<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" > <channel> <title>Lavorare in salute Archives - Humanitas Salute</title> <atom:link href="https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/</link> <description></description> <lastBuildDate>Sat, 10 Aug 2024 09:14:35 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <generator>https://wordpress.org/?v=6.7.1</generator> <image> <url>https://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/salute-logo-footer-150x99.png</url> <title>Lavorare in salute Archives - Humanitas Salute</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/</link> <width>32</width> <height>32</height> </image> <item> <title>Cos’è lo smart working?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93054-cose-lo-smart-working/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93054-cose-lo-smart-working/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 11 Mar 2020 08:53:07 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Lavorare in salute]]></category> <category><![CDATA[Uncategorized]]></category> <category><![CDATA[paola parisi]]></category> <category><![CDATA[smartworking]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/cose-lo-smart-working/</guid> <description><![CDATA[<p>In questi giorni si sta facendo sempre più strada il […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93054-cose-lo-smart-working/">Cos’è lo smart working?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">In questi giorni si sta facendo sempre più strada il fenomeno dello smart working. Il “lavoro intelligente” si fonda sulla restituzione della flessibilità e dell’autonomia del lavoratore nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, per avere una maggior responsabilità sui risultati. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Con lo smart working si può lavorare da casa, si può gestire il proprio tempo, organizzare eventuali call con i clienti e i colleghi, si risparmia il tempo che normalmente si spende per andare al lavoro e si fa del bene anche all’ambiente.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Abbiamo approfondito l’argomento con la dottoressa </span><a href="https://www.materdomini.it/medici/paola-parisi/"><b>Paola Parisi</b></a><span style="font-weight: 400;">, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas Mater Domini. </span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Un nuovo modo di ripensare il lavoro</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Prima di tutto è bene specificare che, per utilizzare lo </span><b>smart working</b><span style="font-weight: 400;">, è necessario formare il personale: la formazione dovrà riguardare sia aspetti concreti quali la pianificazione del lavoro, la gestione degli imprevisti, il problem solving, ma anche la gestione degli aspetti relazionali.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Anche l’azienda a sua volta dovrà adeguare la propria cultura aziendale alla nuova modalità lavorativa: bisognerà ripensare alla definizione del monte ore, al monitoraggio delle attività e al processo di feedback. </span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Smart working: i benefici</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Utilizzando le evidenze raccolte dall’</span><strong><i>Osservatorio del Politecnico di Milano</i></strong><span style="font-weight: 400;"> attraverso questionari e casi pilota, si può stimare l’incremento di produttività per un lavoratore derivante dall’adozione di un modello “maturo” di smart working nell’ordine del 15%. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Il lavoro agile permette inoltre una migliore conciliazione lavoro-famiglia: avendo la possibilità di lavorare da casa, ci si può occupare dei figli e svolgere quei servizi che la routine quotidiana non permette di fare. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Lo smart working garantisce una drastica diminuzione dei tassi di turnover e assenteismo, da anni considerati come i principali indicatori di insoddisfazione lavorativa. Questo fenomeno, infatti, </span><b>agisce sulle dimensione dell’autonomia e della flessibilità</b><span style="font-weight: 400;">, permettendo all’individuo di gestire deliberatamente modalità e luogo di lavoro.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Un ulteriore aspetto positivo riguarda l’impatto ambientale: secondo un recente studio¹, infatti, un solo giorno di remote working alla settimana diminuisce la produzione di anidride carbonica nell’aria nell’ordine di 135 kg ogni 12 mesi. Parallelamente si ha un grande risparmio in termini di tempo – nell’ordine di circa 60 minuti per ogni giornata di lavoro da remoto – e un risparmio da parte dell’organizzazione dei costi di gestione tipici del lavoro in sede.</span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">I “rischi” dello smart working</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Lo smart working, specie se è un’esperienza nuova, può essere connesso anche ad alcuni rischi, sia personali, sia contestuali all’ambiente in cui ci si trova a lavorare.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Il più immediato è certamente la tendenza a procrastinare. Stare a casa tutto il giorno può provocare un’iniziale difficoltà nella gestione del proprio tempo e nella creazione di un ambiente che minimizzi le distrazioni; può anche provocare alcuni fraintendimenti da parte di familiari e amici, che possono “non considerare legittimato” il lavoro da casa.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">È quindi fondamentale </span><b>selezionare le persone più adatte a svolgere lavoro a distanza, </b><span style="font-weight: 400;">in grado di elargire quantomeno lo stesso livello di performance di quello abituale. Per alcune persone, però, “l’investitura” potrebbe sortire un effetto responsabilizzante spingendo la persona a offrire un livello di performance superiore a quello abituale.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Infine lo smart worker può sentirsi sottovalutato e distante dal team.</span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Alcuni suggerimenti per il novello smart worker</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Attraverso lo smart working l’azienda compie un passo in avanti verso il riconoscimento dei bisogni profondi dei propri collaboratori.</span></p> <p> </p> <p><b>Pianificare videochiamate e incontri </b><span style="font-weight: 400;">che cementino il senso di collaborazione fra colleghi non potrà che favorire il benessere nell’ambiente di lavoro virtuale.</span></p> <p> </p> <p><b>Si possono pianificare anche le pause</b><span style="font-weight: 400;">, magari di 15 minuti ogni due ore, in cui ci si possa muovere, fare esercizio, rilassarsi. Ci si può aiutare anche organizzando pranzi appaganti e sani, che aiuteranno ad affrontare il pomeriggio con energia. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Una buona organizzazione della giornata di lavoro a casa migliora le prestazioni e tiene alla larga lo stress, nonché il senso di frustrazione da isolamento.</span></p> <p> </p> <ol> <li style="font-weight: 400;"> <h5><span style="font-weight: 400;">Le fonti citate:</span></h5> </li> </ol> <p><span style="font-weight: 400;">I numeri proposti nell’articolo provengono dai dati raccolti dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano (</span><a href="https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/smart-working"><span style="font-weight: 400;">https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/smart-working</span></a></p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93054-cose-lo-smart-working/">Cos’è lo smart working?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/93054-cose-lo-smart-working/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>L’insalata della pausa pranzo</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/64766-linsalata-della-pausa-pranzo414/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/64766-linsalata-della-pausa-pranzo414/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 22 Apr 2004 22:00:00 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Lavorare in salute]]></category> <category><![CDATA[insalata]]></category> <category><![CDATA[mangiar sano]]></category> <category><![CDATA[Manuela Pastore]]></category> <category><![CDATA[pausa pranzo]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/linsalata-della-pausa-pranzo414/</guid> <description><![CDATA[<p><a href="index.php/component/content/article/258-stili-di-vita/5216-linsalata-della-pausa-pranzo"><img class=" alignleft size-full wp-image-8246" src="https://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2004/04/insalatona.jpg" border="0" alt="Pausa pranzo troppo rapida?" width="90" height="90" style="float: left; margin-right: 5px;" /></a><br /><span class="titoloVerdeAcidoBold">L'insalata della pausa pranzo<br /></span>L'importanza <br />di scegliere <br />i cibi giusti</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/64766-linsalata-della-pausa-pranzo414/">L’insalata della pausa pranzo</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span class="celesteLight"><span style="font-size: 10pt;"><em>E’ importante variare l’alimentazione, facendo attenzione a frutta e verdura. Da dimenticare i cibi troppo elaborati. Sì a spuntini, merende e insalatone poco condite. Gli avvertimenti della dietista di Humanitas </em></span></span></p> <p>Tutti noi, o quasi, siamo costretti a pranzare fuori casa durante la settimana lavorativa. Spesso solo con un panino o un’insalata. A volte una pizza o un pasto al ristorante. Questa necessità non sempre permette di seguire un corretto regime alimentare: il pranzo fuori casa si può trasformare in un vero e proprio attentato alla linea se la gola spinge a scegliere panini eccessivamente imbottiti, insalatone troppo condite o primi piatti con sughi elaborati. Quali sono allora le scelte più giuste? Lo abbiamo chiesto a <strong>Manuela Pastore</strong>, dietista di <strong>Humanitas</strong>. </p> <p><strong>Imparare a scegliere i cibi giusti</strong> <br />“Con pochi accorgimenti – avverte Manuela Pastore – è possibile evitare gli eccessi e mangiare in modo equilibrato anche al bar e al ristorante. Spesso il problema non sono le porzioni ma fare le scelte giuste. E’ importante, infatti, variare l’alimentazione per valorizzare tutta la gamma di sostanze nutritive contenute negli alimenti che assumiamo quotidianamente: carboidrati, grassi, proteine, vitamine e minerali. Qualsiasi sia la scelta per la pausa pranzo, bisogna comunque cercare di consumare sempre frutta e verdura, ricche di fibre che saziano, oltre che vitamine e minerali che aiutano il buon funzionamento dell’organismo. Per questo motivo è sempre consigliabile accompagnare il panino, il primo o il secondo piatto con un’insalata mista o un piatto di verdure alla griglia o bollite, il tutto condito con poco olio, terminando il pasto con una macedonia o della frutta fresca. Da evitare in genere i dolci ma, qualche volta, <a href="https://www.humanitasalute.it/a-pranzo-con-il-gelato-si-o-no/">ci si può concedere un gelato</a>, preferibilmente alla frutta. Se si arriva eccessivamente affamati all’ora di pranzo, inoltre, sarebbe opportuno prima di tutto fare la prima colazione a casa ed eventualmente consumare un leggero spuntino a metà mattina: uno yogurt, un succo di frutta, un frutto, un caffè o un tè con un paio di biscotti secchi. Lo stesso discorso, ma solo se si sente una reale necessità, vale per la pausa a metà pomeriggio, che consente di riempire il “buco” allo stomaco prima di cena”. </p> <p><strong>I panini</strong> <br />“I panini sono spesso imbottiti con alimenti molto grassi, come salumi, formaggi e salse diverse, che rischiano di affaticare eccessivamente la digestione e di fornire una quantità elevata di calorie. E’ meglio scegliere una farcitura semplice, ad esempio a base di verdure e carne magra, come l’arrosto di tacchino o la bresaola, limitando il consumo di panini più elaborati a quando non è possibile scegliere un’alternativa più sana. Anche la scelta del pane giusto ha la sua importanza: focacce e pani speciali (all’olio, al latte, alle noci o alle olive) sono certo più appetitosi, ma decisamente più calorici del pane comune o di quello integrale. <br />Vorrei poi ricordare che i salumi ed i formaggi costituiscono un vero e proprio secondo piatto e possono essere alternati alla carne, al pesce e alle uova, un paio di volte la settimana ciascuno, e non dovrebbero essere consumati in aggiunta ai pasti”. </p> <p><strong>Le insalatone</strong> <br />“Le insalatone costituiscono una valida alternativa al panino ma proprio come il panino possono rappresentare un pericolo per la dieta, quando sono arricchite con mix di prosciutto, formaggio, uova, tonno e, magari anche qualche cucchiaio di maionese. Vanno benissimo insalate miste di verdure crude o cotte, condite con poco olio (ricordiamoci che un cucchiaio d’olio fornisce 90 calorie!) e aceto o limone. Alle verdure si può aggiungere, ma uno solo alla volta, un uovo sodo o un po’ di tonno o della carne fredda tagliata a dadini o un po’ di formaggio (mozzarella o emmental)”. </p> <p><strong>I piatti caldi</strong> <br />“Per il pranzo fuori casa va bene anche un primo piatto da consumare al bar o al ristornate. La pasta e il riso sono adatti anche per chi è a dieta, basta prestare attenzione ai sughi, scegliendo i condimenti meno calorici come un sugo al pomodoro fresco e basilico o con le verdure o con un po’ d’olio di oliva e una spolverata di grana, evitando sughi alla panna e prosciutto o ai quattro formaggi; qualche volta si può scegliere anche il pesto. Se si ha la possibilità di scegliere carne e pesce fare attenzione che siano cucinati in modo semplice evitando impanature e intingoli; per quanto riguarda la carne sono da preferire le carni bianche (pollo, tacchino, coniglio), la lonza di maiale o la carne rossa magra. Il pesce dovrebbe entrare nel menù almeno 2 o 3 volte alla settimana, poiché contiene i grassi Omega 3, che proteggono cuore e arterie, e può essere scelto al vapore, alla piastra, al cartoccio o al forno”. </p> <p>A cura di Elena Villa</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/64766-linsalata-della-pausa-pranzo414/">L’insalata della pausa pranzo</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-in-ufficio/lavorare-in-salute/64766-linsalata-della-pausa-pranzo414/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> </channel> </rss>