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Tecnologia

La Whatsappite provoca la tendinite?

Whatsappite=tendinite? Secondo la rivista Lancet, l’infiammazione ai polsi diagnosticata a una donna al pronto soccorso di un ospedale di Granada sarebbe stata causata dall’eccesso di messaggi inviati dalla signora che per sei ore non aveva staccato le sue mani dalla tastiera del cellulare.

«La diagnosi per il dolore bilaterale ai polsi è stata di Whatsappite – scrive Ines Fernandez Guerrero, che ha descritto il caso –. Il trattamento è consistito in farmaci antinfiammatori e astinenza totale dai messaggini, con un miglioramento solo parziale anche per il fatto che la paziente non ha seguito la prescrizione e ha scambiato di nuovo messaggi».

Abbiamo affrontato il tema con gli specialisti di Humanitas.

La tendinite può essere causata dall’invio di troppi messaggi?

Il rischio di tendinite legato all’utilizzo del telefonino è molto basso. Non è corretto, infatti, parlare di causa perché non esiste una patologia da tastiera. Picchiettare sui tasti per un periodo prolungato, che siano di un videogioco o di un cellulare, può nella maggior parte dei casi accentuare un problema che ha altre cause. Si verifica la stessa cosa che accadrebbe a un soggetto che corre nonostante abbia un’infiammazione al tendine d’Achille.

Possiamo dare dei consigli a chi non riesce a fare a meno dell’invio sfrenato di sms?

Il primo consiglio è preventivo: evitare di passare troppo tempo a mandare messaggi. Se proprio si è costretti, può essere utile cambiare posizione molto spesso oppure appoggiarsi a un piano, al bordo del tavolo, e modificare l’inclinazione, per aumentare o diminuire la tensione di alcuni tendini che, così, si scaricherebbero in maniera alternata.

Quando dobbiamo iniziare a preoccuparci?

Il segnale d’allarme è sicuramente il dolore, che aumenta con il movimento e diminuisce a riposo. Quando iniziamo ad avvertire i primi segnali di fastidio, ripetutamente, è necessario iniziare a sgranchirsi le mani attraverso esercizi di stretching del polso e delle dita effettuando, ad esempio, esercizi di flessoestensione progressiva senza carico. Se il problema persiste è consigliabile prenotare una visita da uno specialista.