Da ottobre dell’anno scorso al 27 gennaio di quest’anno l’influenza aveva già causato 39 decessi di persone in età avanzata (8 su 10 non erano vaccinate), mentre 191 erano finite in terapia intensiva. Quattro sono state donne incinte ma la maggior parte dei casi gravi sono stati uomini. In Italia le settimane peggiori per questo malessere stagionale sono appena trascorse, con il maggior numero dei casi registrato nella sesta settimana dell’anno, 785 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale era pari a 11,99 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza era pari a 37,11 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 18,53 nella fascia 15-64 anni a 10,95 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 4,19 casi per mille assistiti.
A fine gennaio sono stati colpiti dall’influenza 725 mila italiani, che fanno arrivare a 3,6 milioni di persone i casi della stagione. Al picco i casi totali della stagione 2018/2019 sono saliti a 5 milioni.
Ne abbiamo parlato con il dottor Michele Lagioia, Responsabile della Direzione Medico Sanitaria di Humanitas.
Un tasso elevato di casi gravi
“Diversamente da quanto osservato fino alla fine del 2018 – ha spiegato il dottor Lagioia -, l’epidemia influenzale stagionale ha preso una consistenza inattesa: sia come numero di soggetti colpiti, sia come complicanze e mortalità. Non è difficile prevedere una curva epidemiologica che si andrà a posizionare fra quella dell’anno passato e quella della stagione 2004-05 , con un ritorno a meno di 4 soggetti colpiti per 1000 che dovrebbe arrivare fra la 12° e la 14° settimana dell’anno. Stiamo osservando un tasso elevato di casi gravi, ed una mortalità molto elevata (18%) . Questo sta mettendo sotto grande stress l’intero Sistema Sanitario Regionale: in particolar modo il pronto soccorso. Aumenta l’afflusso, aumenta il rate di ricovero, aumenta l’impatto sulle aree intensive”.
I sintomi dell’influenza e i 4 ceppi virali
Febbre alta, dolori, problemi respiratori. I più colpiti dall’influenza sono i bambini sotto i 5 anni. Il virus, che circola quest’anno in 4 diversi ceppi, è facile al contagio, soprattutto negli ambienti affollati come scuole o gli uffici grandi. Per il momento solo i virus del ceppo A sembrano essersi diffusi in modo capillare e sono i responsabili della maggior parte dei casi che in Italia si sono concentrati soprattutto in Umbria, Marche, Abruzzo, Calabria e nella provincia di Trento.
L’influenza è una malattia erroneamente considerata banale, per la quale è molto importante ricorrere alla profilassi vaccinale, sia per garantire una maggior protezione a se stessi, sia per proteggere dal contagio i soggetti più deboli, per cui il morbo può addirittura essere fatale o portare a gravi complicanze. Quest’anno, avvertono gli specialisti, è particolarmente critica anche la convalescenza, che si porta dietro una astenia particolarmente severa, l’inappetenza e una generale difficoltà a ristabilirsi completamente.