L’infezione da Coronavirus fa paura, così come fa paura ciò che non si conosce a fondo.
Ansia e paura, il non uscire di casa, l’allontanarsi da situazioni e persone potenzialmente a rischio sono, in questa situazione, comportamenti normali e comprensibili.
Il professor Giampaolo Perna, Responsabile del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X, ci spiega cosa accade al nostro cervello in momenti difficili come l’emergenza sanitaria in corso.
Le funzioni del nostro cervello emotivo
Le nostre emozioni primarie sono principalmente 6: ne abbiamo una positiva, la gioia, una neutra, la sorpresa, e ben quattro emozioni negative, la rabbia, la paura, il disgusto e la tristezza. Si potrebbe obiettare che è un bello squilibrio: il 66% delle emozioni che proviamo sono negative. Questo perché una delle funzioni principali del nostro cervello emotivo è di aiutare sia ogni individuo, sia la razza umana a sopravvivere, e le emozioni negative sono il miglior sistema di difesa per la nostra sopravvivenza.
La paura e l’ansia potenziano (e di molto) le nostre capacità di difenderci, stimolando attenzione e cautela, e rendendoci più reattivi.
Stiamo vivendo un momento difficile, un momento in cui la nostra paura e la nostra ansia possono rivelarsi alleate preziose, perché aiutano a mettere in atto le difese e i comportamenti necessari per superare la situazione.
Il nostro comportamento davanti al pericolo
Oltre alle emozioni negative, quando ci troviamo di fronte a un pericolo attiviamo anche tre comportamenti difensivi: immobilizzazione, lotta, fuga.
Possiamo paralizzarci sperando che il nemico non ci veda; se pensiamo che il pericolo sia inaffrontabile, fuggiamo. Se pensiamo di avere le forze per affrontarlo e superarlo, combattiamo. Sono comportamenti che ci portiamo avanti da sempre, dalla storia non solo dell’uomo, ma anche di tutti gli esseri viventi.
Gli stessi principi si possono applicare all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
È importante ricordare che avere paure ed essere in ansia è normale e utile, così come lo è essere arrabbiati e tristi per la situazione di emergenza attuale.
Come gestire l’emergenza se si soffre di un disturbo d’ansia
Alcune persone possono vivere momenti come questo in maniera particolarmente difficile e faticosa: parlo di coloro che soffrono di un disturbo d’ansia generalizzato, chi soffre di ipocondria, ma anche per quelle persone che soffrono di ossessioni di contaminazione (la paura esagerata di essere contagiati).
In questi casi le ansie e le paure vengono inevitabilmente accentuate, facendo scattare un forte bisogno di rassicurazione e la tendenza a “vedere” tutte quelle opinioni che confermano le loro paure, e ignorando quelle contrarie.
È fondamentale riferirsi allo specialista con cui si è in cura, evitando assolutamente il fai-da-te farmacologico. Le informazioni da seguire devono provenire dalle fonti istituzionali, cercando di evitare il contatto con il web o con amici non adeguatamente informati.