Mentre le ragazze, indicativamente tra i 10 e i 12 anni, sperimentano un evento fisiologico ben definito, come la comparsa della prima mestruazione, per i ragazzi non esiste un equivalente.
La mancanza di un segnale chiaro di cambiamento fa sì che difficilmente i giovani maschi si sottopongano a controlli andrologici durante l’adolescenza. Pertanto eventuali problematiche legate alla salute riproduttiva maschile, che possono emergere già prima o durante la pubertà, possono rimanere ignorate per anni prima di essere diagnosticate.
La diagnosi tardiva rende più complesso ottenere risultati terapeutici efficaci, poiché le condizioni spesso si sono già aggravate nel tempo, rendendo il trattamento più difficile.
Quando andrebbe dunque fatta la prima visita andrologica? Ne parliamo con il dottor Walter Vena, endocrinologo di Humanitas Gavazzeni e di Humanitas Medical Care di Bergamo.
La prima visita andrologica: a che età?
Sebbene non esistano linee guida ufficiali specifiche, è generalmente raccomandato dai maggiori esperti in campo riproduttivo che i ragazzi si sottopongano a una prima visita andrologica durante l’inizio della pubertà, intorno ai 13-14 anni. Questo è il momento in cui si verifica il primo aumento del volume testicolare, segno di un corretto avvio del processo fisiologico. Un secondo controllo può essere indicato verso i 17-18 anni per confermare il completamento del processo di sviluppo e verificare che tutte le caratteristiche sessuali secondarie siano state raggiunte.
Dopo queste prime fasi, la visita andrologica è consigliata ogni qual volta compaiano segni o sintomi associati a difficoltà nell’attività sessuale o nell’intimità. Ciò include disturbi sessuali comuni, soprattutto tra gli over 50, come la diminuzione del desiderio sessuale, la riduzione delle erezioni spontanee o una perdita evidente di interesse verso l’attività sessuale.
Ipogonadismo e disfunzione erettile
L’ipogonadismo è una delle principali patologie ormonali maschili e si verifica quando, a causa di un danno a livello dell’ipofisi, dei testicoli o di altre patologie organiche, si ha una ridotta funzionalità dei testicoli. Questi, essendo le gonadi maschili, vedono diminuire in modo significativo la loro capacità di produrre testosterone e spermatozoi, con evidenti conseguenze sulla fertilità e sulla salute generale.
Tra i sintomi più comuni dell’ipogonadismo è la disfunzione erettile, che rappresenta la disfunzione sessuale più diffusa. Si tratta dell’incapacità di ottenere o mantenere un’erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente, e può essere un segnale di una sottostante patologia cardiovascolare.
Tuttavia, la disfunzione erettile può avere anche cause psicologiche, sia a livello individuale che di coppia. In questi casi, il ruolo del partner diventa cruciale, poiché le dinamiche relazionali influenzano profondamente l’esperienza e la gestione di questo tipo di problema.