Ha in qualche modo a che fare con l’autismo ma in una forma differente, tanto c’è ancora discussione sul fatto se considerarle due entità distinte o la medesima condizione che differisce rispetto alla gravità. La sindrome di Asperger colpisce sei persone ogni 10 mila e consiste di due tratti fondamentali: una difficoltà persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale in contesti diversi e comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi. Chi ne soffre fa fatica a stabilire relazioni, a condividere le proprie emozioni e i propri affetti con gli altri individui e ad adattarsi alle consuetudini di interazione interpersonale. Abbiamo parlato di questo disturbo e di come riconoscerlo con gli specialisti di Humanitas.
Lente di ingrandimento sul disturbo
Il termine fu coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing nel 1981 in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro non fu riconosciuto fino agli anni novanta. La sindrome di Asperger è un disturbo dello sviluppo ma non comporta ritardi nello sviluppo intellettivo e congiuntivo, in quanto viene colpita l’area della comunicazione e interazione sociale e del comportamento. Per questo motivo è stato spesso assimilato o fatto coincidere con la nozione di autismo “ad alto funzionamento” ovvero senza ritardo intellettivo. In alcuni casi questi individui dimostrano talenti non comuni, infatti hanno la capacità di dedicarsi totalmente e di applicarsi in maniera sistematica ai propri compiti. Secondo alcuni studiosi sarebbe possibile attribuire forme più o meno marcate di sindrome di Asperger a personaggi del calibro di Mozart, Alan Turing, Charles Darwin, Vincent van Gogh e Albert Einstein. E ancora, Friederich Nietzsche ed Ettore Maiorana. Anche Syd Barret, il “diamante pazzo” dei Pink Floyd, che si isolò dal gruppo e visse come un eremita in balia dei suoi disturbi per oltre 40 anni, è stato classificato come un profilo “Asperger”. Ciò che accomuna questi soggetti è la difficoltà nel comprendere, esprimere e regolare le proprie emozioni, in particolare in contesti sociali, e quindi presentano una capacità sociale limitata. I soggetti che soffrono di questa sindrome hanno difficoltà a farsi degli amici e la tendenza a non sentirsi a proprio agio con il prossimo. Capita che convivono con una tematica specifica che domina i loro pensieri.
Quali sintomi caratterizzano un bimbo Asperger?
I bambini affetti da questa sindrome soffrono spesso di un ritardo nella maturità e nel pensiero sociale, hanno difficoltà a stringere legami di amicizia e capita che siano vittime di bullismo. D’altro canto sono soliti avere capacità linguistiche notevoli, un ampio vocabolario e una sintassi elaborata, che per assurdo convivono con una propensione per tenere conversazioni immature, un gusto insolito per la prosodia e la tendenza ad essere pedanti e ripetitivi. Quando si appassionano di qualcosa di solito diventa il centro del loro mondo e sono in grado di praticarla con grande ossessività e intensità. Possono essere goffi nel modo di camminare e poco coordinati e avere difficoltà ad organizzarsi.
Tra i sintomi principali di un bimbo con ipotetica sindrome di Asperger ci sono una compromissione nell’uso di comportamenti comunicativi non-verbali come lo sguardo diretto, la mimica o la postura del corpo e i gesti.
Ecco i sintomi della sindrome di Asperger:
– difficoltà nel sviluppare relazioni con i propri pari adeguate al livello di sviluppo
– non vi è una ricerca spontanea per la condivisione di interessi ed emozioni (ad esempio, non mostrare, portare o richiamare l’attenzione di altre persone su oggetti di proprio interesse)
– le modalità di comportamento, gli interessi e/o le attività risultano ristrette, ripetitive o stereotipate (vi è per esempio una dedizione totalizzante ad uno o più tipi di interessi o attività)
– la sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici, presenza di abitudini inutili o ritualistiche, inoltre comportamenti motori stereotipati e ripetitivi (ad esempio, sbattere o torcere le mani o le dita o movimenti complessi di tutto il corpo)
È da tenere presente che tali caratteristiche devono essere presenti sin dalla primissima infanzia.
Il DSM V, ossia l’ultima versione del manuale diagnostico dei disturbi mentali, non prevede più la diagnosi di Asperger ma presenta un’unica categoria: quella dei ‘disturbi dello spettro autistico’, che comprende le vecchie categorie di ‘disturbo autistico’, ‘sindrome di Asperger’, e il disturbo pervasivo dello sviluppo. Attualmente all’interno dei disturbi dello spettro autistico si riconoscono 3 livelli di gravità in base al grado di compromissione nel funzionamento: “richiede supporto”, “richiede supporto sostanziale” e “richiede supporto molto sostanziale”.