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	<title>Tecnologia Archives - Humanitas Salute</title>
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	<title>Tecnologia Archives - Humanitas Salute</title>
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	<item>
		<title>Tecnologia e salute: i falsi miti</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 20 Mar 2020 13:44:25 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[falsi miti]]></category>
		<category><![CDATA[Lara Castagnetti]]></category>
		<category><![CDATA[salute]]></category>
		<category><![CDATA[tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[Vincenzo Tullo]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>La tecnologia fa parte della nostra quotidianità da anni, così [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">La tecnologia fa parte della nostra quotidianità da anni, così come lo sarà in futuro, in modi che ora non possiamo immaginare.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Smartphone, laptop e device elettronici, in particolare, sono strumenti che utilizziamo ogni giorno e per qualsiasi ambito della nostra vita, dal lavoro, alla vita sociale, allo svago.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Sono tante le false credenze che orbitano attorno al tema: è vero che gli smartphone disturbano il sonno? O che il Wi-Fi sia pericoloso? </span><span style="font-weight: 400;"><br />
</span><span style="font-weight: 400;"><br />
</span><span style="font-weight: 400;">Con l’aiuto di alcuni specialisti di Humanitas, cercheremo di sfatare alcuni falsi miti sul rapporto tra tecnologia e salute.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Il Wi-Fi è pericoloso per la salute</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">L&#8217;Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che “non ci sono evidenze scientifiche di possibili danni alla salute in seguito all&#8217;esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza generati da sistemi di comunicazione Wi-Fi”.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Il Wi-Fi è una tecnologia wireless (cioè senza fili) di trasmissione dati che utilizza le onde radio per passare da un dispositivo all’altro.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Le onde radio possono essere pericolose per la nostra salute solo a livelli di esposizione molto elevati: quelle emesse dai comuni router presenti nelle nostre case o negli uffici sono di molto inferiori ai limiti raccomandati in Italia (limite che, tra l’altro, è ancora più restrittivo rispetto al limite proposto in altre zone d’Europa).</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>È meglio usare il touchpad che il mouse</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Tra i falsi miti più comuni c’è sicuramente la credenza che il touchpad, ovvero il dispositivo presente in quasi tutti i laptop che capta il movimento delle dita e permette di muovere il cursore, faccia meno danni del mouse. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Questo perché il mouse è da sempre collegato alla tendinite, in quanto il suo utilizzo può portare a un sovraccarico dei tendini estensori delle dita della mano e del polso, con conseguente dolore e infiammazione. Inoltre obbliga a una postura scorretta, perché costringe a una posizione statica della mano al tavolo da lavoro. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;"><br />
</span><span style="font-weight: 400;">In verità, lo stesso touchpad è causa di infiammazioni ai tendini delle dita che attraversano il polso e richiede un atteggiamento posturale scorretto, e anch’esso costringe il polso a una postura innaturale. </span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Qual è la soluzione? La dottoressa </span><a href="http://www.humanitas.it/pazienti/info/i-nostri-medici/8039-castagnetti-lara"><b>Lara Castagnetti</b></a><span style="font-weight: 400;">, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas</span><span style="font-weight: 400;">, spiega: “Per prevenire problemi è sempre consigliabile usare un tappetino per il polso e il mouse esterno che, in molti casi, è anche possibile regolare nelle impostazioni, al fine di evitare di usare un’eccessiva forza con le dita per schiacciarne i tasti e mantenere il polso in una posizione neutra, senza flessione o estensione. Questo, soprattutto quando il gesto è ripetitivo, permette di prevenire infiammazione ai tendini delle dita”.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Lo smartphone non dà particolari problemi alla postura</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Niente di più falso. Anche se lo smartphone è leggero e maneggevole, il suo uso spasmodico intacca non poco la postura.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Il semplice atto di avvicinare gli occhi allo schermo impone al collo un sovraccarico di lavoro: i muscoli sono sollecitati a lavorare molto più del necessario, con conseguenze sulle spalle, che vanno a incurvarsi in avanti generando, a lungo andare, dolori e fastidi.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><span style="font-weight: 400;">Se poi il collo si abitua a questa posizione, il nostro corpo acquisisce come corretta la postura errata, utilizzandola anche quando non si sta utilizzando lo smartphone. Questo fenomeno, detto Tech Neck, è una vera e propria sindrome, che causa dolore a livello cervicale, mal di testa e una sensazione di contrattura alla schiena. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">A dover fare particolarmente attenzione, sottolinea ancora la dottoressa </span><b>Castagnetti</b><span style="font-weight: 400;">, gli adolescenti: “A causa dell’utilizzo dello smartphone sono molto </span><b>frequenti </b><span style="font-weight: 400;">le </span><b>visite ai ragazzi</b><span style="font-weight: 400;"> che riferiscono mal di testa abituali, contratture cervico-dorsali, dolori al rachide legati a discopatie o tendiniti del primo dito, come il morbo di De Quervain”.</span></p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>La luce blu non disturba il sonno</h2>
<p><span style="font-weight: 400;">Per quanto riguarda il rapporto tra smartphone e sonno, la questione è delicata.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">È certo che il cervello abbia bisogno di riposo e che sonni brevi e interrotti (magari dovuti alla vibrazione causata da una notifica sul nostro smartphone) non facciano bene al nostro corpo e che, anzi, abbiano conseguenze negative sull’umore, sul sistema immunitario e su diversi altri aspetti. </span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Attenzione, in particolare, alla </span><b>luce blu</b><span style="font-weight: 400;">: “</span><span style="font-weight: 400;">La luce blu emanata dagli schermi di cellulari e tablet” spiega </span><span style="font-weight: 400;">il dottor </span><a href="http://www.humanitas.it/medici/vincenzo-tullo"><b>Vincenzo Tullo</b></a><span style="font-weight: 400;">, neurologo e Responsabile dell’ambulatorio delle cefalee e del sonno in Humanitas,</span><span style="font-weight: 400;"> “può inibire la produzione di melatonina”, con conseguenze negative sulla qualità del sonno.</span></p>
<p><span style="font-weight: 400;">Se però smartphone resta sul comodino e non suona, né vibra per la durata del sonno, non sussistono problemi, che invece sussistono quando l’utilizzo dello smartphone ritarda sempre più l’orario in cui ci si riposa.</span></p>
<p><a href="https://prenota.humanitas.it/"><img decoding="async" class="wp-image-96987 aligncenter" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4-1.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p>
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		<title>Smartphone, tutti i comportamenti poco salutari a cui ci porta il telefono</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/in-salute/benessere-casa-e-lavoro/91642-smartphone-ecco-tutti-i-comportamenti-poco-salutari-a-cui-ci-porta-il-telefono/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 13 Jun 2019 14:03:23 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Benessere]]></category>
		<category><![CDATA[Tech]]></category>
		<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[camminare smartphone]]></category>
		<category><![CDATA[dolore smartphone]]></category>
		<category><![CDATA[sedentarietà]]></category>
		<category><![CDATA[sonno tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[tecnologia]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Compagno inseparabile della vita quotidiana, lo smartphone è, almeno per [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><strong>Compagno inseparabile della vita quotidiana</strong>, lo smartphone è, almeno per le ore trascorse insieme, la frequentazione più assidua delle nostre giornate. E la vicinanza, che diventa contiguità e contatto per via dell’uso che ne facciamo, può presentare qualche controindicazione. Ecco alcuni aspetti da considerare in chiave salute usando e, a volte, abusando del nostro cellulare. Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Germi</h2>
<p>Se è vero che il cellulare ci accompagna ovunque è plausibile che risenta degli ambienti a più alto rischio, per la presenza di batteri, virus o altri germi, bagni in testa. Per questo, anche se una superficie dura rende più complicata la sopravvivenza dei germi, è opportuno porsi il problema della sua pulizia.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Dolore al collo</h2>
<p>Troppo tempo a guardare il telefono inclinando il collo può affaticare i muscoli e causare tensione o spasmi. Si potrebbero anche avere dolori nervosi che vanno alla schiena, o alla spalla e lungo il braccio. Per questo sono consigliabili pause almeno ogni 20 minuti per allungare e inarcare la schiena. E quando si usa il telefono bisogna avere l’accortezza di tenerlo alto quando si scrive non piegandosi in avanti.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Telefonate scomode</h2>
<p>Tenere il telefono tra la spalla e l&#8217;orecchio mentre si fa dell’altro è una posizione innaturale che, se mantenuta per troppo tempo, farà male al collo. Non potendo evitarla, meglio prendere delle pause e muovere il collo in altre direzioni per tenerlo libero. Se il danno è fatto, un semplice riposo, una piastra riscaldante e farmaci da banco per il dolore e la rigidità dovrebbero risolvere il problema.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Scrittura e guida</h2>
<p>È un binomio da evitare perché l&#8217;invio di un testo richiede alcuni secondi di attenzione, che alla guida equivalgono a una lunghezza sufficiente per provocare un incidente. Il rischio di schianto, in queste condizioni, è di 23 volte superiore alla norma.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Parlare e guidare</h2>
<p>Nemmeno parlare al telefono alla guida è una pratica sicura. Ci sono 4 volte più probabilità di schiantarsi facendolo. Questo comportamento provoca più di un milione di incidenti all&#8217;anno. Se c’è una reale necessità di parlare al telefono meglio accostare.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Surf notturno</h2>
<p>Navigare su Internet la notte può rovinare il sonno, che è legato al diabete, all&#8217;obesità, alle malattie cardiache e ad altri problemi di salute. Colpevole è la &#8220;luce blu&#8221; emanata dallo smartphone. L’oscurità permette di addormentarsi prima e meglio.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>O camminare o parlare</h2>
<p>Serve qualche secondo per digitare e inviare un messaggio; sembra poco tempo, ma è sufficiente per inciampare, perdere l’equilibrio e cadere. È questa una delle cause più diffuse di lesioni. Meglio fermarsi, perché pochi secondi di differenza non valgono un incidente.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Rischio di cancro?</h2>
<p>Gli studi non dimostrano l’esistenza di legami fra il cancro e l’utilizzo dello smartphone, nonostante gli scienziati da tempo siano impegnati su questo fronte. Quindi se siete preoccupati per le radiazioni da telefoni limitatene l’uso o usatelo in modalità altoparlante o con un auricolare.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Blocco del pollice</h2>
<p>Quando il pollice si blocca in posizione piegata o non sta diritto è segno che la guaina che circonda il tendine si è ispessita al punto da impedire il suo scivolamento. In queste situazioni, che sono il risultato di un’attività di scrittura eccessiva, l’unica possibilità è limitarsi.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Artrite del pollice</h2>
<p>Anche se non è chiaro se l&#8217;uso del cellulare causi effettivamente l&#8217;artrite al pollice, sicuramente può peggiorare i sintomi. L&#8217;artrite del pollice causa dolore alla base del dito, verso l’intersezione con il polso. Gesti come afferrare il telefono o inviare messaggi usando i pollici possono peggiorare la condizione. Anche se non c&#8217;è cura, riposo, farmaci e stecche possono essere d&#8217;aiuto.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Sindrome del tunnel cubitale</h2>
<p>Se ci si appoggia ai gomiti per scrivere o si piegano per tenere il telefono all&#8217;orecchio, il nervo ulnare al gomito si può irritare. Questo può causare intorpidimento e formicolio nell&#8217;anello e nelle piccole dita e dolore all&#8217;interno del gomito o dell&#8217;avambraccio. Fra le raccomandazioni: gomito sul cuscino in presenza di superfici dure, non piegare il gomito per molto tempo, fare delle pause per muovere le braccia in direzioni diverse, ma anche una stecca notturna per mantenere il braccio dritto può essere d&#8217;aiuto.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Interferenza</h2>
<p>Se si utilizza il telefono cellulare molto vicino a dispositivi medici come pacemaker o defibrillatori impiantabili, il funzionamento di questi potrebbe non essere ottimale. I telefoni possono anche interferire con alcuni tipi di apparecchi acustici. Parlate con il vostro medico se notate problemi con il vostro dispositivo quando usate lo smartphone.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Problemi agli occhi</h2>
<p>La lunghezza d&#8217;onda più corta della luce blu che gli smartphone emettono può stancare gli occhi molto rapidamente e causare fastidio. Può anche danneggiare la cornea e la vista. Se si notano questi problemi è meglio limitare il tempo di esposizione a smartphone e computer, o perlomeno fare delle pause per concedere riposo agli occhi.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>Errori di distrazione</h2>
<p>I telefoni sono causa di distrazione per tutti. Se i vostri medici o infermieri sono sui loro telefoni, le possibilità di commettere errori aumentano. Uno studio ha rilevato che gli errori nel controllo dei sintomi e nel trattamento corretto sono saliti di oltre il 12% con una sola interruzione da parte di uno smartphone.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>In compagnia meglio nascosto</h2>
<p>Anche se non lo si guarda, un telefono in bella vista mentre si parla con qualcuno può ostacolare la piena comprensione. E questo rappresenta un problema soprattutto nelle relazioni più strette e quando si parla di qualcosa di significativo. Meglio, quindi, rimandare l&#8217;aggiornamento dei social media e concentrarsi sulla persona seduta di fronte a voi.</p>
<p>&nbsp;</p>
<h2>La sedentarietà</h2>
<p>L&#8217;uso smodato dello smartphone, in qualità di fenomeno recentemente nuovo, ha portato gli specialisti ad individuare una serie di problematiche ergonomiche legati alla postura fisica a cui ci porta l&#8217;uso del cellulare, ma il discorso posturale non è l&#8217;unico. Paradossalmente la problematica meno visibile sta proprio del fatto che questi dispositivi stanno inducendo la popolazione giovane ad una eccessiva sedentarietà. I telefonini ci invitano in maniera incredibile ad essere inattivi, oltre che a non socializzare più di persona, con tutte le conseguenze psicologiche che questo comporta.</p>
<p>&nbsp;</p>
<p><a href="https://prenota.humanitas.it/"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-97164" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p>
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		<title>Pokémon Go, rischio isolamento e disattenzione rispetto alla realtà?</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/68294-pokemon-go-rischio-isolamento-disattenzione-realta-foto-parere-esperto/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 21 Jul 2016 22:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[Pokemon]]></category>
		<category><![CDATA[pokémon go]]></category>
		<category><![CDATA[pokemon go app]]></category>
		<category><![CDATA[pokemon go realtà]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Dopo aver conquistato gli Stati Uniti Pokémon Go è arrivato [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;">Dopo aver conquistato gli Stati Uniti <strong>Pokémon Go</strong> è arrivato in Italia. Ma quale impatto può avere <strong>Pokémon Go</strong> sulla <strong>salute mentale</strong> di chi si cimenta in questo <strong>gioco</strong>? Dagli adolescenti a chi adolescente lo è stato negli anni &#8217;90, in tantissimi hanno scaricato l&#8217;<strong>app </strong>che permette catturare i <strong>Pokémon</strong> grazie alla realtà aumentata. Smartphone in mano, si perlustrano le strade e con la fotocamera si acciuffano queste strane creature protagoniste di vecchi videogame, cartoni animati e fumetti. In pochi giorni <strong>Pokémon Go</strong> è diventato uno dei giochi più popolari di sempre.</p>
<p style="text-align: left;">Su Twitter molti giocatori che si sono già cimentati con le sfere dei <strong>Pokémon</strong> hanno lodato l&#8217;<strong>app</strong> perché li ha motivati e spinti a uscire di casa: il loro <strong>umore</strong> era sollevato e hanno trovato qualcosa che li impegnasse. Ma una semplice applicazione può davvero aiutare gli individui affetti da <strong>ansia</strong> sociale, <strong>depressione</strong> o <strong>disturbi</strong> dell&#8217;umore a star meglio? E quali rischi può avere un gioco che comunque non dà la possibilità di interagire con gli altri? Si può diventare dipendenti perdendo di vista la realtà?</p>
<p style="text-align: left;">(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/49268-pokemon-go-pretesto-muoversi-aperto-occhi-aperti-foto/" target="_blank" rel="noopener">Pokémon Go: un motivo per muoversi all’aperto, ma con gli occhi aperti!</a>)</p>
<p style="text-align: left;">&#8220;Ponendo il singolo individuo nella condizione di immergersi in una realtà parallela e diversa da quella reale, i giochi come <strong>Pokémon Go</strong> implicano rischi di isolamento dalla vita di tutti i giorni e una maggiore disattenzione rispetto al vivere la quotidianità, aumentando quindi la possibilità di incidenti anche gravi&#8221;, è il commento di Luca Mazzucchelli, vicepresidente dell&#8217;Ordine degli Psicologi della Lombardia.</p>
<h2 style="text-align: left;">Ma possono esserci anche delle opportunità da app come Pokémon Go?</h2>
<p style="text-align: left;">Si tratta di una frontiera ancora da esplorare: &#8220;Interrogarsi su un buon utilizzo delle nuove tecnologie rappresenta una sfida per gli psicologi. In che modo meccanismi di gioco come <strong>Pokémon Go</strong> possono configurarsi quali strumenti di supporto nell’assistenza a persone che soffrono di <strong>fragilità</strong> <strong>psicologiche</strong>, o come canale esperienziale parallelo rispetto a terapie definite a monte? La capacità di queste applicazioni di persuadere e spingere la persona a compiere determinate azioni – ad esempio uscire di casa – riducendo, invece, la tendenza al ritiro sociale è un fenomeno che andrebbe studiato e approfondito&#8221;.</p>
<p style="text-align: left;">(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/39329-depressione-dagli-smartphone-un-aiuto-per-la-diagnosi/">Depressione, dagli smartphone un aiuto per la diagnosi?</a>)</p>
<p style="text-align: left;">Bambini e genitori possono “incontrarsi” anche grazie a giochi del genere: &#8220;Questi strumenti nascondono opportunità spesso inutilizzate per interconnettere tra loro generazioni diverse e sempre più distanti, a patto che genitori e figli accettino di parlarne e scoprirle assieme all’interno di un dialogo e confronto sul loro funzionamento, coscienti degli aspetti positivi e dei rischi&#8221;.</p>
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		<title>Dolore al braccio? Forse è colpa del cellulare</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/68245-dolore-al-braccio-forse-colpa-del-cellulare/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Mon, 11 Jul 2016 22:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[cellulare dolore braccio]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[parlare al cellulare dolore]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Formicolii e fastidio al braccio e alla mano? Forse è [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;"><strong>Formicolii</strong> e fastidio al <strong>braccio</strong> e alla mano? Forse è colpa del tanto, troppo, tempo che si è passati con il <strong>cellulare</strong> in mano per parlare al <strong>telefono</strong>. Una ricerca dell&#8217;Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma ha visto come il fatto di mantenere a lungo questa postura, con il dispositivo in mano appoggiato all&#8217;orecchio, possa causare stress meccanico a carico del nervo ulnare, il nervo del <strong>braccio</strong> che “scavalca” il <strong>gomito</strong>.</p>
<p style="text-align: left;">La ricerca, pubblicata su Clinical Neurophysiology, è stata condotta su 114 persone: 58 pazienti con sintomi di sofferenza del nervo ulnare e 56 soggetti senza sintomi. Ricorrendo alla tecnica neurografica e simulando una telefonata al <strong>cellulare</strong> fino a 18 minuti di durata, i ricercatori hanno rilevato la velocità di conduzione nervosa sul nervo ulnare del tratto del <strong>gomito</strong>. Ebbene, nei pazienti con sofferenza del nervo ulnare, la velocità di conduzione del segnale nervoso era ridotta. Pertanto è emerso che il nervo cominciava a soffrire già dopo pochi minuti dal “pronto?”.</p>
<p class="entry-title">(Per approfondire <a href="https://www.humanitasalute.it/lo-sai-che/46639-tecnologia-mani-parere-esperto/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Lo sai che la tecnologia può provocare disturbi alle mani?</a>)</p>
<p style="text-align: left;">Il motivo di questo fastidio è la postura prolungata tenuta da chi parla col <strong>telefono</strong> in mano. Questo nervo, inoltre, &#8220;si allaccia&#8221; alle ultime due dita della mano e quando va in sofferenza può indurre questa sensazione di <strong>formicolio</strong>, riferiscono gli autori.</p>
<h2 style="text-align: left;">Inviare sms e chattare può invece causare dolore al nervo mediano del braccio</h2>
<p style="text-align: left;">Il <strong>dolore</strong> sorge perché il gomito è flesso e il nervo che scorre nel suo canale subisce uno stress meccanico. Prevenire l&#8217;insorgenza del <strong>dolore</strong> è possibile evitando di mantenere a lungo questa posizione. Per lunghe telefonate è meglio ricorrere agli auricolari, se possibile al vivavoce o alternare le mani che tengono il <strong>cellulare</strong>.</p>
<p style="text-align: left;">(Per approfondire leggi qui: Cervicale e rughe: ecco cosa succede al collo con tablet, smartphone e pc)</p>
<p style="text-align: left;">Usare la tastiera del dispositivo per scrivere sms o chattare può causare lo stesso problema? Il <strong>dolore</strong> potrebbe sorgere a carico del nervo mediano e non a carico di quello ulnare perché il <strong>gomito</strong> è in estensione o solo lievemente flesso.</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/68245-dolore-al-braccio-forse-colpa-del-cellulare/">Dolore al braccio? Forse è colpa del cellulare</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
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		<title>Emicrania, un fascio di luce verde per alleviare il mal di testa?</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 25 May 2016 22:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[cronoterapia mal di testa]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania fotofobia]]></category>
		<category><![CDATA[emicrania luce verde]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa]]></category>
		<category><![CDATA[mal di testa cronico]]></category>
		<category><![CDATA[Vincenzo Tullo]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Una terapia a base di flash di luce verde contro [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p>Una terapia a base di flash di <strong>luce verde</strong> contro l&#8217;<strong>emicrania</strong>. È ciò su cui sta lavorando un team di ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston (Stati Uniti). I ricercatori hanno da poco pubblicato su Brain uno studio in cui dimostrano che lampi di <strong>luce verde</strong> a bassa intensità non solo non peggiorano il <strong>mal di testa</strong> ma possono anche alleviarne i sintomi.</p>
<p>Moltissimi pazienti che soffrono di <strong>emicrania</strong> spesso devono star lontano da fonti di <strong>luce</strong>. È la <strong>fotofobia</strong>, ovvero la sensibilità alla luce, una condizione che può essere davvero invalidante e tale da spingere gli emicranici all&#8217;isolamento in una stanza buia. Lo studio prende le mosse da una precedente ricerca dello stesso team che aveva visto come l&#8217;esposizione alla luce blu fosse dannosa in un gruppo di soggetti emicranici non vedenti.</p>
<p>(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/44234-emicrania-vaccino-mal-di-testa-farmaco-anticorpo-foto-parere-esperto/" target="_blank" rel="noopener">Emicrania, presto un “vaccino” contro il mal di testa?</a>)</p>
<p>Gli scienziati hanno cercato di valutare gli effetti dell&#8217;esposizione a diversi tipi di luce sulle persone che soffrono di <strong>emicrania</strong> (normovedenti). Le luci avevano diversi colori: blu, verde, ambra e rosso. Hanno chiesto ai pazienti di riferire come cambiasse il dolore. Esposti a una <strong>luce</strong> ad alta intensità (paragonabile a quella di un ufficio ben illuminato), poco meno dell&#8217;80% dei partecipanti riferiva un aumento di dolore, eccezion fatta per la <strong>luce</strong> <strong>verde</strong>. Non solo, con questo tipo di <strong>luce</strong> il dolore diminuiva di circa il 20%.</p>
<h2>Cronoterapia ha un ruolo di supporto per il trattamento dell&#8217;emicrania</h2>
<p>I team sta lavorando allo sviluppo di un bulbo che possa emettere <strong>luce verde</strong> a bassa intensità e di occhiali da sole in grado di schermare tutti i fasci luminosi ma non quelli verdi. «Se i risultati di questo studio dovessero essere confermati e si riuscisse a mettere a punto dispositivi del genere, i soggetti affetti da <strong>emicrania</strong> potrebbero effettivamente beneficiarne», spiga il dottor <a href="http://www.humanitas.it/pazienti/info/i-nostri-medici/8158-tullo-vincenzo" target="_blank" rel="nofollow noopener">Vincenzo Tullo</a>, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas.</p>
<p>«Nella stragrande maggioranza dei casi il dolore nell&#8217;<strong>emicrania</strong> – il tipo di mal di testa più diffuso e invalidante – è accompagnato anche da fono e <strong>fotofobia</strong>. Pertanto il paziente non sta male solo per il dolore ma anche perché non sopporta luci, rumori e, in alcuni casi, gli odori».</p>
<p>(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/41095-mal-di-testa-stop-al-dolore-con-una-corona-anti-emicrania/" target="_blank" rel="noopener">Mal di testa, stop al dolore con una “corona” anti-emicrania?</a>)</p>
<p>La cronoterapia trova già spazio, seppur residuale, nella terapia dell&#8217;<strong>emicrania</strong>: «È una tecnica di supporto al trattamento farmacologio. Proprio per questo, se i dispositivi su cui stanno lavorando i ricercatori dovessero risultare efficaci, si potrebbe incentivare l&#8217;uso di queste tecniche di supporto per alleviare il dolore degli <strong>emicranici</strong> e ridurre la dipendenza dai farmaci. I cosiddetti emicranici ad alta frequenza rischiano infatti la cronicizzazione del dolore se cadono nell&#8217;abuso di farmaci analgesici», conclude il dottor Tullo.</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67995-emicrania-luce-verde-alleviare-mal-di-testa-foto-parere-esperto/">Emicrania, un fascio di luce verde per alleviare il mal di testa?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
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		<title>Tumore al cervello, da uno studio nessun legame con l&#8217;uso dei cellulari</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 17 May 2016 22:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[cellulare tumore cervello]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[tumore cervello]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Nessuna associazione tra cellulari e tumore al cervello. L&#8217;incidenza di [&#8230;]</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;">Nessuna associazione tra <strong>cellulari</strong> e<strong> tumore al cervello</strong>. L&#8217;incidenza di questa neoplasia non è stata influenzata dall&#8217;uso dei <strong>telefoni cellulari</strong> da 30 anni a questa parte. È la conclusione di uno studio della University of Sydney (Australia) pubblicato su Cancer Epidemiology.</p>
<p style="text-align: left;">L&#8217;incidenza del <strong>tumore al cervello</strong> è aumentata in Australia dall&#8217;introduzione dei <strong>cellulari</strong> 29 anni fa? È questa la domanda alla quale il team di scienziati ha cercato di dare risposta. I dati analizzati fanno riferimento alle diagnosi di <strong>tumore</strong> <strong>al cervello</strong> fra il 1982 e il 2012 in Australia (oltre 19mila e 800 negli uomini e poco più di 14mila fra le donne). In che modo ha inciso la diffusione a livello nazionale dei <strong>telefoni cellulari</strong> fra il 1987 e il 2012?</p>
<p style="text-align: left;">I tassi di incidenza di <strong>tumore cerebrale</strong> nella popolazione tra i 20 e gli 84 anni di età sono leggermente aumentati nei maschi ma sono rimasti stabili nelle femmine. Nel sesso maschile un aumento significativo è stato rilevato solo negli over 70 ma la tendenza verso l&#8217;alto è cominciata nel 1982, quindi prima dell&#8217;introduzione dei <strong>telefoni</strong> <strong>cellulari</strong>. Dietro questo aumento, però, dicono i ricercatori, c&#8217;è l&#8217;affinamento delle tecniche diagnostiche dei <strong>tumori al cervello</strong>.</p>
<p style="text-align: left;">I ricercatori hanno messo a punto un modello con cui prevedere l&#8217;incidenza attesa di <strong>tumori al cervello</strong> dando per vera l&#8217;ipotesi per cui “i <strong>cellulari</strong> causano il <strong>tumore al cervello</strong>”. È stato considerato un periodo di latenza di 10 anni. Queste previsioni hanno preso le mosse da due recenti studi su una possibile correlazione tra questa neoplasia e uso dei <strong>telefoni cellulari</strong>. Il primo ipotizzava un incremento del 50% dell&#8217;incidenza dei <strong>tumori al cervello</strong>, il secondo, invece, un aumento del 150% ma tra i forti utilizzatori di <strong>telefoni cellulari</strong>.</p>
<h2 style="text-align: left;">Correlazione tra cellulari e tumore cerebrale già smentita da diversi studi</h2>
<p style="text-align: left;">Rispetto ai dati attesi di 1866 e 2038 casi, nel 2012 ne sono stati registrati invece solo 1435. Pertanto, concludono i ricercatori, in Australia non c&#8217;è stato un incremento dell&#8217;incidenza di questi <strong>tumori</strong> compatibile con la diffusione dei <strong>telefoni cellulari</strong> passata dal 9% del 1993 a oltre il 90% di oggi. I dati confermano i risultati di studi condotti in Inghilterra, Usa, Paesi Scandinavi e Nuova Zelanda.</p>
<p style="text-align: left;">Con una interessante verifica a posteriori dell&#8217;incidenza del <strong>tumore cerebrale</strong> in Australia, questo studio rimarca in modo chiaro delle evidenze scientifiche già emerse in passato: è improbabile, se non impossibile, che l&#8217;uso dei <strong>cellulari</strong> causi<strong> tumore al cervello</strong>, sostengono gli specialisti di Humanitas. Questo perché le radiofrequenze non hanno quelle caratteristiche fisiche tali da renderle pericolose, ovvero non sono radiazioni ionizzanti in grado di modificare il DNA delle cellule cerebrali.</p>
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		<title>“Robot contadini” e diagnosi hi-tech, un argine contro il cibo contaminato</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 20 Apr 2016 22:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[istituto italiano di tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[roberto cingolani]]></category>
		<category><![CDATA[tecnologia agricoltura]]></category>
		<category><![CDATA[tecnologia cibo]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Per contenere il rischio che il cibo contaminato arrivi sulle [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67860-robot-contadini-diagnosi-hi-tech-contro-il-cibo-contaminato-cingolani-foto/">“Robot contadini” e diagnosi hi-tech, un argine contro il cibo contaminato</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p>Per contenere il rischio che il <strong>cibo contaminato</strong> arrivi sulle nostre tavole bisognerebbe puntare sulla <strong>tecnologia</strong>. L&#8217;obiettivo sarebbe creare una “filiera di produzione intelligente”, dalla terra alla grande distribuzione, in cui gli alimenti sarebbero attentamente monitorati. La riflessione porta la firma di <strong>Roberto</strong> <strong>Cingolani</strong>, direttore scientifico dell&#8217;<a href="https://www.iit.it/it/" target="_blank" rel="nofollow noopener">Istituto italiano di tecnologia</a> di Genova, sulle pagine del quotidiano La Stampa.</p>
<p>Le parole di <strong>Cingolani</strong> arrivano all&#8217;indomani della diffusione della &#8220;black list&#8221; degli <strong>alimenti</strong> più <strong>contaminati</strong> redatta da Coldiretti: dal broccolo cinese alle melagrane egiziane, tanti alimenti importati in Italia contenenti residui di <strong>sostanze chimiche</strong> fuori norma rispetto alla legislazione europea.</p>
<p>(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/46576-alimenti-contaminati-broccoli-cinesi-denuncia-coldiretti-foto/" target="_blank" rel="noopener">Gli alimenti più contaminati? I broccoli cinesi. La denuncia di Coldiretti</a>)</p>
<p>“Abbiamo molti strumenti per scongiurare i veleni nel piatto”, dice <strong>Cingolani</strong> che invita tutti a investire di più in ricerca e sperimentazione. Alcuni strumenti sono già stati messi a punto e andrebbero valorizzati. Si tratta di <strong>teconologie</strong> diagnostiche, il cosiddetto <strong>hi tech</strong> dei sensori, strumenti flessibili da poter usare fuori dai laboratori, magari nei luoghi di produzione e distribuzione prima che i prodotti alimentari arrivino nei supermercati.</p>
<h2>No a sprechi e più made in Italy: una nuova politica del cibo</h2>
<p>Uno scenario immaginato da <strong>Cingolani</strong> è quello della “agricoltura di precisione”, come la definisce lo scienziato. “Robot-contadini” da impiegare nei campi per individuare quali piante irrorare e quali no. Oggi, ricorda <strong>Cingolani</strong>, le piante sono infatti esposte a una vera e propria “overdose di trattamenti”.</p>
<p>(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/44896-ogm-mantovani-no-cancerogeni-presa-diretta-foto/" target="_blank" rel="noopener">Ogm, Mantovani: “La scienza ci dice che non sono cancerogeni”</a>)</p>
<p>Lo <strong>sviluppo scientifico</strong> e <strong>tecnologico</strong> dovrebbe essere anche sostenibile, per l&#8217;uomo e l&#8217;ambiente, e potrebbe innescare una nuova rivoluzione manifatturiera creando materiali a basso impatto ambientale.</p>
<p>Anche il ciclo dell&#8217;acqua meriterebbe interventi ad alto tasso di <strong>tecnologia</strong> ma, al di là di sperimentazioni e innovazioni, c&#8217;è un problema a monte. Siamo sicuri di dover importare questi prodotti, che spesso si rivelano contaminati, da Vietnam e Cina? Senza sprechi e scarti e valorizzando ancora di più il made in Italy si potrebbe puntare su una una nuova politica del <strong>cibo</strong>, conclude <strong>Cingolani</strong>.</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67860-robot-contadini-diagnosi-hi-tech-contro-il-cibo-contaminato-cingolani-foto/">“Robot contadini” e diagnosi hi-tech, un argine contro il cibo contaminato</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
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		<item>
		<title>Cancro, diagnosi e terapie con l&#8217;analisi di sangue e saliva</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67719-cancro-biopsia-liquida-diagnosi-terapie-analisi-sangue-saliva/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 22 Mar 2016 23:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[biopsia liquida]]></category>
		<category><![CDATA[biopsia liquida saliva]]></category>
		<category><![CDATA[biopsia liquida sangue]]></category>
		<category><![CDATA[biopsia liquida tumore]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[Luca Toschi]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>1. Dal sospetto alla diagnosi «Un esame radiologico ha rilevato [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67719-cancro-biopsia-liquida-diagnosi-terapie-analisi-sangue-saliva/">Cancro, diagnosi e terapie con l&#8217;analisi di sangue e saliva</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<h2 class="western">1. Dal sospetto alla diagnosi</h2>
<p style="text-align: left;"><img fetchpriority="high" decoding="async" class="alignnone wp-image-44898 size-full" src="https://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2016/02/ThinkstockPhotos-480628006-1.jpg" alt="Researchers at work in a laboratory" width="600" height="472" /></p>
<p style="text-align: left;">«Un esame radiologico ha rilevato la presenza di un nodulo polmonare sospetto. Come procedere? Oggi si esegue una <strong>biopsia</strong>, ovvero si preleva una piccola porzione di tessuto per cercare di raggiungere la diagnosi. Con la <strong>biopsia liquida</strong>, invece, si andrebbe alla ricerca di particolari biomarcatori nel <strong>sangue</strong> o nella <strong>saliva</strong> per capire se il sospetto è fondato e stabilire se procedere con l&#8217;iter diagnostico».</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67719-cancro-biopsia-liquida-diagnosi-terapie-analisi-sangue-saliva/">Cancro, diagnosi e terapie con l&#8217;analisi di sangue e saliva</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
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		<item>
		<title>Cervello, interventi hi-tech regalano tempo al paziente</title>
		<link>https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67679-cervello-interventi-hi-tech-regalano-tempo-al-paziente/</link>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 15 Mar 2016 23:00:00 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Tech]]></category>
		<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[cervello]]></category>
		<category><![CDATA[gamma knife]]></category>
		<category><![CDATA[Home]]></category>
		<category><![CDATA[piero picozzi]]></category>
		<category><![CDATA[settimana del cervello]]></category>
		<category><![CDATA[società italiana di neurologia]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Neurochirurgia e tecnologia, quali vantaggi? Le nuove tecnologie aiutano a [&#8230;]</p>
<p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/67679-cervello-interventi-hi-tech-regalano-tempo-al-paziente/">Cervello, interventi hi-tech regalano tempo al paziente</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p>
]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;"><strong>Neurochirurgia</strong> e <strong>tecnologia</strong>, quali vantaggi? Le nuove <strong>tecnologie</strong> aiutano a risparmiare tempo nella cura del paziente con malattie del <strong>cervello</strong>, come spiega il dottor<a href="http://www.humanitas.it/pazienti/info/i-nostri-medici/4594-picozzi-piero" target="_blank" rel="nofollow noopener"> Piero Picozzi</a>, responsabile di Sezione Gamma Knife dell&#8217;ospedale Humanitas.</p>
<p style="text-align: left;">«Il <a href="http://www.humanitas.it/neuro-center" target="_blank" rel="nofollow noopener">Neuro Center</a> del nostro ospedale dispone di una <strong>tecnologia</strong> chiamata <strong>Gamma Knife</strong> che consente di trattare piccole lesioni all&#8217;interno della testa come <a href="http://www.humanitas.it/pazienti/malattie-e-cure/testa-e-collo/7938-neurinoma-dell-acustico" target="_blank" rel="nofollow noopener">neurinomi</a>, <a href="http://www2.humanitas.it/malattie/meningiomi" target="_blank" rel="nofollow noopener">meningiomi</a>, <a href="http://www2.humanitas.it/malattie/angiomi-cavernosi" target="_blank" rel="nofollow noopener">angiomi artero-venosi</a>, <a href="http://www2.humanitas.it/malattie/adenoma-ipofisario" target="_blank" rel="nofollow noopener">adenomi ipofisari</a>, ed è un&#8217;alternativa all&#8217;intervento chirurgico. Grazie a questa tecnologia regaliamo tempo alla vita dei nostri pazienti perché lo stesso <strong>tumore</strong>, invece di essere trattato in un ricovero ordinario con un intervento chirurgico, può essere trattato in una sola giornata con grande risparmio di tempo e con una cura esattamente equivalente».</p>
<p style="text-align: left;"><strong>Gamma Knife</strong> è una tecnica che sfrutta le radiazioni per curare patologie vascolari, tumori in prevalenza benigni e nevralgie del trigemino. Grazie a un sofisticato sistema computerizzato la macchina riesce a indirizzare con estrema precisione il fascio di radiazioni sul punto interessato senza danneggiare le zone circostanti.</p>
<p style="text-align: left;">(Per approfondire leggi qui: <a href="https://www.humanitasalute.it/tecnologia-e-salute/3507-radiochirurgia-unarma-in-piu-per-vincere-i-tumori/" target="_blank" rel="noopener">Radiochirurgia, un’arma in più per vincere i tumori</a>)</p>
<p style="text-align: left;">Ecco dunque un&#8217;altra sfaccettatura del rapporto fra tempo e <strong>cervello</strong>: una lesione cerebrale viene trattata in tempi rapidi con l&#8217;ausilio della tecnologia. <strong>“Il tempo è cervello”</strong> è il tema dell&#8217;edizione di quest&#8217;anno della <strong>Settimana del Cervello</strong>, dal 14 al 20 marzo, che vede l&#8217;adesione della <a href="http://www.neuro.it/" target="_blank" rel="nofollow noopener">Società italiana di Neurologia</a> e dell&#8217;ospedale Humanitas.</p>
<h2 style="text-align: left;"> Guarda il video</h2>
<p><iframe title="Quale relazione fra le tecnologie impiegate in Neurochirurgia e il tempo?" width="1200" height="675" src="https://www.youtube.com/embed/n56Es-_XCzw?feature=oembed" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" referrerpolicy="strict-origin-when-cross-origin" allowfullscreen></iframe></p>
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		<title>WhatsApp: croce e delizia della coppia</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 20 May 2015 22:00:00 +0000</pubDate>
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		<category><![CDATA[Tecnologia]]></category>
		<category><![CDATA[Ambulatorio di Psicologia]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>I social network e le piattaforme di messaggistica istantanea rappresentano [&#8230;]</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: justify;">I <strong>social network</strong> e le piattaforme di messaggistica istantanea rappresentano una modalità relazionale potentissima e di comodo utilizzo, azzerando tempi e distanze fra gli interlocutori.<br />Il loro uso, però, può avere ripercussioni anche negative all&#8217;interno delle relazioni e all&#8217;interno della coppia. Approfondiamo pro e contro con <a href="http://materdomini.it/pazienti/info/i-nostri-medici/4443-franchi-pamela" target="_blank" rel="nofollow noopener"><strong>Pamela Franchi</strong></a>, <a href="http://www.materdomini.it/centro-diagnostico/area/3630-psicologia" target="_blank" rel="nofollow noopener"><strong>psicologa di Humanitas Mater Domini</strong></a>.</p>
<h2 style="text-align: justify;">WhatsApp: emoticon ed incomprensioni</h2>
<p style="text-align: justify;">Si chiama <strong>WhatsApp</strong> l’applicazione che ha conquistato oltre 800 milioni di utenti in tutto il mondo e che ognuno di noi ha sul proprio <strong>smartphone</strong>.<br />Tramite <strong>emoticon</strong>, registrazioni vocali, brevi messaggi o scambio di <strong>foto e video</strong>, permette di comunicare e socializzare con rapidità, facilità ed efficienza, pressoché <strong>gratis</strong>.<br />Basta poco: un numero di cellulare, una bella <strong>foto profilo</strong> ed il gioco è fatto!<br />Ma se questa applicazione può sembrare da un lato un progresso della comunicazione 2.0, dall’altro nasconde diverse insidie: dalla difficoltà di tutela della propria privacy alla dipendenza che crea, fino a generare incomprensioni nei rapporti, non solo d’amicizia, ma addirittura di coppia!</p>
<h2 style="text-align: justify;">Quali sono gli aspetti percepiti negativamente tra i partner?</h2>
<p style="text-align: justify;">“Tramite il mio “profilo” posso mettere in luce aspetti positivi di me stesso, ma questo mostrarmi in modo “diverso” dalla realtà quotidiana, può suscitare <strong>critiche e/o gelosie nel partner</strong>.<br />Il “dipingersi meglio di come si è” è un&#8217;ottima strategia di presentazione, ma non funziona all&#8217;interno della coppia già rodata dove potrebbe, invece, scatenare reazioni negative e sentimenti di delusione”, spiega la psicologa Pamela Franchi.<br />“Un altro aspetto disfunzionale può essere lo slatentizzare comportamenti aggressivi tramite atti di <strong>stalking</strong>. <br />L&#8217;essere o non essere <strong>on line</strong>, il non rispondere immediatamente ad un messaggio possono diventare prove di tradimenti e di mistificazioni.”</p>
<p style="text-align: justify;">Queste modalità di <strong>comunicazione istantanea</strong> offrono la possibilità di spezzare sempre più il confine tra pubblico e privato. Tuttavia, in una coppia le cose vanno meglio se ciascuno mantiene spazi personali nei quali abbia una certa dose di <strong>privacy</strong> e dove avere momenti di ricarica esclusivi, senza che questo sia motivo di preoccupazione reciproca.</p>
<p style="text-align: justify;">L&#8217;uso di una comunicazione scritta tramite <strong>messaggi istantanei</strong> è un altro aspetto da non sottovalutare: i messaggi non sono costruiti e pensati come un testo scritto. In una lettera o, più attualmente, in una mail, il soggetto può sviluppare il proprio pensiero con più enunciati e secondo una logica consequenziale. I messaggi ricalcano una comunicazione di tipo orale tramite l&#8217;uso di un testo scritto semplificato. <br />Questo può generare <strong>fraintendimenti e difficoltà</strong> a cogliere il tono di ciò che si sta dicendo.</p>
<p style="text-align: justify;">Vengono in soccorso <strong>emoticon</strong> per chiarire meglio la connotazione emotiva del messaggio, ma sono sufficienti?<br />“Il parlarsi, aggiungo vìs à vìs, è un elemento del  legame amoroso: lo sguardo è un oggetto erotico in una coppia anche durante un litigio. <br />Infine, di fronte ad una provocazione quanto può essere più efficace e risolutivo per i partner un bacio o un abbraccio per ristabilire l&#8217;equilibrio?” – conclude la psicologa.</p>
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