La tosse è uno dei malanni più fastidiosi: colpisce indistintamente adulti e bambini e tende a peggiorare durante la notte, impedendo il riposo notturno a tutta la famiglia.
Sappiamo che il miele ha proprietà antibatteriche ed emollienti, e spesso viene sciolto in tisane e latte caldo per contrastare gli effetti della tosse.
Ma è vero? Il miele ha effettivamente la capacità di “guarire” la tosse?
Ne parliamo con il dottor Federico Leone, otorinolaringoiatra di Humanitas San Pio X.
VERO
La tosse, sembra incredibile a dirsi, ha un ruolo molto importante nella salvaguardia della salute dell’adulto e del bambino: serve a liberare le vie aeree dal materiale in esso presente, come ad esempio l’eccesso di muco o l’eventuale presenza di qualche corpo estraneo, come polvere o pollini; ma è anche uno dei mezzi tramite cui le malattie infettive vengono trasmesse.
La tosse ha molteplici cause ed è particolarmente comune nei bambini, diciamo tra i 18 mesi e i 6 anni d’età: questo perché è nei primi 6 anni che il bambino tende a contrarre le infezioni virali ricorrenti.
Il miele, spesso fatto assumere sciolto nel latte caldo, ha azione emolliente e antiinfiammatoria e può avere effetti benefici sulla tosse riducendo lo stato di irritazione faringea che ne è causa o conseguenza. Numerosi studi hanno dimostrato come il miele, se assunto per una durata inferiore ai tre giorni, abbia un effetto positivo sulla tosse e sul riposo notturno del bambino.
Attenzione, però: questo non significa che, in caso di tosse, sia sufficiente assumere un po’ di miele per ottenere una pronta guarigione. Quando il bambino presenta una tosse persistente bisognerebbe in primo luogo essere sicuri che non abbia inalato un corpo estraneo, magari qualche piccola componente di un giocattolo. Dopodiché, è bene prestare attenzione all’idratazione del bambino, alla temperatura e all’umidità presente nell’ambiente domestico. Lavaggi nasali e aerosol con una soluzione fisiologica potrebbero aiutare a eliminare il muco, e quindi ad attenuare la violenza della tosse.
Se persiste, raccomandiamo di contattare il proprio specialista di fiducia e di non dare farmaci al bambino, se non specificatamente indicati da chi di dovere: si rischierebbe solo un ritardo della diagnosi.