Un uso eccessivo del cellulare aumenta il rischio di tumore al cervello? L’allarme rimbalza di tanto in tanto tra i titoli dei giornali senza però mai trovare evidenze scientifiche tali da dimostrarlo.
Di recente è stato presentato un esposto al Tar del Lazio affinché il ministero della Salute promuova un’adeguata campagna di sensibilizzazione: «Usare il cellulare per dieci anni, vale a dire per 1.640 ore, fa aumentare del 40 per cento la possibilità di cancro» è la tesi sostenuta. Tesi che però non trova alcun tipo di conforto nelle parole dei medici: «A oggi nulla mette in relazione radiofrequenze e tumori a cervello, orecchio e parotide», dicono all’unisono due specialisti della Clinica Fornaca di Torino, il professor Giovanni Succo, direttore della Clinica ORL degli ospedali San Luigi Gonzaga e Martini di Torino e il dottor Luigi Parigi, direttore del Servizio di Anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’Asl 1 Martini di Torino.
«La diffusione endemica delle radiofrequenze non ha generato un aumento dei tumori – proseguono i due medici –. Se così fosse, considerato l’enorme numero di cellulari utilizzati in Italia e nel mondo, si tratterebbe di un macro fenomeno che non potrebbe sfuggire alle indagini epidemiologiche. Invece, le valutazioni riferite agli ultimi decenni e legate all’incidenza dei tumori di qualsiasi sfera non evidenziano nulla di questo genere».
Peraltro le radiofrequenze non riguardano solo i cellulari: «Computer, televisori, apparecchi elettrici, ripetitori e altro – elenca il dottor Parigi –. Anche loro, come i cellulari, sono fonte di inquinamento. Basta attivare la ricerca del Wi-Fi in qualsiasi punto della città per rendersi conto che viviamo in mezzo a grandi quantità di onde elettromagnetiche. Ben venga il buon senso ma a oggi non c’è proprio nulla che avvicini il fenomeno all’aggancio che ha, ad esempio, il fumo con il tumore al polmone. Lì c’è un’evidenza scientifica, nel nostro caso non c’è nulla che le possa avvicinare».
Esistono in ogni caso alcune norme di buona pratica che sarebbe opportuno osservare nella vita di tutti i giorni. «Perché tenere il cellulare sotto il cuscino o sul comodino accanto alla testa? Mettiamolo due metri più lontano e, se abbiamo paura di non sentirlo, alziamo un po’ il volume della suoneria», suggerisce il professor Succo.
Dormiremo sicuramente meglio, anche perché non saremo disturbati dalla luce del display dell’apparecchio che può danneggiare fortemente la qualità del nostro sonno. «Allo stesso modo, in caso di chiamate medio-lunghe, utilizziamo l’auricolare, capace di ridurre l’effetto del riscaldamento dell’apparecchio e le conseguenti possibili irritazioni nervose del’orecchio». Tutto questo perché è comunque utile, concludono i due specialisti: «evitare alla nostra testa forme di esposizione continua a qualsiasi sorgente di tipo elettromagnetico».
A cura di Salvo Anzaldi