La stitichezza – o, meglio, la stipsi – è un problema che affligge moltissime persone, e ha cause spesso collegabili all’alimentazione.
Vediamo quali alimenti giocano un ruolo decisivo in uno dei più comuni problemi intestinali, e scopriamo quando è il caso di fare un controllo.
Che cos’è la stitichezza?
La stipsi è il rallentamento del contenuto del colon: questo rallentamento si trasformerà in una difficoltà a evacuare le feci.
È una problematica che interessa circa il 15% della popolazione, soprattutto le donne, e tende ad aumentare con l’avanzare dell’età.
Parliamo di stitichezza quando l’evacuazione avviene meno di tre volte a settimana.
Come risolvere il problema?
In caso di stipsi, come abbiamo anticipato, la prima cosa da fare è modificare la propria alimentazione, aumentando fino a 20-35 grammi al giorno l’assunzione di fibre: da favorire, quindi, frutta, verdura, cereali integrali, legumi.
Un’alimentazione ricca di fibre, infatti, facilita le contrazioni peristaltiche fisiologiche dell’intestino e favorisce la progressione delle feci nel colon e la loro espulsione.
Oltre alle fibre, fondamentale è l’idratazione: un giusto quantitativo di acqua, almeno un litro e mezzo al giorno, permette di ammorbidire le feci e di facilitare l’evacuazione.
Infine, è consigliabile svolgere attività fisica perché il movimento fisico favorisce il movimento intestinale.
Quali medicinali assumere?
Se l’alimentazione non basta, esistono alcuni integratori o medicinali che possono contribuire a risolvere il problema.
Tra i lassativi, indichiamo lo psyllium e la metilcellulosa, che aumentano, attraverso l’accumulo di acqua, il volume delle feci; e quelli di tipo osmotico, come i preparati a base di polietilene glicole, che trattengono l’acqua all’interno del colon.
Citiamo infine linaclotide e prucalopride, medicinali che richiedono l’autorizzazione di un medico.
Quando è il caso di fare un controllo?
Anche se non quotidiane, le feci dovrebbero essere di consistenza morbida ed evacuate senza particolari sforzi né dolore addominale, con un senso di svuotamento completo.
Quando non è così, sarebbe bene contattare il proprio medico, che proporrà la terapia migliore per risolvere il problema o valuterà la necessità di eseguire alcuni accertamenti diagnostici.