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Endocrinologia

Ecografia alla tiroide: a cosa serve?

Le patologie della tiroide, come l’ipertiroidismo, l’ipotiroidismo, il gozzo, la tiroidite, o i noduli, colpiscono le donne dieci volte più degli uomini, e la loro incidenza aumenta con l’età. Queste patologie possono però manifestarsi in ogni fase della vita della donna – dall’età fertile alla menopausa – con sintomi che possono influenzare e diminuire la qualità della vita. 

Un adeguato screening è fondamentale per prevenire e curare queste patologie: con esami di laboratorio indicatori della funzionalità tiroidea integrati da un’ecografia. Di ecografia tiroidea parliamo con la dottoressa Caterina Giannitto, medico radiologo esperto di imaging oncologico del distretto testa-collo del servizio di radiologia di Humanitas Rozzano e San Pio X.

A cosa serve l’ecografia della tiroide?

«L’ecografia è uno strumento utile nella diagnosi e nella gestione delle patologie della tiroide. Si tratta di un’indagine strumentale non invasiva e ripetibile ogni qualvolta necessario, anche in gravidanza, che utilizza gli ultrasuoni per studiare la tiroide e i linfonodi del collo. In genere, l’esame viene prescritto dopo valutazione specialistica endocrinologica o chirurgica per confermare la presenza di noduli tiroidei, per caratterizzare la natura benigna o maligna, e per valutare la struttura e le dimensioni della tiroide nel sospetto di disordini della funzionalità tiroidea», spiega la dottoressa Giannitto.

«L’ecografia può essere utilizzata come metodica di screening in pazienti ad alto rischio per neoplasie della tiroide, per anamnesi positiva familiare per cancro della tiroide, neoplasia endocrina multipla di tipo II (MEN) o per irradiazione del distretto testa collo in età infantile. 

In alcuni casi, all’ecografia della tiroide può essere associato l’ago-aspirato eco guidato dei noduli tiroidei per una migliore caratterizzazione mediante un prelievo citologico per stabilire la natura maligna o benigna della tiroide e quindi l’eventuale trattamento chirurgico».

Quando rivolgersi al medico?

«Dall’età fertile alla menopausa, è suggerita una valutazione specialistica endocrinologica con controllo della funzione della tiroide ed ecografia della tiroide per la diagnosi precoce di eventuali disfunzioni che in gravidanza possono anche avere ripercussioni sullo sviluppo del feto», sottolinea la specialista. 

I sintomi da non sottovalutare

«Sensazione di gonfiore al collo, difficoltà alla deglutizione, raucedine, sporgenza degli occhi, variazioni del peso corporeo sono sintomi specifici di una tiroide che non funziona bene, a cui spesso si associano sintomi generici, alcuni dei quali comuni a ipotiroidismo ipertiroidismo. In particolare, l’ipotiroidismo, la patologia caratterizzata da un funzionamento ridotto della tiroide, si può manifestare con sintomi generici quali stanchezza, sensazione di freddo, cute secca, perdita di capelli, stipsi, aumento del peso corporeo, edemi, gonfiore al viso, difficoltà di concentrazione e alterazioni del ciclo mestruale. In caso di ipertiroidismo, ovvero quando la tiroide funziona in modo eccessivo, possono essere presenti sintomi generici quali ansia, irritabilità, ridotta tolleranza al caldo ed eccessiva sudorazione, palpitazioni, tachicardia, aritmie, stanchezza, perdita di peso non voluta, dissenteria, tremori e alterazioni del ciclo mestruale», conclude la dottoressa Giannitto.