Il mal di schiena è una delle condizioni ritenute più invalidanti sia sul lavoro che nella vita quotidiana. Tipicamente, questo disturbo interessa persone giovani e attive nel mondo del lavoro ed è importante non sottovalutarne la comparsa.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Giovanni Casero, ortopedico della colonna e co-responsabile del Centro di Chirurgia Vertebrale e Robotica di Humanitas San Pio X.
Mal di schiena: cosa fare?
Il mal di schiena è un segnale d’allarme da non trascurare, sia se si manifesta improvvisamente senza un evento traumatico, sia se accompagnato da formicolii e sensazioni di “corrente” lungo le gambe. In tali circostanze, è consigliabile consultare uno specialista per una valutazione e un trattamento appropriati. Dato che il mal di schiena può derivare da varie cause, solo una valutazione specialistica può guidare verso la terapia più adatta. Nella maggior parte dei casi, il trattamento consigliato è conservativo e può includere riposo, farmaci antinfiammatori (FANS), fisioterapia e terapie fisiche come tecarterapia e laser, in base alla diagnosi.
Di solito il trattamento conservativo consente di alleviare il dolore e di ripristinare la qualità della vita della persona. Solo in rari casi, in cui i trattamenti conservativi non sono appropriati o non risultano più efficaci, potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Mal di schiena: quando è necessario l’intervento?
Durante la visita con lo specialista della colonna vertebrale, il medico valuta se è necessario un intervento chirurgico e quale tipo di trattamento chirurgico è più indicato per la persona e il suo problema specifico. Non esiste una tecnica chirurgica universale per tutte le cause di mal di schiena, così come non esiste una singola condizione di mal di schiena che sia identica per tutti i pazienti.
Lo specialista prende in considerazione diversi elementi prima di discutere con il paziente la possibilità di un intervento chirurgico: i risultati degli esami strumentali, il tipo di dolore e il livello di impedimento avvertito, l’impatto sulla qualità di vita, l’età, lo stato generale di salute e la presenza di altre condizioni mediche. Gli esami strumentali sono importanti per identificare la causa del mal di schiena, ma non sono determinanti nella decisione di sottoporsi o meno all’intervento chirurgico. Nella maggior parte dei casi, la decisione sulla chirurgia è basata sull’osservazione clinica durante la visita.
Quali sono gli interventi in caso di mal di schiena?
In rari casi in cui l’intervento chirurgico è necessario. Oggi è possibile utilizzare tecniche di chirurgia mininvasiva, compresa la chirurgia robotica per la colonna vertebrale. L’obiettivo della chirurgia mininvasiva della colonna, con o senza l’ausilio della tecnologia robotica, è quello di preservare e rispettare i tessuti come muscoli, tendini e legamenti, il che favorisce un maggiore controllo del dolore post-operatorio, un completo recupero funzionale della schiena e un ritorno più rapido alle attività quotidiane.
Questo è reso possibile grazie ad approcci che consentono di ridurre le dimensioni delle cicatrici, le aderenze post-chirurgiche e i tempi di riabilitazione. Tuttavia, le tecniche di chirurgia mininvasiva non sono adatte a tutte le patologie e a tutti i pazienti: alcune persone potrebbero non avere le caratteristiche anatomiche appropriate e quindi potrebbero richiedere un intervento con tecnica tradizionale al fine di ridurre i rischi intraoperatori, nonostante ciò comporti tempi di recupero più prolungati.