Sentire costantemente freddo può non essere solo una sensazione sgradevole, ma potrebbe anche essere un sintomo legato all’ipotiroidismo: una condizione che si verifica quando la tiroide non produce sufficienti ormoni.
Ne parliamo con la dottoressa Barbara Pirali, endocrinologa presso i centri medici Humanitas Medical Care.
Ipotiroidismo e freddo: quale legame?
La tiroide svolge un ruolo cruciale nella regolazione del metabolismo e nella produzione di calore corporeo, nota come termogenesi. Le persone con ipotiroidismo spesso sperimentano intolleranza al freddo a causa della produzione insufficiente di ormone tiroideo, necessario per queste funzioni.
Gli ormoni tiroidei non influenzano solo la temperatura corporea, ma hanno anche un impatto significativo su altri aspetti della salute, tra cui il peso corporeo, la salute cardiovascolare e la fertilità.
Ipotiroidismo: i sintomi
I sintomi dell’ipotiroidismo possono variare da persona a persona, ma alcuni dei più comuni includono:
- sensazione di fatica e stanchezza cronica
- pelle e capelli secchi
- debolezza e crampi muscolari
- aumento di peso non spiegato
- elevati livelli di colesterolo nel sangue
- irregolarità nel ciclo mestruale
- rallentamento della frequenza cardiaca.
Come curare l’ipotiroidismo?
La gestione dell’ipotiroidismo inizia con la prevenzione, che include un’adeguata assunzione di iodio attraverso l’alimentazione e controlli periodici, specialmente per coloro che hanno una storia familiare della malattia o presentano sintomi indicativi.
Per valutare il funzionamento della tiroide, è importante monitorare il valore del TSH (ormone tireostimolante), che è prodotto dall’ipofisi e regola l’attività ormonale della ghiandola tiroidea. Possono anche essere analizzati gli anticorpi anti-tiroide (come gli anticorpi contro la perossidasi tiroidea e la tireoglobulina, nonché gli anticorpi anti recettore del TSH), che sono associati a malattie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedow.
L’ipotiroidismo può essere efficacemente trattato con la somministrazione dell’ormone tiroideo L-tiroxina.
Lo specialista può anche decidere di valutare la necessità di un’ecografia tiroidea.
Questo esame permette di studiare la struttura, le dimensioni della tiroide e la presenza di noduli. In caso di noduli sospetti, viene effettuato l’agoaspirato per escludere la presenza di cellule tumorali.
Il riscontro ecografico di nodularità tiroidea è comune, ma nella maggioranza dei casi si tratta di noduli benigni e asintomatici.
In ogni caso, in caso di noduli è consigliato il controllo di uno specialista.
In questo modo si possono valutare le dimensioni, le caratteristiche ecografiche e la presenza di eventuali disturbi alla respirazione e alla deglutizione, sintomi che possono manifestarsi in caso di gozzi di grosse dimensioni.