Secondo uno studio condotto da Pew Research Center e aggiornato al 2019, solo in Italia il 71% della popolazione possiede uno smartphone.
Anche se in altri Paesi i numeri salgono ancor più vertiginosamente (pensiamo all’80% in Australia o al 95% in Corea del Sud), il nostro è un dato da tenere in considerazione, perché saremmo ingenui a credere che l’abbondante utilizzo quotidiano che ne facciamo non avrà conseguenze sul nostro futuro. A partire dalla salute.
Uno dei primi campanelli d’allarme è il dolore alle mani: magari può iniziare a manifestarsi sotto forma di formicolio e trasformarsi in una patologia più seria. Abbiamo chiesto al dottor Giorgio Pivato, Responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva di Humanitas, quali siano le patologie più a rischio quando si utilizza lo smartphone con troppa frequenza.
Il dolore al pollice è il primo indicatore da non sottovalutare
Digitare in continuazione sulle tastiere degli smartphone obbligano l’articolazione del pollice e dell’indice a una sollecitazione elevata, che può indolenzire, oltre alle due dita, l’intera struttura della mano e anche il polso. Il semplice atto di sbloccare il proprio smartphone, tra l’altro, richiede l’uso di una certa pressione del pollice: un semplice movimento che facciamo innumerevoli volte al giorno, e che alla lunga può creare problemi.
Un dolore o un gonfiore alla base del dito può essere un indicatore di un problema degenerativo dell’articolazione, che può trasformarsi in un processo artrosico.
Il dito a scatto
La tenosinovite stenosante, detta dito a scatto, è un processo infiammatorio che colpisce il rivestimento sinoviale della guaina tendinea. Nelle dita le pulegge, ossia i legamenti che tengono in posizione i tendini, formano dei tunnel fibrosi entro cui i tendini scorrono: questi sono trattenuti vicino alle ossa per ottenere il movimento di flessione delle dita. La tenosinovite stenosante si presenta quando nella guaina tendinea si sviluppa una zona di rigonfiamento, che causa uno schiacciamento del tendine ogni qualvolta che questo si avvicina alla zona. Ne conseguono un dolore e una sensazione di scatto nel dito corrispondente.
L’infiammazione può portare ad alterazioni strutturali e volumetriche dei tendini, provocando una difficoltà di movimento della flesso-estensione del dito coinvolto, ovviamente associato a dolore locale e gonfiore.
Nelle situazioni più gravi, utilizzare il pollice è quasi impossibile, e potrebbe richiedere un intervento chirurgico, che apra la puleggia in modo che il tendine possa scorrere liberamente.
La “textite”, l’artrite da messaggio
Coniata dal chirurgo texano Mark Ciaglia, la textite (osteoartrite) è causata dall’eccessiva digitazione di messaggi attraverso smartphone, laptop, tablet o qualsiasi altro dispositivo elettronico in cui si debba digitare.
Oltre che alla mano, al polso e al pollice, la textite provoca dolore al collo e al gomito, nonché intorpidimento e formicolio alle braccia, agli avambracci, alla mano e alle dita, e mette sotto stress diversi muscoli, tendini e nervi.
Normalmente, l’artrite si presenta in soggetti avanti con l’età, con articolazioni deteriorate a causa dell’assottigliamento della cartilagine che copre le superfici ossee. La textite, però, tende a colpire persone più giovani, anche sotto i 40 anni.
Sindrome del tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale è un’infiammazione del nervo mediano causata dalla compressione dei tendini flessori che scorrono all’interno del canale del carpo.
È caratterizzata da un formicolio e intorpidimento delle dita della mano, che spesso si tramuta in dolore. Il fastidio riguarda soprattutto le ore notturne, può essere intermittente o divenire costante; nei casi più gravi si verificano anche una perdita di sensibilità alle dita e una difficoltà nella presa degli oggetti. Tenere in mano in continuazione lo smartphone, infatti, causa un sovraccarico di lavoro al polso e una conseguente compressione dei tendini.
Un esame elettromiografico può indicare la presenza della sindrome, che si può trattare dapprima con terapia conservativa (attraverso l’utilizzo di un tutore o di infiltrazione corticosteroidea) ma, se questa non dovesse bastare, l’intervento chirurgico di decompressione del nervo può essere la soluzione migliore.
Sindrome del canale cubitale
Stavolta ci focalizziamo non sulla digitazione, ma sulle chiamate. Quando si sta per lungo tempo al telefono, manteniamo il gomito flesso per molto tempo: il risultato sarà che, alla fine della chiamata, si avrà difficoltà nello svolgere azioni semplici, come chiudere il palmo della mano.
La sindrome del canale cubitale è una compressione nervosa periferica del nervo ulnare che comporta formicolii all’anulare e al mignolo e debolezza del braccio. Il trattamento dipende dalla gravità della patologia, ma la correzione posturale e l’utilizzo di tutori adeguati possono aiutare a combattere i sintomi.
Morbo di De Quervain
Il Morbo di De Quervain è una patologia caratterizzata da un’infiammazione di due tendini localizzati a livello del lato radiale del polso, l’abduttore lungo del pollice e l’estensore breve del pollice. L’infiammazione causa un rigonfiamento intorno al tendine che ne provoca un cambiamento nelle dimensioni, così da rendere più difficoltoso il suo scorrimento nel canale che li contiene.
Il rigonfiamento può causare dolore e tumefazione lungo il margine radiale del polso, che si manifesta generalmente quando si chiude la mano a pugno e nei movimenti del polso o nelle prese di forza e pinza.
La causa del Morbo di De Quervain è da ricercare in tutti i quei movimenti che possono in qualche modo interessare i tendini. Ad esempio, la presa a mano aperta con cui le neomamme prendono in braccio il bambino è una delle cause più frequenti.
I segni e i sintomi più frequenti sono il dolore a livello del lato radiale del polso, cui si può accompagnare una riduzione del movimento e una diminuzione della forza per sentire meno dolore. Il dolore può comparire gradualmente o improvvisamente e può irradiarsi dal polso fino all’avambraccio. Il dolore si esacerba durante i movimenti della mano e del pollice specialmente nei movimenti del polso e nelle prese di forza.
La tumefazione in regione radiale del polso spesso si accompagna alla formazione di una cisti in questa regione. L’irritazione dei nervi localizzati al di sopra dei tendini infiammati può causare intorpidimento al dorso del pollice e dell’indice.
Da un punto di vista diagnostico, la diagnosi viene fatta semplicemente visitando il paziente: si esegue generalmente il test di Finkelstein. In questo test viene chiesto al paziente di fare il pugno con il pollice chiuso tra altre dita, e di ulnarizzare il polso. Questa manovra si accompagna a vivo dolore nei pazienti affetti da questa patologia. L’esame strumentale più corretto, per avere anche un riscontro oggettivo, è l’ecografia.
L’obiettivo del trattamento è quello di togliere il dolore causato dall’infiammazione dei tendini. In alcuni casi, a seconda dello stadio della malattia, può essere sufficiente un’immobilizzazione del polso e del pollice con un apposito tutore. Talvolta una terapia antinfiammatoria orale o topica con infiltrazioni locali può aiutare a ridurre la tumefazione e il dolore.
In molti casi astenersi dai movimenti che hanno provocato l’irritazione è sufficiente a far sparire i sintomi così come sono venuti. Quando sono severi o non tendono a regredire con altre terapie è raccomandata la terapia chirurgica: l’intervento consiste nell’aprire il canale attraverso il quale passano i tendini facendo loro spazio e normalmente si ottiene una guarigione completa.