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Antipertensivi

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Sono farmaci che vengono utilizzati – per la loro capacità di interferire con i meccanismi che fisiologicamente regolano la pressione – al fine di controllare l’ipertensione. In base al loro diverso meccanismo di azione, gli antipertensivi possono essere divisi in quattro categorie:

  1. farmaci che agiscono sulla funzionalità del sistema nervoso simpatico (simpaticolitici);
  2. farmaci che agiscono sul bilancio sodio-acqua (diuretici);
  3. farmaci che agiscono sui centri nervosi deputati al controllo della motilità vasale (vasocostrizione e vasodilatazione);
  4. farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina (meccanismo ormonale che regola la pressione sanguigna, il volume totale del sangue circolante e il tono della muscolatura arteriosa).

Le principali classi di antipertensivi comprendono:

vasodilatatori ad azione diretta che agiscono a livello arterioso (minoxidil, idralazina) o attivi a livello sia arterioso che venoso (nitroprussiato);

diuretici tiazidici (idroclorotiazide, clortalidone), diuretici dell’ansa (furosemide, acido etacrinico), diuretici che riducono la perdita di potassio (amiloride, spironolattone);

bloccanti dei canali del calcio o calcio-antagonisti (verapamile, nifedipina);

agenti che interferiscono con il sistema renina-angiotensina o ACE-inibitori (captopril, omapratilat);

farmaci simpaticolitici che agiscono a livello centrale (metildopa, guanabenz, clonidina);

bloccanti β-adrenergici (propranololo, metoprololo);

antagonisti α-adrenergici (fenossibenzamina, prazosina), antagonisti adrenergici misti (labetalolo), ganglioplegici (trimetafano), bloccanti dei neuroni adrenergici (guanetidina, betanidina);

antagonisti del recettore dell’angiotensina II (o sartani, come olmesartan e irbesartan).

Come si assumono gli antipertensivi?

Gli antipertensivi si trovano in commercio sotto forma di compresse o sospensione da assumere via bocca oppure sotto forma di soluzioni per iniezioni che possono essere praticate per via sottocutanea, intramuscolare o endovenosa.

Devono sempre essere utilizzati solo su prescrizione medica, attenendosi strettamente alle indicazioni del medico riguardo sia la posologia che le modalità di assunzione. La mancata osservanza delle indicazioni mediche potrebbe ridurre l’assorbimento del farmaco o rendere inutile il trattamento, mettendo addirittura a rischio la vita.

Controindicazioni degli antipertensivi

Possono generare diversi effetti collaterali a seconda del farmaco utilizzato (diuretici, simpaticolitici, farmaci che agiscono sui centri nervosi deputati al controllo della motilità vasale, farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina). In generale – comunque – si può dire l’assunzione di questi farmaci possono provocare:

disturbimuscolo-scheletrici: dolori muscolari e articolari, crampi muscolari;

disturbi centrali: febbre, torpore, sonnolenza, cefalea, disturbi del sonno;

disturbi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali;

disturbidermatologici: eruzioni cutanee, angioedema;

disordini metabolici: disfunzioni epatiche e renali.

In fase di gravidanza e di allattamento, la somministrazione di antipertensivi – che richiede sempre un’attenta valutazione dei benefici clinici e dei rischi potenziali per mamma e nascituro – è solitamente sconsigliata. Anche in caso di pazienti con cardiopatie, asma, nefropatie, epatopatie e diabete la sua assunzione potrebbe essere controindicata.

I principali antipertensivi sono:

Acebutololo

Aliskiren

Brinzolamide

Prazosina

Riociguat

Saralasina

Tafluprost

Telmisartan

Timololo

Travoprost

Captopril

Clonidina

Eprosartan

Esinololo

Guanetidina

Labetalolo

Latanoprost

Latanoprost + timololo

Alprenololo

Apraclonidina

Atenololo

Bimatoprost

Bosentan

Brimonidina

Lisinopril

Losartan

Mecamilamina

Moxonidina

Pindololo