]]></category>
		<category><![CDATA[francesco cuniberti]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[lockdown]]></category>
		<category><![CDATA[panico]]></category>
		<category><![CDATA[psicologia]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La progressiva chiusura dettata dal nuovo DPCM ci riporta alla [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">La progressiva chiusura dettata dal nuovo DPCM ci riporta alla mente il lockdown di marzo, come sottolinea il <b>dottor</b><a href="https://www.sanpiox.net/medici/francesco-cuniberti/"><b> Francesco Cuniberti</b></a>, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X: </span><span style="font-weight: 400;">«Possiamo essere particolarmente provati all’idea di essere chiusi nuovamente in casa, p</span><span style="font-weight: 400;">erché in realtà abbiamo già affrontato un lockdown, neanche troppo tempo fa. Queste sensazioni sono normali, così come lo è essere molto insofferenti e stanchi della situazione.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Lo scorso lockdown era in primavera. Ora<strong> siamo alle porte dell’inverno</strong>, quando molti animali vanno in letargo e anche noi <strong>ci sentiamo, generalmente, meno energici e carichi</strong> rispetto ad altri momenti dell’anno, anche a causa dell’andamento dei cicli biologici come quelli ormonali.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Non possiamo affrontare il lockdown cantando dal balcone, o lavorando sul terrazzo prendendo il sole.  </span><span style="font-weight: 400;">Inoltre, abbiamo già affrontato un lockdown e non ce ne aspettavamo un altro, così ravvicinato. La frustrazione prevale, e anche la delusione di ritrovarci nuovamente, almeno all’apparenza, al punto di partenza.»</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Vediamo <strong>qualche consiglio per affrontare al meglio questa situazione</strong>. </span></p>
<h2>Occuparsi delle cose rimaste in sospeso</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Per calmare il caos, si può sempre mettere ordine a ciò che ci circonda. Se ci troviamo nuovamente a casa, possiamo occuparci di tutti quei lavoretti che abbiamo sempre rimandato, che si tratti di quella parete da dipingere o di quella lampadina da cambiare.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Ordinare gli spazi, magari cambiare posizione ai mobili potrebbe essere un modo creativo di scaricare la tensione e, perché no, in modo divertente se fatto con i propri cari. </span></p>
<h2>Avere cura di sé</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Sembra un gesto insignificante, ma togliersi il pigiama, fare una doccia e vestirsi anche per stare in casa può aiutare non poco a creare quella routine che sappiamo servirci per affrontare al meglio questo periodo. </span><span style="font-weight: 400;"><strong>Distinguere un momento “giorno” dal momento “notte”</strong> è fondamentale per i nostri ritmi, così come <strong>definire un luogo specifico per il lavoro</strong> e un altro per il tempo libero. Se è possibile, cambiare stanza per lavorare è un’idea semplice per aiutarci in questa divisione;  laddove non lo fosse, è sufficiente</span><span style="font-weight: 400;">, ad esempio, lavorare seduti alla scrivania, e non a letto.</span></p>
<h2>Dedicare del tempo alle chiamate</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Non possiamo trovarci con gli amici per fare cene e aperitivi, è vero, ma questo non significa che non possiamo trascorrere del tempo con loro. I vari dispositivi elettronici permettono infiniti modi per videochiamarci con la famiglia lontana, o con gli amici: basta <strong>darsi un appuntamento e trascorrere insieme del tempo prezioso</strong>.</span></p>
<h2>Conoscere meglio chi ci vive accanto</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Chi abita con la famiglia o con dei coinquilini potrebbe approfittare di questo nuovo momento per conoscerli meglio.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">I genitori, ad esempio, hanno l’opportunità di conoscere meglio i gusti dei propri figli, le loro idee, i loro pensieri. Si può anche semplicemente fare dei giochi di società insieme, e recuperare del tempo importante che, spesso, sacrifichiamo a causa della frenesia della nostra quotidianità.</span></p>
<h2>Mangiare bene, fare attività fisica, dormire il giusto</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Sappiamo che l’alimentazione, l’attività fisica e il corretto ciclo sonno-veglia determinano non poco la qualità delle nostre giornate e della nostra salute. Anche in questi giorni non bisogna quindi scordarsi di darsi degli orari precisi: <strong>dormire dalle 6 alle 8 ore, mangiare sano e variare, fare attività fisica</strong> quando se ne ha la possibilità.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Si possono provare ricette nuove, così come si possono seguire tutorial di fitness, così come molti avevano già fatto lo scorso marzo, per esempio.</span></p>
<h2>Ritagliare del tempo per se stessi</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Ogni giorno è fondamentale riuscire a ritagliare del tempo per sé, che sia </span><span style="font-weight: 400;">dedicandosi ai propri hobby o prendendosi cura di sé e del proprio corpo, magari con un bel bagno caldo o una skincare. Questa situazione potrebbe permetterci </span><span style="font-weight: 400;">di dare maggior spazio alle nostre passioni e magari, perché no, di trovarne di nuove.</span></p>
<p><a href="https://prenota.humanitas.it/medico/dott-cuniberti-francesco?hours=qualsiasi&amp;insurance=undefined"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-93473" src="https://www.humanitasalute.it//app/uploads/2020/05/PRENOTA-UNA-VISITA-4-e1589287870782-800x161.png" alt="" width="250" height="50" /></a></p>
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		<item>
		<title>Coronavirus e inattività: come mantenere mobili anche e ginocchia?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93196-coronavirus-e-inattivita-come-mantenere-mobili-anche-e-ginocchia/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 27 Mar 2020 13:32:56 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Sport e riabilitazione]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[anche]]></category>
		<category><![CDATA[artrosi]]></category>
		<category><![CDATA[coronavirus]]></category>
		<category><![CDATA[esercizi]]></category>
		<category><![CDATA[federico d'armario]]></category>
		<category><![CDATA[ginocchia]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Non è facile restare in casa, per nessuno. I runner [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Non è facile restare in casa, per nessuno. I runner e coloro che sono soliti allenarsi con costanza in palestra possono avere più difficoltà in questo periodo di quarantena, così come le persone che, in questi giorni di inattività, iniziano ad approcciarsi al mondo del fitness. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;"><br />
</span><span style="font-weight: 400;">Per mantenere allenati i muscoli e le articolazioni di anche e ginocchia, non per forza sono necessari macchinari specifici.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">«Se non si ha in casa una cyclette, l’attività fisica può essere praticata anche usando una sedia, una parete o il tavolo della cucina». spiega il dottor </span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/federico-damario/"><span style="font-weight: 400;">Federico D’Amario</span></a><span style="font-weight: 400;">, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva dell’anca e ginocchio di Humanitas San Pio X. «Proponiamo quindi esercizi che aiutano ad allenare i muscoli in modo da ridurre le sollecitazioni a carico dell’organismo».</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Raccomandiamo di svolgere gli esercizi proposti con scarpe da ginnastica, e non a piedi nudi. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Esercizio 1</b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Siediti su una sedia e posizionati con le natiche sul bordo anteriore: non appoggiare la schiena allo schienale della sedia. Porta il piede destro sul ginocchio sinistro (il malleolo deve appoggiarsi sul ginocchio). Inclina il busto in avanti mantenendo la schiena il più possibile dritta e fermati quando avverti una leggera tensione al gluteo. Se non senti dolore, prova a spingere verso il basso il ginocchio destro con il gomito sinistro. Ripeti con l’altra gamba mantenendo la posizione per 15 secondi. L’esercizio va eseguito lentamente.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Esercizio 2</b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Alzati dalla sedia e rimani in piedi con le gambe divaricate all’altezza delle anche e con le ginocchia leggermente flesse. Fletti lentamente le ginocchia fino a sederti sulla sedia. Per rialzarti, aiutati appoggiando le mani al tavolo. Ripeti l’esercizio 10-20 volte per 3 serie, riposando 1 minuto tra una serie e l’altra. Per i più allenati consigliamo di flettere le ginocchia fino quasi a sedersi, ma senza toccare la sedia con il sedere, e rialzarsi senza l’aiuto del tavolo.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Esercizio 3</b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Appoggia le mani a una parete e distendi le braccia come se volessi spingere il muro. Piega leggermente un ginocchio e, mantenendo il tallone a terra, spingi con le braccia contro al muro. Il polpaccio deve allungarsi, ed è normale sentire una trazione del muscolo. Ripeti con l’altra gamba. Mantieni la posizione per almeno 15 secondi.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Esercizio 4</b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Siediti a cavalcioni sulla sedia, sul bordo, con il busto eretto e le anche non troppo aperte. Le mani sono appoggiate allo schienale della sedia. Mantieni la posizione per 10-15 secondi. Poi avvicinati gradualmente allo schienale della sedia in modo che le anche si aprano lentamente. Presta attenzione a non forzare i movimenti.</span></p>
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		<title>Il Coronavirus &#8220;spiegato&#8221; ai bambini</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 19 Mar 2020 15:09:39 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Bambini]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[coronavirus]]></category>
		<category><![CDATA[fabrizio ciralli]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category>
		<category><![CDATA[neonatologia]]></category>
		<category><![CDATA[pediatria]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Da quanto sappiamo, il nuovo Coronavirus colpisce molto poco i [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Da quanto sappiamo, il nuovo Coronavirus colpisce molto poco i bambini ed è meno aggressivo rispetto a come si manifesta negli adulti. Come tutti i virus, può aggravare patologie già presenti e anche nei bambini si trasmette attraverso le vie respiratorie, con le goccioline di saliva che si trovano negli starnuti e nella tosse di chi è infetto. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">I sintomi sono aspecifici nella gran parte dei casi, con tosse, raffreddore e febbre. I genitori devono rivolgersi ai bambini sottolineando il problema che si trovano ad affrontare con serenità e con determinazione.  </span><span style="font-weight: 400;">Rapportarsi ai propri figli vuol dire parlare con una terminologia adatta all’età e dare risposte alle loro domande, spiegazioni su ciò che vedono o sulle indicazioni di comportamento che ricevono. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Approfondiamo l’argomento con il dottor </span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/fabrizio-ciralli/"><b>Fabrizio Ciralli</b></a><span style="font-weight: 400;">, Responsabile di Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Come spiegare il coronavirus ai bambini? </b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">In ogni situazione, bella o brutta, i bambini ci guardano e quello che facciamo permette loro di comprendere cosa accade. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Dare l’esempio è fondamentale sia per evitare allarmismo e panico, spiegando con parole semplici a seconda dell’età, cosa sta accadendo, sia per insegnare ai bambini a compiere le azioni corrette di prevenzione dal contagio, come lavarsi le mani (con l’acqua e il sapone o con la soluzione idroalcolica), tossire o starnutire nel fazzoletto monouso &#8211; da gettare subito nel cestino &#8211; o nella piega del gomito, non toccarsi gli occhi o la bocca con le mani perché il virus, anche se non si vede, può essere presente nelle mani. </span><span style="font-weight: 400;">Il gioco, come sempre nei bambini, aiuta l’apprendimento di informazioni che serviranno anche per altri virus e in altre situazioni, come l’influenza stagionale. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Come spiegare ai bambini che alcune persone indossano la mascherina? </b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">La mascherina è un mezzo per proteggere gli altri dal contagio. Può essere utile spiegare al bambino con tranquillità che in caso di sintomi come raffreddore e tosse, anche mamma e papà, oppure lui/lei stesso/a indosseranno la mascherina per evitare che altri si ammalino.  </span><span style="font-weight: 400;">Può aiutare giocare con il bambino a indossare la mascherina, per esempio insegnandogli come metterla. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Con le scuole chiuse, c’è più tempo da passare con i bambini: cosa fare? </b></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">L’occasione può servire a stimolare i bambini in attività formative, rispondere alle domande, dare informazioni chiare, ma anche giocare insieme a lavarsi le mani, inventare indovinelli divertenti per verificare se il bambino ha appreso le informazioni chiave come “quando e perché bisogna lavarsi le mani?”, oppure “arriva lo starnuto: cosa faccio?”. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">In questo modo, il bambino apprenderà informazioni utili anche per la prevenzione futura.</span></p>
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		<title>Coronavirus: i rischi del fumo</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 18 Mar 2020 10:09:12 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Apparato respiratorio]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[Centro Antifumo]]></category>
		<category><![CDATA[coronavirus]]></category>
		<category><![CDATA[fumo]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas]]></category>
		<category><![CDATA[Licia Siracusano]]></category>
		<category><![CDATA[tabagismo]]></category>
		<category><![CDATA[virus]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Il fumo di tabacco, attivo e passivo che sia, provoca [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Il fumo di tabacco, attivo e passivo che sia, provoca gravi danni alla salute e favorisce le infezioni respiratorie. Non stupisce quindi che studi recenti abbiano notato come esista una correlazione &#8211; più che preoccupante &#8211; tra i fumatori e la manifestazione più severa del Coronavirus.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Ne abbiamo parlato con la dottoressa </span><a href="https://www.humanitas.it/medici/licia-vanessa-siracusano"><b>Licia Siracusano</b></a><span style="font-weight: 400;">, coordinatrice del Centro Antifumo di Humanitas.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">I fumatori rischiano fino a 3 volte più dei non fumatori</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Studi recenti condotti in Cina hanno indicato un aumento significativo del rischio (di almeno 3 volte) di sviluppare una polmonite severa da COVID-19 in pazienti fumatori o ex fumatori rispetto a coloro che non fumano. All’atto del ricovero, infatti, un terzo dei fumatori positivi al Coronavirus presentava una situazione clinica più grave e aumenta il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Ciò potrebbe spiegare anche un altro dato raccolto di recente, ossia il fatto che il COVID-19 pare colpire maggiormente gli uomini (4,7%) rispetto alle donne (2,8%): in Cina, infatti, la percentuale di uomini fumatori supera di molto quella delle donne fumatrici. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Si fa quindi ancora più urgente la necessità di smettere di fumare, il prima possibile. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Smettere di fumare in Italia</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">In Italia i fumatori sono 11,6 milioni, circa il 22% della popolazione che supera i 15 anni. Gli uomini sono oltre 7 milioni e le donne 4,5 milioni. Tra gli studenti di età compresa tra 14 e 17 anni, l’11,1% fuma abitualmente e il 13,4% fuma occasionalmente.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Smettere di fumare porta benefici sia a breve, sia a lungo termine. Se dopo alcune settimane migliorano la tosse, i problemi respiratori e gli scambi gassosi respiratori della circolazione, dopo appena venti minuti dall’ultima sigaretta la frequenza cardiaca si abbassa, tendendo a normalizzarsi. Dopo 12 ore i livelli di monossido di carbonio diminuiscono, mentre aumentano quelli di ossigeno nel sangue, e già dopo 2-3 giorni si ripristina la capacità di gusto, olfatto e la capacità polmonare.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Un consiglio per coloro che stanno smettendo di fumare</span></h2>
<p><span style="font-size: 1rem;">Anche in un momento delicato come questo è importante che tutti coloro che hanno iniziato un percorso di disassuefazione dal fumo resistano alla tentazione di ricominciare. Consigliamo di continuare a seguire le indicazioni e l’eventuale terapia in corso, senza dimenticare di confrontarsi periodicamente con il proprio medico di riferimento, telefonicamente o via mail, soprattutto nei momenti di maggior difficoltà.</span></p>
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		<title>Cos’è l’immunità di gregge?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 18 Mar 2020 09:49:52 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Salute A-Z]]></category>
		<category><![CDATA[Senza categoria]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[alberto mantovani]]></category>
		<category><![CDATA[coronavirus]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas]]></category>
		<category><![CDATA[immunità di comunità]]></category>
		<category><![CDATA[immunità di gregge]]></category>
		<category><![CDATA[virus]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La strategia anti-COVID-19 del governo britannico, esplicitata in questi giorni, [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">La strategia anti-COVID-19 del governo britannico, esplicitata in questi giorni, sta facendo discutere, così come le parole del primo ministro Boris Johnson. Per contenere la diffusione del virus, infatti, il governo inglese propone di non cercare di contrastare l’epidemia, ma di far leva sull’immunità che, gradualmente, le persone acquisiranno: una strategia che si basa sulla cosiddetta “immunità di gregge”.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">In un’intervista al </span><i><span style="font-weight: 400;">Corriere della Sera</span></i><span style="font-weight: 400;"> il professor </span><a href="https://www.humanitas.it/news/tag/alberto-mantovani"><b>Alberto Mantovani</b></a><span style="font-weight: 400;">, Direttore scientifico di Humanitas e professore emerito di Humanitas University, ha commentato la notizia, spiegando meglio cosa si intende con immunità di gregge e perché questo comportamento sia “da irresponsabili”.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">L’immunità di gregge: cos’è?</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">L’immunità di gregge è un meccanismo che si instaura all’interno di una comunità, per cui se la grande maggioranza degli individui è vaccinata, limita la circolazione di un agente infettivo, andando in questo modo a proteggere anche coloro che non possono sottoporsi a vaccinazione, magari per particolari problemi di salute. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">È un meccanismo fondamentale per ridurre la circolazione e la trasmissione di malattie infettive contagiose.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Come si costruisce l’immunità?</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">“Non amo molto il termine immunità di gregge, preferisco parlare di immunità di comunità, dove è insito il concetto di solidarietà”, spiega il professor Mantovani. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">“L’immunità di comunità si costruisce in due modi: con il vaccino o in modo spontaneo &#8211; ad esempio nel trattamento dell’influenza. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Tuttavia, in questo momento non siamo abbastanza preparati sul COVID-19: il virus ci è praticamente ignoto, e in generale i virus tendono a cambiare a ogni stagione. Per questo è una pratica sconsigliata e da irresponsabili: l’immunità sarà raggiungibile con il vaccino”. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Perché il modello inglese non può funzionare senza vaccino?</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">“Bisogna ragionare sul prezzo di un’immunità della comunità ottenuta non con un vaccino, ma esponendo come è stato detto, il 60% della popolazione britannica al virus. Ammettiamo, in modo forse ottimistico, una mortalità del 2%. Su un milione di persone vuol dire 20 mila morti; su 10 milioni, 200 mila morti. Ma facciamo un conto ancora più drammatico. Il 10% dei malati ha bisogno di terapia intensiva e respirazione assistita: su un milione di persone servirà a 100 mila pazienti. Nessun sistema sanitario al mondo è in grado di far fronte a un’emergenza del genere. Ci sarebbero troppe vittime e troppi pazienti non potrebbero essere curati”, ha proseguito il prof. Mantovani.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Come sta reagendo l’Italia?</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Le misure restrittive prese in Italia sono, secondo il professore, encomiabili. Gli italiani che hanno accettato di vivere in quarantena questi giorni difficili stanno proteggendo i più deboli; l’augurio è che il resto d’Europa non sottovaluti questa situazione e impari la lezione della Lombardia, che vanta uno dei sistemi sanitari più all’avanguardia d’Europa.</span></p>
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		<item>
		<title>Cos’è lo smart working?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93054-cose-lo-smart-working/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 11 Mar 2020 08:53:07 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Lavorare in salute]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[paola parisi]]></category>
		<category><![CDATA[smartworking]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>In questi giorni si sta facendo sempre più strada il [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">In questi giorni si sta facendo sempre più strada il fenomeno dello smart working. Il “lavoro intelligente” si fonda sulla restituzione della flessibilità e dell’autonomia del lavoratore nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, per avere una maggior responsabilità sui risultati. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Con lo smart working si può lavorare da casa, si può gestire il proprio tempo, organizzare eventuali call con i clienti e i colleghi, si risparmia il tempo che normalmente si spende per andare al lavoro e si fa del bene anche all’ambiente.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Abbiamo approfondito l’argomento con la dottoressa </span><a href="https://www.materdomini.it/medici/paola-parisi/"><b>Paola Parisi</b></a><span style="font-weight: 400;">, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas Mater Domini. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Un nuovo modo di ripensare il lavoro</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Prima di tutto è bene specificare che, per utilizzare lo </span><b>smart working</b><span style="font-weight: 400;">, è necessario formare il personale: la formazione dovrà riguardare sia aspetti concreti quali la pianificazione del lavoro, la gestione degli imprevisti, il problem solving, ma anche la gestione degli aspetti relazionali.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Anche l’azienda a sua volta dovrà adeguare la propria cultura aziendale alla nuova modalità lavorativa: bisognerà ripensare alla definizione del monte ore, al monitoraggio delle attività e al processo di feedback. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Smart working: i benefici</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Utilizzando le evidenze raccolte dall’</span><strong><i>Osservatorio del Politecnico di Milano</i></strong><span style="font-weight: 400;"> attraverso questionari e casi pilota, si può stimare l’incremento di produttività per un lavoratore derivante dall’adozione di un modello “maturo” di smart working nell’ordine del 15%. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Il lavoro agile permette inoltre una migliore conciliazione lavoro-famiglia: avendo la possibilità di lavorare da casa, ci si può occupare dei figli e svolgere quei servizi che la routine quotidiana non permette di fare. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Lo smart working garantisce una drastica diminuzione dei tassi di turnover e assenteismo, da anni considerati come i principali indicatori di insoddisfazione lavorativa. Questo fenomeno, infatti, </span><b>agisce sulle dimensione dell’autonomia e della flessibilità</b><span style="font-weight: 400;">, permettendo all’individuo di gestire deliberatamente modalità e luogo di lavoro.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Un ulteriore aspetto positivo riguarda l’impatto ambientale: secondo un recente studio¹, infatti, un solo giorno di remote working alla settimana diminuisce la produzione di anidride carbonica nell’aria nell’ordine di 135 kg ogni 12 mesi. Parallelamente si ha un grande risparmio in termini di tempo &#8211; nell’ordine di circa 60 minuti per ogni giornata di lavoro da remoto &#8211; e un risparmio da parte dell’organizzazione dei costi di gestione tipici del lavoro in sede.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">I “rischi” dello smart working</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Lo smart working, specie se è un’esperienza nuova, può essere connesso anche ad alcuni rischi, sia personali, sia contestuali all’ambiente in cui ci si trova a lavorare.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Il più immediato è certamente la tendenza a procrastinare. Stare a casa tutto il giorno può provocare un’iniziale difficoltà nella gestione del proprio tempo e nella creazione di un ambiente che minimizzi le distrazioni; può anche provocare alcuni fraintendimenti da parte di familiari e amici, che possono “non considerare legittimato” il lavoro da casa.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">È quindi fondamentale </span><b>selezionare le persone più adatte a svolgere lavoro a distanza, </b><span style="font-weight: 400;">in grado di elargire quantomeno lo stesso livello di performance di quello abituale. Per alcune persone, però, “l’investitura” potrebbe sortire un effetto responsabilizzante spingendo la persona a offrire un livello di performance superiore a quello abituale.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Infine lo smart worker può sentirsi sottovalutato e distante dal team.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Alcuni suggerimenti per il novello smart worker</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Attraverso lo smart working l’azienda compie un passo in avanti verso il riconoscimento dei bisogni profondi dei propri collaboratori.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Pianificare videochiamate e incontri </b><span style="font-weight: 400;">che cementino il senso di collaborazione fra colleghi non potrà che favorire il benessere nell’ambiente di lavoro virtuale.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><b>Si possono pianificare anche le pause</b><span style="font-weight: 400;">, magari di 15 minuti ogni due ore, in cui ci si possa muovere, fare esercizio, rilassarsi. Ci si può aiutare anche organizzando pranzi appaganti e sani, che aiuteranno ad affrontare il pomeriggio con energia. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Una buona organizzazione della giornata di lavoro a casa migliora le prestazioni e tiene alla larga lo stress, nonché il senso di frustrazione da isolamento.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<ol>
<li style="font-weight: 400;">
<h5><span style="font-weight: 400;">Le fonti citate:</span></h5>
</li>
</ol>
<p><span style="font-weight: 400;">I numeri proposti nell’articolo provengono dai dati raccolti dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano (</span><a href="https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/smart-working"><span style="font-weight: 400;">https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/smart-working</span></a></p>
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		<title>Fieno greco</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Slavi Slavchev]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 03 Mar 2020 23:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Fieno greco &#160; Che cos&#8217;è il fieno greco? Dal nome [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<h1>Fieno greco</h1>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Che cos&#8217;è il fieno greco?</h2>
<p>Dal nome scientifico Trigonella foenum-graecum, è una leguminosa i cui semi vengono impiegati come spezie.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Quali sono le proprietà nutrizionali?</h2>
<p>100 g di semi di fieno greco apportano circa 323 calorie e:</p>
<p>1.228 mg di manganese</p>
<p>1.110 mg di rame</p>
<p>770 mg di potassio</p>
<p>296 mg di fosforo</p>
<p>191 mg di magnesio</p>
<p>176 mg di calcio</p>
<p>67 mg di sodio</p>
<p>33,53 mg di ferro</p>
<p>2,50 mg di zinco</p>
<p>6,3 µg di selenio</p>
<p>58,35 g di carboidrati</p>
<p>24,6 g di fibre</p>
<p>23 g di proteine</p>
<p>8,84 g di acqua</p>
<p>6,41 g di lipidi, tra cui 1,460 g di grassi saturi</p>
<p>60 UI di vitamina A</p>
<p>3 mg di vitamina C</p>
<p>1,640 mg di niacina</p>
<p>0,600 mg di vitamina B6</p>
<p>0,366 mg di riboflavina</p>
<p>57 µg di folati</p>
<p>&nbsp;</p>
<p>I semi di fieno greco apportano numerosi fitonutrienti (come vamogenina, gitogenina, tigogenina, colina, trigonellina, diosgenina e neotigogeni).</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Quando non mangiare il fieno greco?</h2>
<p>Assunto sotto forma di integratore, può interagire con gli antidiabetici e con i medicinali che rallentano la coagulazione del sangue.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Stagionalità del fieno greco</h2>
<p>I suoi semi sono reperibili sul mercato tutto l&#8217;anno.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Possibili benefici e controindicazioni</h2>
<p>L&#8217;elevato contenuto in fibre li rende preziosi alleati della salute intestinale. Aumentando la massa che transita all’interno dell&#8217;intestino e velocizzando il relativo transito, le fibre favoriscono una buona digestione e aiutano a combattere la stitichezza; inoltre contribuiscono a ridurre il livello di colesterolo nel sangue inibendo l&#8217;assorbimento a livello del colon, e &#8211; riducendo il contatto di eventuali tossine di origine alimentare con le cellule della mucosa intestinale &#8211; contribuiscono ad abbassare il rischio di cancro del colon.</p>
<p>I suoi semi sono altresì fonte di 4-idrossi-isoleucina, un aminoacido che favorisce la secrezione dell&#8217;insulina; unitamente al controllo dell&#8217;assorbimento intestinale di zuccheri a opera delle fibre, l&#8217;azione della 4-idrossi-leucina contribuisce nel proteggere la salute cardiometabolica. Sono una buona fonte di manganese (alleato delle difese antiossidanti dell&#8217;organismo) e di rame (importante per produrre globuli rossi).</p>
<p>È opportuno chiedere consiglio al medico nel caso in cui si soffra di disturbi emorragici o di ipoglicemia o di problemi della coagulazione.</p>
<p>&nbsp;</p>
<p>Disclaimer</p>
<p>Le informazioni qui riportate rappresentano solo delle indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per garantirsi un&#8217;alimentazione sana ed equilibrata è sempre opportuno affidarsi ai consigli del proprio curante o di un esperto di nutrizione.</p>
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		<title>Smartphone e dolori alle mani: quale correlazione?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 03 Mar 2020 09:55:27 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Ortopedia]]></category>
		<category><![CDATA[Uncategorized]]></category>
		<category><![CDATA[Chirurgia della mano]]></category>
		<category><![CDATA[giorgio pivato]]></category>
		<category><![CDATA[humanitas]]></category>
		<category><![CDATA[mani]]></category>
		<category><![CDATA[smartphone]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Secondo uno studio condotto da Pew Research Center e aggiornato [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Secondo uno studio condotto da Pew Research Center e aggiornato al 2019, solo in Italia il 71% della popolazione possiede uno smartphone.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Anche se in altri Paesi i numeri salgono ancor più vertiginosamente (pensiamo all’80% in Australia o al 95% in Corea del Sud), il nostro è un dato da tenere in considerazione, perché saremmo ingenui a credere che l’abbondante utilizzo quotidiano che ne facciamo non avrà conseguenze sul nostro futuro. A partire dalla salute.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Uno dei primi campanelli d’allarme è il dolore alle mani: magari può iniziare a manifestarsi sotto forma di formicolio e trasformarsi in una patologia più seria. Abbiamo chiesto al </span><a href="https://www.humanitas.it/medici/giorgio-pivato"><span style="font-weight: 400;">dottor</span><b> Giorgio Pivato</b></a><span style="font-weight: 400;">, Responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva di </span><a href="http://www.sanpiox.net/"><span style="font-weight: 400;">Humanitas</span></a><span style="font-weight: 400;">, quali siano le patologie più a rischio quando si utilizza lo smartphone con troppa frequenza.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Il dolore al pollice è il primo indicatore da non sottovalutare</span><span style="font-weight: 400;"><br />
</span><span style="font-weight: 400;">Digitare in continuazione sulle tastiere degli smartphone obbligano l’articolazione del pollice e dell’indice a una sollecitazione elevata, che può indolenzire, oltre alle due dita, l’intera struttura della mano e anche il polso. Il semplice atto di sbloccare il proprio smartphone, tra l’altro, richiede l’uso di una certa pressione del pollice: un semplice movimento che facciamo innumerevoli volte al giorno, e che alla lunga può creare problemi.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Un dolore o un gonfiore alla base del dito può essere un indicatore di un problema degenerativo dell’articolazione, che può trasformarsi in un processo artrosico. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Il dito a scatto</h2>
<p><b></b><span style="font-weight: 400;">La </span><b>tenosinovite stenosante</b><span style="font-weight: 400;">, detta </span><b>dito a scatto</b><span style="font-weight: 400;">, è un processo infiammatorio che colpisce il </span><b>rivestimento sinoviale</b><span style="font-weight: 400;"> della </span><b>guaina tendinea</b><span style="font-weight: 400;">. Nelle dita le pulegge, ossia i legamenti che tengono in posizione i tendini,</span> <span style="font-weight: 400;"> formano dei tunnel fibrosi entro cui i tendini scorrono: questi sono trattenuti vicino alle ossa per ottenere il movimento di flessione delle dita. La tenosinovite stenosante si presenta quando nella guaina tendinea si sviluppa una zona di rigonfiamento, che causa uno schiacciamento del tendine ogni qualvolta che questo si avvicina alla zona. Ne conseguono un dolore e una sensazione di scatto nel dito corrispondente.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">L’infiammazione può portare ad alterazioni strutturali e volumetriche dei tendini, provocando una difficoltà di movimento della flesso-estensione del dito coinvolto, ovviamente associato a dolore locale e gonfiore.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Nelle situazioni più gravi, utilizzare il pollice è quasi impossibile, e potrebbe richiedere un intervento chirurgico, che apra la puleggia in modo che il tendine possa scorrere liberamente.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">La “textite”, l’artrite da messaggio</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Coniata dal chirurgo texano Mark Ciaglia, la textite (osteoartrite) è causata dall’eccessiva digitazione di messaggi attraverso smartphone, laptop, tablet o qualsiasi altro dispositivo elettronico in cui si debba digitare.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Oltre che alla mano, al polso e al pollice, la textite provoca dolore al collo e al gomito, nonché intorpidimento e formicolio alle braccia, agli avambracci, alla mano e alle dita, e mette sotto stress diversi muscoli, tendini e nervi.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Normalmente, l’artrite si presenta in soggetti avanti con l’età, con articolazioni deteriorate a causa dell’assottigliamento della cartilagine che copre le superfici ossee. La textite, però, tende a colpire persone più giovani, anche sotto i 40 anni.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Sindrome del tunnel carpale</span><b><br />
</b></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">La sindrome del tunnel carpale è un’</span><b>infiammazione del nervo mediano</b><span style="font-weight: 400;"> causata dalla </span><b>compressione dei tendini flessori</b><span style="font-weight: 400;"> che scorrono all’interno del canale del carpo.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">È caratterizzata da un formicolio e intorpidimento delle dita della mano, che spesso si tramuta in dolore. Il fastidio riguarda soprattutto le ore notturne, può essere intermittente o divenire costante; nei casi più gravi si verificano anche una perdita di sensibilità alle dita e una difficoltà nella presa degli oggetti. Tenere in mano in continuazione lo smartphone, infatti, causa un sovraccarico di lavoro al polso e una conseguente compressione dei tendini.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Un esame elettromiografico può indicare la presenza della sindrome, che si può trattare dapprima con terapia conservativa (attraverso l’utilizzo di un tutore o di infiltrazione corticosteroidea) ma, se questa non dovesse bastare, l’intervento chirurgico di</span><b> decompressione del nervo</b><span style="font-weight: 400;"> può essere la soluzione migliore.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Sindrome del canale cubitale</span><b></b></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Stavolta ci focalizziamo non sulla digitazione, ma sulle chiamate. Quando si sta per lungo tempo al telefono, manteniamo il gomito flesso per molto tempo: il risultato sarà che, alla fine della chiamata, si avrà difficoltà nello svolgere azioni semplici, come chiudere il palmo della mano. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">La sindrome del canale cubitale è una compressione nervosa periferica del nervo ulnare che comporta formicolii all’anulare e al mignolo e debolezza del braccio. Il trattamento dipende dalla gravità della patologia, ma la correzione posturale e l’utilizzo di tutori adeguati possono aiutare a combattere i sintomi.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2><span style="font-weight: 400;">Morbo di De Quervain</span></h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Il Morbo di De Quervain è una patologia caratterizzata da un&#8217;infiammazione di due tendini localizzati a livello del lato radiale del polso, l&#8217;abduttore lungo del pollice e l&#8217;estensore breve del pollice. L’infiammazione causa un rigonfiamento intorno al tendine che ne provoca un cambiamento nelle dimensioni, così da rendere più difficoltoso il suo scorrimento nel canale che li contiene.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Il rigonfiamento può causare dolore e tumefazione lungo il margine radiale del polso, che si manifesta generalmente quando si chiude la mano a pugno e nei movimenti del polso o nelle prese di forza e pinza.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">La causa del Morbo di De Quervain è da ricercare in tutti i quei movimenti che possono in qualche modo interessare i tendini. Ad esempio, la presa a mano aperta con cui le neomamme prendono in braccio il bambino è una delle cause più frequenti.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">I segni e i sintomi più frequenti sono il dolore a livello del lato radiale del polso, cui si può accompagnare una riduzione del movimento e una diminuzione della forza per sentire meno dolore. Il dolore può comparire gradualmente o improvvisamente e può irradiarsi dal polso fino all’avambraccio. Il dolore si esacerba durante i movimenti della mano e del pollice specialmente nei movimenti del polso e nelle prese di forza. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">La tumefazione in regione radiale del polso spesso si accompagna alla formazione di una cisti in questa regione. L’irritazione dei nervi localizzati al di sopra dei tendini infiammati può causare intorpidimento al dorso del pollice e dell’indice.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Da un punto di vista diagnostico, la diagnosi viene fatta semplicemente visitando il paziente: si esegue generalmente il </span><b>test di Finkelstein. </b><span style="font-weight: 400;">In questo test viene chiesto al paziente di fare il pugno con il pollice chiuso tra altre dita, e di ulnarizzare il polso. Questa manovra si accompagna a vivo dolore nei pazienti affetti da questa patologia. L&#8217;esame strumentale più corretto, per avere anche un riscontro oggettivo, è l&#8217;ecografia.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">L’obiettivo del trattamento è quello di togliere il dolore causato dall’infiammazione dei tendini. In alcuni casi, a seconda dello stadio della malattia, può essere sufficiente un’immobilizzazione del polso e del pollice con un apposito tutore. Talvolta una terapia antinfiammatoria orale o topica con infiltrazioni locali può aiutare a ridurre la tumefazione e il dolore.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">In molti casi astenersi dai movimenti che hanno provocato l’irritazione è sufficiente a far sparire i sintomi così come sono venuti. Quando sono severi o non tendono a regredire con altre terapie è raccomandata la terapia chirurgica: l’intervento consiste nell’aprire il canale attraverso il quale passano i tendini facendo loro spazio e normalmente si ottiene una guarigione completa.</span></p>
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