Oculistica

Sindrome da visione al computer: di che si tratta?

La sindrome da visione al computer è piuttosto comune, e viene sviluppata da persone che trascorrono molte ore al giorno davanti al computer, in genere per lavoro, e che passano anche altro tempo davanti agli schermi di smartphone, tv e tablet.

L’abitudine a fissare uno schermo costantemente mette in difficoltà gli occhi e in alcuni casi può portare a sviluppare una vera e propria sindrome, chiamata appunto sindrome da visione al computer (CVS).

Questa unisce sintomi visivi, neurologici e motori e riguarda, seppur con intensità diverse, tra il 70 e il 90 per cento delle persone che passano molto tempo davanti a uno schermo; tra l’altro, queste persone sono spesso inconsapevoli di soffrirne.

Approfondiamo l’argomento con il professor Paolo Vinciguerra, Responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas e professore ordinario di Humanitas University.

Sindrome da visione al computer: i sintomi

Sono molti i sintomi associati alla sindrome da visione al computer: si va da quelli di tipo visivo e neurologico e problemi all’apparato muscolo-scheletrico dovuti alle posizioni assunte per troppo tempo.

Fra i più comuni indichiamo il bruciore agli occhi, l’affaticamento della vista, il mal di testa e una serie di dolori al collo dovuti alla posizione della testa per fissare il monitor.

I sintomi possono essere passeggeri e andar via non appena ci si allontana dal monitor.

È importante sapere che quando si osserva a lungo uno schermo, gli occhi si chiudono con minore frequenza: se normalmente li apriamo e chiudiamo tra le 17 e le 20 volte al minuto, quando lavoriamo al computer passiamo a 12-15 volte, creando in questo modo un sovraccarico per la vista.

Gli effetti dei dispositivi elettronici sulla visione

Nella sindrome da visione al computer i sintomi più frequenti che riguardano gli occhi sono la visione sdoppiata o offuscata, il bruciore, il prurito, il rossore del bulbo oculare e una secchezza oculare generica.

Di solito non compaiono immediatamente, ma si presentano dopo due o tre ore di lavoro. Spesso questi sintomi condizionano la resa di chi ne soffre, con un calo della concentrazione che può unirsi a sensazioni di disagio e ansia.

Oltre a una predisposizione, ad esempio in quei casi in cui si hanno particolari difetti di vista, questi sintomi possono dipendere da diverse cause, come per esempio il monitor che si utilizza ha scarsa risoluzione e caratteri che non hanno contorni ben definiti.

Una minore frequenza nella chiusura delle palpebre può poi contribuire al senso di secchezza e affaticamento e in alcune persone rende più probabile l’arrossamento.

Sindrome da visione al computer: cosa fare

Seppur particolarmente fastidiosa, la sindrome da visione al computer non crea danni nel lungo periodo, ma può sicuramente facilitare l’insorgenza di altre patologie, a partire dalla sindrome dell’occhio secco.

Tra i rimedi che possono aiutare gli occhi, includiamo:

 

  • osservare un punto a 10 di metri di distanza per almeno 20 secondi, ogni 20 minuti circa. Se c’è la possibilità di alzarsi in quel frangente, ci si può sgranchire e rilassare il collo;
  • utilizzare uno schermo ad alta definizione, ottimo in quanto può rendere meno faticosa la lettura a video, grazie ai caratteri più definiti e al maggiore contrasto. Da non dimenticare: il monitor dovrebbe essere tenuto a una distanza di 50 o 70 centimetri dagli occhi, con il bordo superiore alla stessa altezza degli occhi, in modo da tenere la testa lievemente inclinata verso il basso;
  • porre la luminosità dello schermo in modo tale che sia di poco superiore a quella dell’ambiente circostante, e l’ambiente di lavoro dovrebbe essere non troppo luminoso e privo di riflessi che confondono la vista, cosa che obbligherebbe gli occhi a fare sforzi maggiori;
  • utilizzare software che possono rendere più gialla la luce emessa dai monitor;
  • tenere spalle e testa all’indietro mentre si usa lo smartphone, avvicinando il suo schermo alla faccia e non viceversa: ciò permetterà di migliorare la postura comportando un piccolo sforzo in più per le braccia.