Una radioterapia a 4 dimensioni che colpisce il tumore con estrema precisione tenendo conto del movimento degli organi dovuto al respiro. Si chiama Adaptive radiotherapy ed è una metodica innovativa per trattare in modo più selettivo ed efficace diversi tipi di tumore, fino ad oggi incurabili: carcinomi del fegato e del pancreas, mesoteliomi pleurici, tumori del polmone, lesioni a livello della testa e del collo. Questo grazie ad un acceleratore lineare ad alta energia, unico in Italia attivo presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. In Europa ne sono in funzione solo altri due, uno ad Arau,in Svizzera, ed uno a Stoccolma.
Il nuovo acceleratore permette anche di effettuare trattamenti ad intensità modulata (IMRT) irradiando in modo differente le diverse zone del bersaglio tumorale, e di radioterapia stereotassica corporea.
Spiega la dott.ssa Marta Scorsetti, responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia e Radiochirurgia di Humanitas: “All’interno del nostro corpo gli organi non sono sempre fermi nella medesima posizione, ma nel tempo sono soggetti a lievi movimenti dovuti ad esempio al respiro e alla peristalsi intestinale. Grazie ad un sofisticato sistema di ‘organ motion control’, detto anche ‘gating respiratorio’ il nuovo acceleratore attivo in Humanitas registra il movimento respiratorio del paziente traducendolo in un tracciato, e permette il trattamento radioterapico solo in una determinata fase della curva respiratoria, scelta dal medico in base alle condizioni cliniche del paziente, dunque con estrema precisione. Generalmente, invece, se il respiro non viene controllato per essere sicuri di colpire il bersaglio scelto occorre irradiare una zona più ampia, con notevole aumento della tossicità. Questo sofisticato macchinario consente quindi di essere più selettivi, aumentando l’efficacia terapeutica della radioterapia e diminuendo gli eventuali effetti collaterali, in particolare a livello del torace e dell’addome, dove il movimento del respiro e degli organi interni incide molto. Applicazioni cliniche elettive sono rappresentate dai tumori del polmone, dell’addome (tumori epatici primitivi e secondari, carcinoma del pancreas) e della pelvi (prostata, retto, tumori ginecologici)”.
Radioterapia ad intensità modulata
Questo acceleratore ad alta energia permette inoltre di effettuare anche la radioterapia ad intensità modulata o IMRT. Non tutto il volume tumorale è uguale: in esso ci sono zone più o meno aggressive, che vanno irradiate in modo differente. L’utilizzo della PET permette di individuare le aree metabolicamente più attive, che vanno sottoposte a dosi maggiori di radioterapia: questo consente di studiare tecniche di ‘dose-escalation’ cioè di intensificazione della dose, o di ‘concomitant boost’ (un sovra-dosaggio durante il trattamento sulla parte più aggressiva del tumore, in modo da ottenere un maggior controllo locale della malattia), o ancora di optare per tecniche di ‘ipofrazionamento’ della dose, riducendo il numero totale delle sedute. Tutto questo migliora non solo l’efficacia del trattamento ma anche la qualità di vita del paziente, diminuendo la tossicità e i tempi di esecuzione delle terapie.
Basandosi sulle immagini funzionali fornite dalla PET, la IMRT permette di modulare l’intensità delle radiazioni in modo da somministrarne dosi disomogenee sulle diverse parti della zona da trattare. Consente di irradiare bersagli con un’elevata concavità, che si trovano in zone critiche, ad esempio alla base del cranio o in vicinanza del midollo spinale. E’ dunque utile, per lo più, per i tumori della testa e del collo.
L’IMRT viene effettuata con una tecnica di “inverse treatment planning”: partendo dai limiti di dose stabiliti per gli organi critici e dai ‘desiderata’ per le aree da colpire, un apposito software trova la soluzione di dose migliore. E’ una tecnica complessa, che richiede tempi lunghi soprattutto per l’esecuzione della dosimetria e viene effettuata ancora in pochi centri al mondo, per lo più negli USA.
Radioterapia stereotassica corporea (SBRT – Stereotactic Body Radiation Therapy)
La Radiochirurgia è una moderna tecnica radioterapica che permette l’irradiazione di piccole lesioni cerebrali con estrema accuratezza e precisione. Recentemente questa tecnica è stata estesa alle lesioni neoplastiche localizzate anche a livello corporeo come i tumori polmonari, i carcinomi epatici primitivi e secondari, le neoplasie del pancreas e delle vie biliari. Grazie al nuovo sistema che controlla il movimento respiratorio (“Respiratory Gating”) è possibile irradiare in poche sedute (1-4) anche lesioni a livello toracico ed addominale con un ottimo controllo locale della malattia. La terapia non è invasiva e nella maggior parte dei casi non richiede il ricovero ospedaliero. Pazienti non operabili o che hanno recidive di malattia dopo pregressi trattamenti possono essere sottoposti con alla SBRT notevoli vantaggi.
“In Humanitas – spiega la dott.ssa Scorsetti – sta per essere attivato un importante studio multicentrico per il trattamento con radioterapia stereotassica di pazienti affetti da tumori primitivi e secondari epatici, allo scopo di valutare l’efficacia della cura anche nei pazienti non operabili o che non hanno tratto beneficio dai precedenti trattamenti. Lo studio, la cui durata prevista è di circa 2 anni, permetterà di ottimizzare le modalità del trattamento e la scelta delle dosi e dei volumi. Un ulteriore studio multicentrico verrà intrapreso per il trattamento con SBRT di tumori polmonari non operabili primitivi o secondari. Da studi preliminari la SBRT risulta essere efficace nel 90 % dei pazienti”.
La radioterapia in Humanitas
La radioterapia, basata sull’utilizzo di radiazioni ionizzanti, rappresenta oggi una delle più importanti modalità di cura dei tumori. Non invasiva, non richiede anestesia o medicamenti particolari e si esegue in tempi brevi: per questo è indicata anche per pazienti non operabili o che non possono effettuare chemioterapie. Impiegata da sola o in associazione ad altre modalità terapeutiche (chirurgia e/o chemioterapia) può avere intento curativo o palliativo. Il nuovo acceleratore lineare ad alta energia permette di fare una radioterapia più selettiva e dunque efficace, tenendo conto non solo delle 3 dimensioni dello spazio, ma anche di una quarta dimensione: il tempo.
In Humanitas la radioterapia occupa un’area di circa 800 metri quadrati, con tre bunker dedicati.
L’Unità Operativa, diretta dalla dott.ssa Marta Scorsetti, utilizza le più avanzate tecnologie attualmente disponibili:
– simulazione virtuale, costituita da una TAC dedicata e un sistema di tre laser mobili;
– tre acceleratori lineari, dotati di collimatore multi-lamellare statico e dinamico e dispositivo di verifica portale al silicio amorfo;
sistema OBI (On-board imager system), costituito da un tubo a raggi X e da un rivelatore al silicio amorfo solidali all’acceleratore
– Cone Beam CT mode, ovvero un software che permette di realizzare una scansione TC direttamente all’acceleratore per verificare il posizionamento del paziente
– RPM (Repiratory Gating) Respiration synchronized imaging and treatment, costituito da un sistema di telecamere ad infrarosso che monitora la respirazione del paziente e consente l’erogazione della dose solo nelle fasi preselezionate dal medico
– sistemi di immobilizazione, riposizionamento e localizzazione dedicati per ogni distretto corporeo;
– software per l’elaborazione dei piani di cura, con moduli per Radiochirurgia Stereotassica e tecniche di intensità modulata (IMRT)
– software per la fusione di immagini provenienti da diverse modalità diagnostiche (RMN/PET/TAC)
– sistema per la gestione computerizzata dell’intero processo radioterapico.
L’utilizzo di tali tecnologie permette di ottenere un’alta efficacia terapeutica contenendo al minimo gli effetti collaterali in virtù di una più precisa localizzazione e selettività delle zone da trattare.
Oltre all’ottimizzazione della qualità nel trattamento, grande attenzione è stata dedicata anche all’accoglienza ed al comfort dei pazienti nelle aree di attesa e cura, grazie all’utilizzo di colori innovativi, luci indirette e legno. Inoltre, allo scopo di rilassare il paziente, di fronte all’acceleratore è presente una parete in tessuto elastico retroilluminata su cui vengono proiettate dinamiche variazioni cromatiche.
Di Monica Florianello