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Orecchio, naso e gola

Come si cura la sinusite cronica?

La sinusite è l’infiammazione dei seni paranasali, tra le cause alla sua origine possono esservi infezioni, ma anche condizioni anatomiche, come per esempio la deviazione del setto nasale.

Se l’infezione non si risolve nel giro di poco tempo, è possibile che diventi cronica. Come si interviene in questo caso?

Ne parliamo con il dottor Federico Leone, otorinolaringoiatra di Humanitas San Pio X.

Sinusite: quali sono i sintomi

Tra i sintomi dell’infiammazione dei seni paranasali possiamo indicare mal di testa, difficoltà respiratorie, malessere, lacrimazione, diminuzione dell’olfatto e secrezione catarrale.

«L’infiammazione potrebbe essere scatenata da infezioni virali, batteriche e raramente fungine, anche se in alcuni casi la causa può essere di tipo anatomico, come per esempio una deviazione del setto nasale, l’ipertrofia dei turbinati e altre varianti anatomiche», spiega il dottor Leone. 

Se l’infezione non si risolve nel breve periodo, il rischio è che vada incontro a cronicizzazione. A questo punto il paziente ha a disposizione varie soluzioni per guarire.

«In genere si cerca di preferire la terapia farmacologica, che è in grado di risolvere anche le infiammazioni più persistenti. Tuttavia, se questo tipo di cura non dovesse essere efficace, lo specialista e il paziente possono optare per la terapia chirurgica», continua lo specialista.

La sinusite cronica e la chirurgia

La chirurgia per curare le infiammazioni ai seni paranasali è di tipo endoscopico mini-invasivo. Si tratta di un tipo di chirurgia che utilizza ottiche endoscopiche con micro-videocamere e strumenti specifici inseriti nelle narici. 

In questo modo, il paziente non solo avverte meno dolore nel post-operatorio, ma guarisce con più rapidità, e le possibilità di buona riuscita dell’intervento aumentano. 

Inoltre, con questa tecnica il paziente può talvolta essere dimesso anche il giorno stesso dell’intervento e gode fin da subito dei benefici dell’operazione. In altre situazioni invece è prevista una notte di ricovero. 

«Le procedure chirurgiche sono la polipectomia con microdebrider, l’etmoidectomia, l’antrotomia mascellare, la sfenoidectomia, la senotomia frontale, la settoplastica associata a turbinoplastica», continua il dottor Leone. 

Le diverse procedure vengono variabilmente combinate in base a ciascun paziente, in un intervento personalizzato e modulabile:

  • Etmoidectomia – libera i seni paranasali situati tra gli occhi e il ponte del naso.
  • Antrotomia mascellare – serve a liberare il drenaggio dei seni posti dietro gli zigomi.
  • Sfenoidectomia – è l’apertura del seno paranasale più posteriore del naso.
  • Senotomia frontale – serve a ripristinare il drenaggio dei seni situati superiormente, dietro la fronte.
  • Settoplastica associata a turbinoplastica – in caso di difficoltà respiratorie causate da un setto nasale storto e da un ingrossamento dei turbinati oppure per creare una migliore visuale per l’esecuzione delle altre procedure precedentemente descritte.