<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" > <channel> <title>Disturbi di ansia e panico Archives - Humanitas Salute</title> <atom:link href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/</link> <description></description> <lastBuildDate>Sat, 10 Aug 2024 09:17:14 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <generator>https://wordpress.org/?v=6.7.1</generator> <image> <url>https://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/salute-logo-footer-150x99.png</url> <title>Disturbi di ansia e panico Archives - Humanitas Salute</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/</link> <width>32</width> <height>32</height> </image> <item> <title>Stanchezza, fatica e stress: potrebbe trattarsi di pandemic fatigue</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94850-stanchezza-fatica-e-stress-potrebbe-trattarsi-di-pandemic-fatigue/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94850-stanchezza-fatica-e-stress-potrebbe-trattarsi-di-pandemic-fatigue/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 15 Dec 2020 20:14:04 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[covid-19]]></category> <category><![CDATA[fatica]]></category> <category><![CDATA[giampaolo perna]]></category> <category><![CDATA[pandemic fatigue]]></category> <category><![CDATA[stress]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/stanchezza-fatica-e-stress-potrebbe-trattarsi-di-pandemic-fatigue/</guid> <description><![CDATA[<p>La pandemic fatigue, letteralmente fatica da pandemia, sta colpendo molte […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94850-stanchezza-fatica-e-stress-potrebbe-trattarsi-di-pandemic-fatigue/">Stanchezza, fatica e stress: potrebbe trattarsi di pandemic fatigue</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">La <strong>pandemic fatigue</strong>, letteralmente <strong>fatica da pandemia</strong>, sta colpendo molte persone in questo periodo: le stime ritengono che si tratti di più del 60% della popolazione europea con sintomi quali estrema stanchezza e spossatezza fisica e mentale. Ma cos’è la pandemic fatigue e come si può contrastare? Lo abbiamo chiesto al professor </span><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/giampaolo-robert-perna/"><span style="font-weight: 400;">Giampaolo Perna</span></a><span style="font-weight: 400;">, responsabile del Centro dei disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X e professore straordinario di psichiatria di Humanitas University. </span></p> <h2>Cos’è la pandemic fatigue</h2> <p><span style="font-weight: 400;">«La “pandemic fatigue” è una <strong>risposta mentale alle situazioni associate alla pandemia</strong> che stiamo vivendo e si stanno protraendo. Si potrebbe descrivere come una <strong>stanchezza che diventa insofferenza alle regole</strong> che hanno cambiato le nostre abitudini e ridotto la nostra libertà. Si fa quindi strada la<strong> voglia di libertà e autodeterminazione dei propri comportamenti, con il rischio di contravvenire alle indicazioni sociali e legislative</strong>. Questo perché, se nella prima fase della pandemia avevamo le risorse individuali e collettive accumulate nel periodo pre-COVID per rispondere allo stress causato dal timore per la salute, per le misure di limitazione della libertà, delle proprie scelte e abitudini, ora si vanno esaurendo le energie. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La<strong> stanchezza fisica e mentale</strong> di dover cambiare le proprie azioni automatiche e naturali in favore di misure non spontanee ma necessarie a proteggere e proteggerci dal contagio e l’incertezza della fine della pandemia, richiedono un grande dispendio di energie. Questo contribuisce anche a demoralizzare, demotivare e aumentare il senso di fatica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive la pandemic fatigue come una <strong>condizione mentale di demotivazione nel seguire i comportamenti protettivi raccomandati</strong>».</span></p> <h2>Quali rischi comporta?</h2> <p><span style="font-weight: 400;">La fatica da pandemia <strong>può manifestarsi in modo diverso da persona a persona</strong>. «Fattori emotivi, percettivi ed esperienze diverse condizionano l’insorgenza delle sensazioni associate alla pandemic fatigue, che implicano anche la tendenza a “normalizzare” la situazione e adattarsi a essa, con una riduzione della percezione pericolosa del virus», prosegue il prof. Perna. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Sono sensazioni comuni: <strong>affaticamento mentale, stanchezza fisica, demotivazione, pessimismo, noia, rabbia, paura, percezione di inutilità delle azioni quotidiane, appiattimento emozionale ma anche disturbi del sonno, difficoltà nell’organizzare la propria quotidianità e a mantenere la concentrazione, difficoltà a pianificare e progettare il futuro, tendenza a rassegnarsi alla situazione pandemica</strong>. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">«Accanto a queste sensazioni, però, resta il senso del pericolo per l’incertezza sull’andamento della pandemia, alimentato anche da informazioni spesso contraddittorie a riguardo», sottolinea lo specialista.</span></p> <h2>Come affrontare la pandemic fatigue?</h2> <p><span style="font-weight: 400;">«Dobbiamo imparare a risparmiare e rigenerare le energie fisiche e mentali; per farlo è importante <strong>imparare a vivere il presente</strong>, con le piccole cose che possono aiutarci a resistere fino al momento in cui ripartire appena l’emergenza sarà superata.</span><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">E mentre ci prepariamo, per ridurre l’impatto della pandemic fatigue e motivare le persone a resistere, l’OMS ritiene fondamentale che chi è ai vertici riconosca le difficoltà della situazione e l’impegno della gente, comprenda le fasce della popolazione più a rischio di fatica da pandemia, spieghi con trasparenza le ragioni delle restrizioni e delle scelte, coinvolgendo le persone coordinando azioni, comunicazioni e decisioni», conclude il prof. Perna.</span></p> <p><a href="https://prenota.humanitas.it/prestazioni/visita-psichiatrica-prima-visita?hours=qualsiasi&insurance=undefined"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-93473" src="https://www.humanitasalute.it//app/uploads/2020/05/PRENOTA-UNA-VISITA-4-e1589287870782-800x161.png" alt="" width="250" height="50" /></a></p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94850-stanchezza-fatica-e-stress-potrebbe-trattarsi-di-pandemic-fatigue/">Stanchezza, fatica e stress: potrebbe trattarsi di pandemic fatigue</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94850-stanchezza-fatica-e-stress-potrebbe-trattarsi-di-pandemic-fatigue/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>“Sto male ma non so perché”: quando rivolgersi a uno specialista?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94669-sto-male-ma-non-so-perche-quando-rivolgersi-a-uno-specialista/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94669-sto-male-ma-non-so-perche-quando-rivolgersi-a-uno-specialista/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 24 Nov 2020 19:35:06 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[covid-19]]></category> <category><![CDATA[francesco cuniberti]]></category> <category><![CDATA[panico]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/sto-male-ma-non-so-perche-quando-rivolgersi-a-uno-specialista/</guid> <description><![CDATA[<p>In questo periodo, forse più che in altri, può capitare […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94669-sto-male-ma-non-so-perche-quando-rivolgersi-a-uno-specialista/">“Sto male ma non so perché”: quando rivolgersi a uno specialista?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">In questo periodo, forse più che in altri, può capitare di sentirsi inadeguati, sopraffatti dalla nostra quotidianità, o più semplicemente possiamo sentirci male, senza sapere esattamente cosa provochi questo malessere.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Insieme al </span><span style="font-weight: 400;">dottor</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/francesco-cuniberti/"><b> Francesco Cuniberti</b></a><span style="font-weight: 400;">, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X, cerchiamo di capire cosa succede alla nostra psiche e come comportarsi di conseguenza.</span></p> <h2>Prima la diagnosi, poi il professionista</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Sono molti i motivi per cui possiamo sentirci giù, soprattutto in un momento di incertezza e </span><span style="font-weight: 400;">paura come quello che stiamo vivendo ora, a causa della pandemia da COVID-19. <strong>È assolutamente normale essere spaventati, stanchi e insofferenti</strong>. Ma quando questi malesseri diventano eccessivi, è molto importante che ci si rivolga a qualcuno che possa aiutarci, prima di tutto al proprio <strong>medico di fiducia</strong>. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Decidere di intraprendere di propria iniziativa un percorso psicoterapeutico, è un importante passo per intraprendere la strada per tornare a essere sereni. Se però, ci si rivolge a qualcuno senza delle corrette indicazioni, oppure una diagnosi, si rischia di investire tempo in modo non proficuo, con il rischio, in alcuni casi anche di ritardare o ostacolare il proprio percorso di cura. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Non tutte le psicoterapie sono uguali. Molti studi scientifici e le principali linee guida di trattamento forniscono prove ed indicazioni che, per determinati sintomi o disturbi, vi sono alcuni tipi di psicoterapia più efficaci di altri come nei Disturbi d’ansia o nel Disturbo Ossessivo Compulsivo con la psicoterapia cognitivo – comportamentale.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Rivolgersi ad un esperto, può aiutarci a intraprendere il percorso più adeguato costruito “ad hoc” su di noi.</span></p> <h2>I consigli dello specialista</h2> <h2>Non vergognarti, né sentirti in difetto</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Uno dei crucci delle ferite della nostra psiche è, purtroppo, la loro invisibilità. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">«Se mi ferisco a una gamba, la gamba sanguina e mi sentirò quindi legittimato a rivolgermi a un medico. Purtroppo la stessa cosa non capita quando di mezzo c’è il nostro benessere psichico ed emotivo», spiega il dottor Cuniberti. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">«Anche se una persona sorride, dentro non significa che non soffra di ansia o non sia depressa. <strong>Non bisogna assolutamente vergognarsi di star male</strong>, questo è fondamentale. Non è giusto sentirsi in difetto rispetto alle altre persone perché magari, solo apparentemente, sembrano capaci di gestire meglio la loro emotività: avere bisogno di un aiuto in questo momento, ma anche in generale, non è uno stigma», spiega lo specialista. «Frequentemente, nelle visite, la maggior parte del tempo la spendo su questo: far capire alla persona e, soprattutto ai familiari, che non è una vergogna chiedere aiuto e dire “io non sto bene!”.</span></p> <h2>Non sottovalutare il momento storico in cui stiamo vivendo</h2> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>La pandemia COVID-19 ha comportato un grande impatto sul benessere fisico ed emotivo della popolazione</strong>, non possiamo ignorarlo. C’è chi ha manifestato ansia, depressione e malessere durante lo sco</span><span style="font-weight: 400;">rso lockdown, chi invece sta percependo per la prima volta, o nuovamente, in questi giorni una maggiore incertezza, insofferenza e un grave disagio.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Alle preoccupazioni con cui quotidianamente viviamo, se ne aggiungono altre: dal disagio che possiamo provare perché ci troviamo nuovamente chiusi in casa, alla paura dell’infezione, al timore per la salute dei </span><span style="font-weight: 400;">propri cari. Le nostre certezze vacillano nuovamente.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Lo stress è alto, e l’eventuale comparsa di disturbi d’ansia e panico sono molto più che legittimati. </span></p> <h2>Parlane, se te la senti, con chi hai accanto</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Ricordati che non sei solo, in questa situazione. È anzi altamente probabile che chi ti sta accanto, dalla famiglia agli amici, al partner, si senta esattamente come te.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>Condividere con loro le tue emozioni e le tue percezioni ti aiuterà a prendere coscienza di questi sentimenti, a non sentirti solo e soprattutto sbagliato</strong>. Questa è il primo passo da affrontare per tornare a sorridere senz’ansia.</span></p> <p><a href="https://prenota.humanitas.it/prestazioni/visita-psicodiagnostica"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-97164" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94669-sto-male-ma-non-so-perche-quando-rivolgersi-a-uno-specialista/">“Sto male ma non so perché”: quando rivolgersi a uno specialista?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94669-sto-male-ma-non-so-perche-quando-rivolgersi-a-uno-specialista/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Ansia di ammalarsi: come riconoscerla?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94652-ansia-di-ammalarsi-come-riconoscerla/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94652-ansia-di-ammalarsi-come-riconoscerla/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Mon, 23 Nov 2020 21:10:20 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[covid-19]]></category> <category><![CDATA[giampaolo perna]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <category><![CDATA[panico]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/ansia-di-ammalarsi-come-riconoscerla/</guid> <description><![CDATA[<p>In questo periodo di incertezza, la paura di ammalarsi è […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94652-ansia-di-ammalarsi-come-riconoscerla/">Ansia di ammalarsi: come riconoscerla?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">In questo periodo di incertezza, la paura di ammalarsi è più facilmente associata all’infezione da COVID-19. Questa però, per molte persone, non è l’unica malattia che genera timore. Come riconoscere l’ansia di ammalarsi?</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Approfondiamo l’argomento con il professor </span><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/giampaolo-robert-perna/"><b>Giampaolo Perna</b></a><span style="font-weight: 400;">, responsabile del</span><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/unita-operative/centro-per-i-disturbi-dansia-e-di-panico/"> <b>Centro per i Disturbi d’Ansia e di Panico</b></a><b> di Humanitas San Pio X.</b></p> <h2>Come riconoscere l’ansia?</h2> <p><span style="font-weight: 400;">“Come ha evidenziato uno studio condotto dal nostro Centro durante la prima fase della pandemia, <strong>il 90% delle persone ha paura di infettarsi, il 77% di infettare i propri cari e il 65% di morire da COVID-19</strong>. La paura che oggi ci invade è sempre esistita come modalità di difesa dai pericoli, ma in alcuni è diventata patologica: significa che anzichè essere un’emozione utile per spingerci a effettuare visite di screening e attuare stili di vita preventivi (come nel caso della dieta o dell’attività fisica contro tumori, infarto, ictus), e applicare correttamente le misure di prevenzione del contagio da virus, <strong>diventa un’emozione capace di limitarci nella vita e nella quotidianità</strong>”, spiega il professor Perna. </span></p> <h2>Perché è importante riconoscerla?</h2> <p><span style="font-weight: 400;">“Conoscere l’ansia e la paura nei loro aspetti normali e patologici è particolarmente prezioso, specie durante una pandemia, poiché in una simile emergenza questa emozione prende il comando della nostra mente e del nostro corpo”, prosegue lo specialista.</span></p> <h2>Da dove nasce l’ansia di ammalarsi?</h2> <p><span style="font-weight: 400;">“L’ansia di ammalarsi può nascere da attacchi di ansia e panico che scatenano crisi di sintomi fisici così forti (respiratori, muscolari, cardiaci) da indurre nella persona la paura di avere qualcosa di grave, ma anche dalla tendenza a rimuginare troppo sugli eventi o dall’ossessione per la salute. Gestire l’ansia vuol dire innanzitutto affidarsi a informazioni corrette, non solo sul pericolo in corso, sia che si tratti dell’infezione da COVID-19, sia che si tratti di un tumore o qualsiasi altra malattia, ma anche sulle sensazioni che ci colpiscono”. </span><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2>Imparare a riconoscere l’ansia di ammalarsi</h2> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>L’ansia può trasformarsi in stati ansiosi patologici e in fobie, se eccessiva e immotivata</strong>.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">“Infatti, quando la paura di ammalarsi supera certi limiti e diventa una vera e propria ipocondria, è una patologia che rovina la vita di chi ne soffre e di chi gli sta vicino. Saper distinguere l’esordio, saper riconoscere se si tratta di un momento di paura, di ansia ragionevole oppure non coerente con il reale pericolo, è importante per far fronte al problema chiedere aiuto a uno specialista, specie se il risultato è una limitazione della propria vita.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>Temere di ammalarsi è un’emozione utile se serve a mettere in atto azioni protettive o preventive che siano commisurate al rischio</strong>. Per poter rispondere in maniera appropriata ai potenziali rischi di ammalarsi, è fondamentale avere dei punti di riferimento chiari rappresentati dalle informazioni che si possono ottenere. Se la nostra ansia di ammalarci è normale, più chiare sono le informazioni, più pertinente sarà la nostra reazione emotiva. Quando le informazioni non sono chiare, l’ansia aumenta tendendo e prevedere il peggio come sta accadendo in questa fase pandemica», conclude il professor Giampaolo Perna.</span></p> <h2>Ansia di ammalarsi e ipocondria: due definizioni</h2> <p><span style="font-weight: 400;">L’</span><b>Ansia di ammalarsi</b><span style="font-weight: 400;"> è l’emozione anticipatoria di un potenziale o presunto </span><b>pericolo futuro di ammalarsi; </b><span style="font-weight: 400;">può comparire in maniera graduale e durare a lungo. Questa si manifesta con </span><b>tensione muscolare, apprensione, necessità di controllo</b><span style="font-weight: 400;">, e dipende dall’effettivo rischio presente e dai comportamenti di protezione che si mettono in atto.</span></p> <p><b>L’Ipocondria, o Disturbo da ansia di malattia</b><span style="font-weight: 400;">, è una </span><b>preoccupazione eccessiva</b><span style="font-weight: 400;"> e non giustificata dai fatti nei confronti della propria salute fisica, con la </span><b>convinzione poco realistica ma molto forte</b><span style="font-weight: 400;"> che qualsiasi sintomo fisico sia il segnale di una grave malattia. Controlli su se stessi e ricerche ripetute di informazioni sul web sulla malattia e le loro manifestazioni e l’evitamento delle situazioni che possano scatenare questa ansia accompagnano la quotidianità di queste persone.</span></p> <p><a href="https://prenota.humanitas.it/medico/dott-perna-giampaolo?hours=qualsiasi&insurance=undefined"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-93473" src="https://www.humanitasalute.it//app/uploads/2020/05/PRENOTA-UNA-VISITA-4-e1589287870782-800x161.png" alt="" width="250" height="50" /></a></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94652-ansia-di-ammalarsi-come-riconoscerla/">Ansia di ammalarsi: come riconoscerla?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94652-ansia-di-ammalarsi-come-riconoscerla/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Come aiutare chi ha un disturbo di panico</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94422-come-aiutare-chi-ha-un-disturbo-di-panico/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94422-come-aiutare-chi-ha-un-disturbo-di-panico/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Mon, 26 Oct 2020 20:46:08 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[attacco di panico]]></category> <category><![CDATA[disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[giovanna vanni]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <category><![CDATA[psicologia]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/come-aiutare-chi-ha-un-disturbo-di-panico/</guid> <description><![CDATA[<p>Avere un familiare o un amico con un disturbo di […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94422-come-aiutare-chi-ha-un-disturbo-di-panico/">Come aiutare chi ha un disturbo di panico</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Avere un familiare o un amico con un disturbo di panico è una situazione molto spiacevole, specie se non si sa come aiutare.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Abbiamo chiesto alla dottoressa</span><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/giovanna-vanni/"> <span style="font-weight: 400;">Giovanna Vanni</span></a><span style="font-weight: 400;">, </span><span style="font-weight: 400;">medico-psicoterapeuta del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X</span><span style="font-weight: 400;">, qualche consiglio pratico su come aiutare una persona a noi vicina a superare un attacco di panico.</span></p> <h2>Personalizzare l’aiuto</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Elemento fondamentale comune a tutti coloro che si trovano ad assistere un proprio caro deve essere <strong>la non colpevolizzazione e il non giudicare.</strong> Oltre a ciò è necessario che le modalità siano personalizzate in base alle caratteristiche della persona a noi vicina. Vediamo come.</span></p> <h2>Usare un tono rassicurante</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Chi ha un attacco di panico davanti ad altre persone rischia di aggiungere ulteriore ansia a causa della vergogna. Usare un tono rassicurante e spiegare che si è lì per lui, senza giudicare, diventa essenziale. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>Sono bandite frasi giudicanti come “è tutto nella tua testa”, oppure “stai esagerando”</strong>, frasi che non faranno altro che aggravare la situazione. Bisogna invece cercare di usare empatia, facendo sentire la propria presenza fisica, cercando di far capire alla persona di essere compresa e accolta. Il disturbo di panico non ha nulla a che vedere con la volontà e chi ha un attacco di panico non esagera, sta davvero molto male. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>Dobbiamo comunicare che lo comprendiamo con chiarezza</strong> veicolando anche il concetto che, per quanto spaventoso, l’attacco, in genere, passa rapidamente. Importante è far passare all’altro che possiamo riuscire a comprendere cosa stia provando (mettendoci davvero nei suoi panni) dicendo ad esempio: “Lo so che è dura, stai molto male aspettiamo insieme che passi”. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Ognuno ha il proprio carattere così, anziché imporre il nostro modo in cui affronteremo questa difficoltà, chiediamo direttamente come chi sta avendo un attacco di panico vorrebbe che ci comportassimo. “Posso abbracciarti?” “Posso stringerti le mani?” </span></p> <h2>Niente pressioni</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Non è certo il momento di insistere sul cercare di capire cosa abbia causato l’attacco, né lanciarsi in interpretazioni psicologiche.</span></p> <h2>L’importanza della respirazione</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Invitare chi sta soffrendo a controllare la respirazione può aiutare: <strong>spesso chi sta avendo un attacco di panico tende a fare brevi respiri rapidi, rischiando di andare in iperventilazione</strong>; altri ancora trattengono addirittura il fiato. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">L’iperventilazione, la tachicardia spaventano chi le prova e chi assiste. <strong>Calmiamoci noi prima di tutto e regoliamo la nostra respirazione</strong>, poi si può iniziare a provare a chiedere di contare inspirazioni ed espirazioni, incoraggiando l’individuo a rallentarne il numero contandole insieme.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Si può anche respirare insieme, andando a far coincidere inspirazioni ed espirazioni, prestando attenzione a inspirare col naso ed espirare con la bocca. </span></p> <h2>Anche i gesti contano</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Durante un attacco di panico può capitare che l’individuo abbia, improvvisamente, troppo caldo o addirittura abbia i brividi. Sempre senza imporsi, si può provare a proporre di rinfrescarsi il volto, o di avvolgersi in una coperta, in base alle necessità.</span></p> <h2>“Sono qui con te”</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Un attacco di panico in genere dura poco ma sappiamo bene che, per chi ne sta subendo uno, quel tempo è percepito come eterno. Dopo la fase più acuta, l’attacco di panico comincerà a scemare. Aspettare che passi con la persona colpita è un ottimo modo per mostrare la propria vicinanza. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Talvolta, tuttavia, <strong>può succedere che la persona che sta subendo l’attacco sia scortese o ci allontani</strong>. Personalizziamo il nostro comportamento a seconda delle esigenze dell’altro. Anche l’essere scortese può essere compreso perché può capitare a chiunque di essere irritabili e scortesi quando si sta male, quindi non è il momento di discutere o di mostrarsi offesi. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Potrebbe cercare di allontanarci, quindi facciamo un passo indietro continuando a veicolare che capiamo la situazione e che siamo disponibili a lasciare spazio ma siamo comunque presenti.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">In ogni caso, per chi si trova ad assistere qualcuno che ha un attacco di panico consigliare di rivolgersi a uno specialista è il primo passo. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Anche in questo caso sarà necessario consigliarlo in modo non giudicante dicendo frasi del tipo: “<strong>può capitare a tutti, magari capiterà anche a me e chiederò aiuto a uno specialista, che dici lo cerchiamo insieme o vuoi che ti accompagni?</strong>”</span></p> <p><a href="https://prenota.humanitas.it/prestazioni/visita-psicodiagnostica"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-97164" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94422-come-aiutare-chi-ha-un-disturbo-di-panico/">Come aiutare chi ha un disturbo di panico</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94422-come-aiutare-chi-ha-un-disturbo-di-panico/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Fobie: l’aiuto dello specialista per imparare a gestirle</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94064-fobie-laiuto-dello-specialista-per-imparare-a-gestirle/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94064-fobie-laiuto-dello-specialista-per-imparare-a-gestirle/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 10 Sep 2020 17:54:27 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[fobie]]></category> <category><![CDATA[giampaolo perna]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <category><![CDATA[panico]]></category> <category><![CDATA[paura]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/fobie-laiuto-dello-specialista-per-imparare-a-gestirle/</guid> <description><![CDATA[<p>Abbiamo tutti paura di qualcosa. La paura, emozione nobilissima, può […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94064-fobie-laiuto-dello-specialista-per-imparare-a-gestirle/">Fobie: l’aiuto dello specialista per imparare a gestirle</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Abbiamo tutti paura di qualcosa. La paura, emozione nobilissima, può però diventare un ostacolo alla nostra quotidianità e trasformarsi in una vera e propria fobia.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Per evitare di farsi condizionare esageratamente, seguiamo i consigli del professor </span><a href="https://www.humanitas-sanpiox.it/medici/giampaolo-robert-perna/"><b>Giampaolo Perna</b></a><span style="font-weight: 400;">, responsabile del Centro per i Disturbi d’Ansia e di Panico di Humanitas San Pio X, che ha trattato l’argomento nel suo libro “Piccole e grandi paure” .</span></p> <h2>L’importanza di rivolgersi a un esperto</h2> <p><span style="font-weight: 400;">«Le fobie non sono paure esagerate, ma vere e proprie patologie che possono influenzare anche molto negativamente la vita delle persone. Per questo, il primo passo per imparare a gestirle è parlarne con un esperto e ricevere una buona diagnosi, che avviene necessariamente sotto la guida dello specialista.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La diagnosi serve non solo a stabilire la terapia adeguata, ma anche a individuare il disturbo che le sottende. Infatti, oggetto della cura a cui collaborano medico psichiatra, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e il paziente stesso, sarà proprio il disturbo, così da imparare poco a poco a gestire la fobia». </span></p> <h2>La terapia cognitivo-comportamentale: i tre passi</h2> <p><span style="font-weight: 400;">La </span><b>terapia cognitivo-comportamentale </b><span style="font-weight: 400;">è un modo efficace che può aiutare concretamente a superare le fobie. Questa terapia consta di tre passi fondamentali.</span></p> <p><b>Affrontare la situazione temuta dal vivo e in maniera graduale</b><span style="font-weight: 400;">, senza l’intervento di persone “esterne” che in genere sono chiamate in soccorso di fronte alla situazione che origina la fobia. È importante anche cercare di non formulare possibili scuse o giustificazioni a cui si ricorre abitualmente davanti alla situazione paurosa.</span></p> <p><b>Aspettare che la sensazione di paura raggiunga il culmine e si affievolisca</b><span style="font-weight: 400;">, prima di allontanarsi dalla situazione o circostanza temuta.</span></p> <p><b>Ripetere più volte il primo e secondo passo</b><span style="font-weight: 400;">, altrimenti la paura non sarà mai vinta. Questo è l’unico modo per consolidare il risultato raggiunto e poter dire di aver iniziato a imparare a come si gestisce la fobia.</span></p> <h2>Non trascinate la fobia per tutta la vita<span style="font-weight: 400;"> </span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">«Importante per evitare di trascinarsi la fobia per tutta la vita è</span><b> affidarsi sempre a terapie basate su evidenze scientifiche</b><span style="font-weight: 400;"> certe e adatte alla propria situazione, e accertarsi di seguire una strategia farmacologica corretta</span><span style="font-weight: 400;">».</span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94064-fobie-laiuto-dello-specialista-per-imparare-a-gestirle/">Fobie: l’aiuto dello specialista per imparare a gestirle</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/94064-fobie-laiuto-dello-specialista-per-imparare-a-gestirle/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Stress da rientro: cos’è e come affrontarlo</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93989-stress-da-rientro-cose-e-come-affrontarlo/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93989-stress-da-rientro-cose-e-come-affrontarlo/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Mon, 31 Aug 2020 14:28:19 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ferie]]></category> <category><![CDATA[francesco cuniberti]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <category><![CDATA[stress]]></category> <category><![CDATA[stress da rientro]]></category> <category><![CDATA[vacanze]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/stress-da-rientro-cose-e-come-affrontarlo/</guid> <description><![CDATA[<p>Sappiamo che il rientro dalle ferie può essere un momento […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93989-stress-da-rientro-cose-e-come-affrontarlo/">Stress da rientro: cos’è e come affrontarlo</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Sappiamo che il rientro dalle ferie può essere un momento complicato. Molti infatti sono coloro che sono rientrati da poco al lavoro, e che magari si sentono particolarmente stanchi e privi di energia nonostante le vacanze appena finite.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Al di là della stanchezza, rientrare dalle vacanze può essere una forte fonte di stress dovuta alla ripresa della routine familiare e lavorativa. Come possiamo evitarlo, e ricominciare la nostra vita quotidiana con meno ansia e più motivazione?</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Ne parliamo con il dottor</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/francesco-cuniberti/"> <b>Francesco Cuniberti</b></a><span style="font-weight: 400;">, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X.</span></p> <h2>Il rientro può trasformarsi in vera e propria ansia</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Purtroppo è così: alcune persone tendono a preoccuparsi della fine delle vacanze ancor prima di partire.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La chiamiamo, soprattutto nei paesi anglosassoni, genericamente</span><i><span style="font-weight: 400;"> Post-vacation Blues</span></i><span style="font-weight: 400;"> o </span><i><span style="font-weight: 400;">Holiday Blues</span></i><span style="font-weight: 400;"> e i suoi sintomi sono ben riconoscibili: preoccupazione, calo della concentrazione e dell’attenzione, aumento dell’irritabilità, tachicardia, fino ad arrivare a provocare alterazioni del sonno e dell’appetito, emicrania, spossatezza.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">L’ansia da rientro può durare qualche giorno, o protrarsi nel tempo, al punto da diventare limitante. Fortunatamente possiamo fare qualcosa per contrastarla. </span></p> <h2>Parola d’ordine: gradualità</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Quando è possibile, bisognerebbe cercare di non passare “da zero a cento” da un giorno all’altro. È bene riprendere gradualmente i propri impegni, personali o lavorativi che siano, per darsi il tempo di “riambientarsi” alla “vecchia” quotidianità. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Ugualmente, si dovrebbe evitare di passare dal dormire 8-10 ore al giorno, al dormirne 5-6: meglio provare a coricarsi prima alla sera, così da essere il più riposati possibile la mattina successiva. </span></p> <h2>Le liste di cose da fare possono venirci in aiuto</h2> <p><span style="font-weight: 400;">L’ansia può essere tenuta sotto controllo preparando delle semplici liste di cose da fare una volta rientrati. L’atto di spuntarne alcune ci darà l’impressione di avere meno arretrati, così come sapere esattamente quali sono le urgenze.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Un’accortezza: andrebbero evitate le liste troppo lunghe, poiché potrebbero provocare l’effetto contrario e aumentare la sensazione di sconforto e, naturalmente, di ansia. </span></p> <h2>Non è necessario indicare la data precisa del rientro</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Un piccolo trucco per diminuire l’ansia da rientro è non annunciare la data effettiva del proprio ritorno dalle vacanze: così facendo, si potranno riprendere i propri impegni con meno pressione esterna, dedicando non appena possibile e riacclimatati al rientro in città, il tempo ai propri cari e ai colleghi di lavoro.</span></p> <h2>Non trascurare alimentazione e attività fisica</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Svolgere attività fisica all’aperto, specialmente approfittando delle temperature esterne ancora miti, aiuta a tenere impegnata la mente e a diminuire l’ansia. Si potrebbe iniziare con qualche camminata, magari al parco più vicino, in compagnia dei propri amici, da soli o con il proprio animale domestico.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Curare l’alimentazione, inoltre, permetterà di sentirsi fisicamente meglio al proprio rientro, specie se durante le vacanze si è esagerato un po’ con le calorie. Non si devono però vivere gli eventuali chili di troppo con un senso di colpa, anche l’aver soddisfatto il proprio palato in vacanze è un modo per prendersi cura di se stessi.</span></p> <h2>Non dimenticarsi di se stessi</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Durante le vacanze abbiamo magari avuto il tempo di dedicarci a tutti quegli hobby e a quelle attività che, normalmente, non facciamo con costanza. È invece importantissimo ritagliarsi, all’interno della routine quotidiana, dei momenti per svolgere le attività che più ci piacciono. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Fondamentale è trovare qualcosa di “nuovo” e di stimolante da iniziare con il ritorno, per ottenere degli stimoli piacevoli per affrontare le incombenze quotidiane. Relegare le attività piacevoli alle sole vacanze è un errore molto comune, ma che va evitato: ogni giorno si può – e si dovrebbe – cercare di fare il possibile per essere felici. </span></p> <p><a href="https://prenota.humanitas.it/prestazioni/visita-psicodiagnostica"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-97164" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93989-stress-da-rientro-cose-e-come-affrontarlo/">Stress da rientro: cos’è e come affrontarlo</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93989-stress-da-rientro-cose-e-come-affrontarlo/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Da cosa deriva l’ipocondria?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93978-da-cosa-deriva-lipocondria/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93978-da-cosa-deriva-lipocondria/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Fri, 07 Aug 2020 08:18:33 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[francesco cuniberti]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <category><![CDATA[ipocondria]]></category> <category><![CDATA[psichiatria]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/da-cosa-deriva-lipocondria/</guid> <description><![CDATA[<p>L’ipocondria, attualmente definito nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93978-da-cosa-deriva-lipocondria/">Da cosa deriva l’ipocondria?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">L’ipocondria, attualmente definito nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5) come Disturbo da ansia di malattia, è il disturbo per il quale una persona interpreta erratamente ed eccessivamente alcune sensazioni provenienti dal proprio organismo sviluppando intensa preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia, </span><b>nonostante, </b><span style="font-weight: 400;">nella maggior parte dei casi,</span><b> abbia ricevuto, da uno o più specialisti, anche attraverso l’esecuzione di numerosi esami, rassicurazioni sul proprio stato di buona salute</b><span style="font-weight: 400;">.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Da dove deriva, questa patologia? E come si affronta?</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Ne abbiamo parlato con il dottor</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/francesco-cuniberti/"> <b>Francesco Cuniberti</b></a><span style="font-weight: 400;">, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X.</span></p> <h2>Ipocondria: cause e sintomi della paura di essere malati</h2> <p><span style="font-weight: 400;">I soggetti che sviluppano questo disturbo, frequentemente fin dalla giovane età e con uguale prevalenza negli uomini e nelle donne, presentano una predisposizione a interpretare in modo errato sensazioni del proprio corpo come di pericolo o di malessere. La preoccupazione non è rivolta tanto al sintomo, ma alla possibilità che questo indichi, automaticamente, una grave malattia.</span></p> <p><b>L’esatta eziologia del disturbo rimane in gran parte sconosciuta.</b><span style="font-weight: 400;"> Tuttavia, diversi fattori di rischio sono stati implicati nel suo sviluppo.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Tra questi, uno dei più studiati è l’ambiente familiare. Se una persona è cresciuta in una famiglia in cui vi è una costante e sproporzionata preoccupazione per la salute e possibili malesseri/malattie, questo può portare ad </span><b>atteggiamenti iperprotettivi e lo sviluppo nel tempo di una fragilità personale che influenza ogni aspetto della vita anche nell’età adulta.</b></p> <p><span style="font-weight: 400;">Anche le persone con disturbi d’ansia sottostanti (per esempio il Disturbo d’ansia generalizzato o Disturbo di Panico) hanno un maggiore rischio di sviluppare preoccupazioni ipocondriache.</span></p> <h2>I sintomi</h2> <p><span style="font-weight: 400;">L’intensa preoccupazione di sviluppare una malattia o di averne una non ancora diagnosticata porta i pazienti a consultare </span><b>e a cambiare spesso medico curante</b><span style="font-weight: 400;"> in quanto non soddisfatti dalle rassicurazioni che sono fornite dagli specialisti. I pazienti tenderanno a reiterare comportamenti non necessari, come la </span><b>prenotazione di frequenti visite e analisi di controllo</b><span style="font-weight: 400;">, risonanze e lastre, </span><b>l’attitudine a parlare del proprio stato di salute</b><span style="font-weight: 400;"> in molte situazioni, anche a sproposito, </span><b>la misurazione compulsiva della pressione sanguigna</b><span style="font-weight: 400;"> e le continue ricerche sul web per determinare autonomamente il proprio stato di salute. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">All’intensa preoccupazione che li porta ad aver paura di contrarre gravi malattie, si aggiungono molti sintomi secondari, che comportano atteggiamenti di ricerca di rassicurazione e attenzione da parte dei familiari.</span></p> <h2>Affrontare l’ipocondria</h2> <p><span style="font-weight: 400;">Il paziente giunge alla visita psichiatrica, nella maggior parte dei casi, spinto dai familiari. È fondamentale la ricerca di un buon rapporto di fiducia e un’alleanza terapeutica forte con il medico, in modo che i pazienti si sentano a proprio agio nel discutere le loro preoccupazioni di salute senza paura di essere giudicati.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Tra le possibili strategie terapeutiche un percorso di </span><b>psicoterapia</b><span style="font-weight: 400;"> ed, eventualmente, in casi specifici, il </span><b>ricorso a terapie psicofarmacologiche, </b><span style="font-weight: 400;">risulta la strada migliore.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è un percorso di terapia che si concentra sul trattamento delle convinzioni cognitive disadattive e disfunzionali del paziente mediante strategie di cambiamento del comportamento. Si devono affrontare le abitudini del paziente in merito all’eccessivo controllo del corpo alla ricerca di segni di malattia. È fondamentale includere anche l’educazione verso le normali sensazioni del corpo e sulle loro normali variazioni.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">In specifici casi in cui è necessario ricorrere a terapie farmacologiche, gli antidepressivi come gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) e gli inibitori del reuptake della serotonina-noradrenalina (SNRI) sono quelli con maggiori evidenze di efficacia e di minori effetti collaterali.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Infine è importante indicare al paziente alcuni “trucchi” che possono risultare importanti: come favorire l’attività fisica giornaliera e ridurre l’assunzione di sostanze che possono aumentare l’ansia, come per esempio il caffè, le bevande energizzanti, il fumo e, ovviamente, le sostanze stupefacenti.</span></p> <p><a href="https://prenota.humanitas.it/prestazioni/visita-psicodiagnostica"><img decoding="async" class="aligncenter wp-image-97164" src="http://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/PRENOTA-UNA-VISITA-4.png" alt="" width="250" height="48" /></a></p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93978-da-cosa-deriva-lipocondria/">Da cosa deriva l’ipocondria?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93978-da-cosa-deriva-lipocondria/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Cercare i propri sintomi in internet può aiutare il medico nella diagnosi. Vero o falso?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/vero-falso/93137-cercare-i-propri-sintomi-in-internet-puo-aiutare-il-medico-nella-diagnosi-vero-o-falso/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/vero-falso/93137-cercare-i-propri-sintomi-in-internet-puo-aiutare-il-medico-nella-diagnosi-vero-o-falso/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 17 Mar 2020 09:06:49 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[Vero/Falso]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[francesco cuniberti]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <category><![CDATA[ipocondria]]></category> <category><![CDATA[panico]]></category> <category><![CDATA[vero falso]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/cercare-i-propri-sintomi-in-internet-puo-aiutare-il-medico-nella-diagnosi-vero-o-falso/</guid> <description><![CDATA[<p>Al giorno d’oggi Internet dà la possibilità di accedere con […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/vero-falso/93137-cercare-i-propri-sintomi-in-internet-puo-aiutare-il-medico-nella-diagnosi-vero-o-falso/">Cercare i propri sintomi in internet può aiutare il medico nella diagnosi. Vero o falso?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Al giorno d’oggi Internet dà la possibilità di accedere con facilità a un quantitativo enorme di informazioni: è sufficiente porre una domanda nel proprio motore di ricerca e, in pochi secondi, potremo consultare risultati provenienti da fonti più o meno verificate.</span><span style="font-weight: 400;">Non sono poche le persone che utilizzano il web per provare a capire i propri disturbi o sintomi. Può quest’abitudine aiutare il medico nella diagnosi?</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Lo abbiamo chiesto al dottor</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/francesco-cuniberti/"> <b>Francesco Cuniberti</b></a><span style="font-weight: 400;">, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X. </span></p> <p> </p> <p><b>FALSO.</b></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Spesso noto, nei pazienti che hanno precedentemente cercato su Internet i propri sintomi, alcuni comportamenti ricorrenti. </span><span style="font-weight: 400;">Questi pazienti tendono infatti a dirigere la discussione sulle patologie che pensano di avere; utilizzano termini specialistici – e, come si può facilmente immaginare, a volte del tutto fuori luogo – per descrivere i sintomi che manifestano. Spesso utilizzano anche frasi o affermazioni fuori contesto allo status culturale del paziente stesso.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Per lo specialista la situazione diventa doppiamente problematica: non bisogna combattere solo con la patologia in questione, ma è necessario riconquistare la fiducia del paziente e vincere contro un “falso collega”, Google, che tutto sa e mai sbaglia. </span><span style="font-weight: 400;">Certo, sul web si possono trovare anche fonti autorevoli che nessuno vieta di consultare, ma occorre sottolineare come il quadro clinico di un paziente non si deduce da un semplice elenco di sintomi, ma da tutta una serie di fattori e caratteristiche individuali che possono essere chiariti attraverso l’incontro con lo specialista.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Vorrei invitare chi legge, quindi, a fare due riflessioni: la prima riguarda la necessità di accettare il fatto che il web sia ricco di fake news, difficili da smascherare per i non addetti ai lavori. </span><span style="font-weight: 400;">La seconda riguarda l’interpretazione di ciò che viene letto. Lo specialista ha impegnato buona parte della propria vita per studiare, informarsi, approfondire la propria conoscenza sull’argomento, fare esperienza nel proprio campo: impariamo a fidarci.</span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/vero-falso/93137-cercare-i-propri-sintomi-in-internet-puo-aiutare-il-medico-nella-diagnosi-vero-o-falso/">Cercare i propri sintomi in internet può aiutare il medico nella diagnosi. Vero o falso?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/vero-falso/93137-cercare-i-propri-sintomi-in-internet-puo-aiutare-il-medico-nella-diagnosi-vero-o-falso/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Coronavirus e stress: come gestirli?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93059-coronavirus-e-stress-come-gestirli/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93059-coronavirus-e-stress-come-gestirli/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 11 Mar 2020 08:45:15 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[coronavirus]]></category> <category><![CDATA[giampaolo perna]]></category> <category><![CDATA[humanitas san pio x]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/coronavirus-e-stress-come-gestirli/</guid> <description><![CDATA[<p>Stiamo vivendo un momento di emergenza globale, in cui le […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93059-coronavirus-e-stress-come-gestirli/">Coronavirus e stress: come gestirli?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Stiamo vivendo un momento di emergenza globale, in cui le incertezze e le paure sembrano spesso avere il sopravvento.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"><strong>L’epidemia COVID-19 sta creando anche una situazione di stress generale difficile da gestire</strong>. Lo stress è comprensibile, aumentato com’è dai repentini cambiamenti delle nostre abitudini a cui siamo stati sottoposti negli ultimi giorni: pensiamo alle scuole chiuse, allo smart working, all’autoquarantena, ma anche alla confusione che deriva dall’eccessiva quantità di informazioni diffuse e (spesso) non affidabili.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha da poco pubblicato un’infografica che contiene alcuni consigli per gestire al meglio lo stress e affrontare le nostre paure: regole semplici, ma che possono fare la differenza al momento del bisogno.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Abbiamo commentato la notizia con il</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/giampaolo-robert-perna/"> <b>professor Giampaolo Perna</b></a><span style="font-weight: 400;">, Responsabile del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2><span style="font-weight: 400;">I consigli dell’OMS contro lo stress</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">1)</span> <span style="font-weight: 400;">È normale sentirsi tristi, stressati, confusi, spaventati o arrabbiati durante un momento di crisi come questo. Parlare con persone di cui ti fidi può aiutare: contatta i tuoi amici e la tua famiglia.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">2)</span> <span style="font-weight: 400;">Se devi rimanere a casa, mantieni uno stile di vita sano: via libera a una dieta corretta, a un numero adeguato di ore di sonno, esercizio fisico quotidiano e contatti sociali con i propri cari, a casa quando possibile, e via e-mail e telefono quando non lo è.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">3)</span> <span style="font-weight: 400;">Non utilizzare il fumo, l’alcol o sostanze stupefacenti per affrontare le tue emozioni. Se ti senti sopraffatto, parla con un operatore sanitario o un consulente. È necessario avere un piano, sapere dove andare e come cercare aiuto per la tua salute fisica e mentale.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">4)</span> <span style="font-weight: 400;">Attento alle fake news. Raccogli le informazioni che ti aiuteranno a determinare con precisione il rischio, in modo da poter assumere precauzioni ragionevoli. Basati solo su fonti attendibili.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">5)</span> <span style="font-weight: 400;">Limita la preoccupazione e l’agitazione riducendo il tempo che tu e la tua famiglia trascorrete guardando o ascoltando i media o leggendo i post sui social network.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">6)</span> <span style="font-weight: 400;">Per gestire le tue emozioni durante questa emergenza, ricordati di come hai affrontato in passato le avversità della vita.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2><span style="font-weight: 400;">Il commento dello specialista</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;"> «Le raccomandazioni dell’OMS sono assolutamente condivisibili», spiega il dottor Perna. «Rinforzerei l’importanza della paura e dell’ansia come emozioni assolutamente utili e salutari che devono guidare il comportamento verso l’applicazione concreta delle azioni protettive che le autorità suggeriscono e che possono salvarci dalle conseguenze di questa emergenza».</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">«È normale avere una sensazione di perplessità e di stranezza dovuta alla necessità di cambiare la propria routine, così come è normale vivere questo momento con incertezza. Darei rilievo al ruolo centrale dell’attività fisica e dell’allenamento come strumenti per aumentare l’efficienza fisica e il senso di benessere, entrambi necessari per sostenere un atteggiamento positivo in questo momento così complesso e difficile. Infine ricorderei a tutti che <strong>l’imperativo di proteggersi secondo le indicazioni delle autorità affonda le radici nel nostro spirito altruistico verso le persone a noi care, soprattutto quelle anziane e deboli</strong>».</span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93059-coronavirus-e-stress-come-gestirli/">Coronavirus e stress: come gestirli?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93059-coronavirus-e-stress-come-gestirli/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Qual è il ruolo della famiglia nei disturbi d’ansia?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93055-qual-e-il-ruolo-della-famiglia-nei-disturbi-dansia/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93055-qual-e-il-ruolo-della-famiglia-nei-disturbi-dansia/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 11 Mar 2020 08:14:08 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Disturbi di ansia e panico]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[family accomodation]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/qual-e-il-ruolo-della-famiglia-nei-disturbi-dansia/</guid> <description><![CDATA[<p>In Italia sono circa 6 milioni le persone che soffrono […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93055-qual-e-il-ruolo-della-famiglia-nei-disturbi-dansia/">Qual è il ruolo della famiglia nei disturbi d’ansia?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><b>In Italia</b><span style="font-weight: 400;"> sono circa </span><b>6 milioni le persone </b><span style="font-weight: 400;">che soffrono di disturbi d’ansia e di panico: ve ne sono diverse tipologie e tra le più comuni e frequentemente invalidanti menzioniamo la </span><b>fobia specifica </b><span style="font-weight: 400;">(FS), il </span><b>disturbo di panico </b><span style="font-weight: 400;">(DP), il </span><b>disturbo d’ansia sociale</b><span style="font-weight: 400;"> (DAS) e il </span><b>disturbo d’ansia generalizzata </b><span style="font-weight: 400;">(DAG).</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Più frequenti nel sesso femminile, i disturbi d’ansia esordiscono nella vita dell’individuo molto presto, in tarda età infantile (in alcuni casi, già a 11 anni) e all’inizio della fase adolescenziale: va da sé che la famiglia abbia un ruolo fondamentale nella gestione e nella presa di coscienza del problema.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Ma in che modo? Ne abbiamo parlato con il dottor</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/francesco-cuniberti/"> <b>Francesco Cuniberti</b></a><span style="font-weight: 400;">, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X. </span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Le problematiche relative ai disturbi d’ansia</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Iniziamo con l’affermare che una percentuale significativamente elevata di pazienti </span><b>non viene curata: di circa il 50%</b><span style="font-weight: 400;"> dei pazienti a cui viene riconosciuto un disturbo d’ansia, solo 1/3 riceve un trattamento adeguato. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">È spesso difficile per chi soffre riconoscere di avere un problema e richiedere l’aiuto adatto. Alla base di questa difficoltà può esserci l’imbarazzo di aver bisogno degli altri, la resistenza familiare, l’incapacità di trovare esperti qualificati, la semplice vergogna di ammettere di avere bisogno di un supporto psichiatrico o la natura “invisibile” del problema. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Molto spesso si dà la colpa dello sviluppo di un disturbo d’ansia alla famiglia, a comportamenti che hanno caratterizzato il lavoro genitoriale (l’attaccamento, la rigidità, il senso di colpa eccetera), o a eventi traumatici o stressanti.</span></p> <p> </p> <p><b>Ridurre solo a questi indici l’origine dei disturbi d’ansia è un errore. </b><span style="font-weight: 400;">È ormai assodato che allo sviluppo di un individuo e delle sue caratteristiche cooperano anche altri fattori, come la biologia, la perdita del benessere fisico, l’ereditabilità e la predisposizione genetica.</span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Family Accommodation, il coinvolgimento della famiglia</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">I disturbi d’ansia non colpiscono solo chi ne è direttamente affetto, ma anche le persone a loro vicine: familiari e partner si ritrovano spesso a dover sopportare il peso della malattia, costretti a vivere con e prendersi cura di una persona con una patologia invalidante.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Con il termine </span><b>family accommodation</b> <b>(FA)</b><span style="font-weight: 400;"> si intende il ruolo e il livello di coinvolgimento della famiglia nel disturbo di un determinato paziente. il suo ruolo è fondamentale in quanto, in alcuni casi, il familiare mette in atto comportamenti specifici e diretti che possono favorire il mantenimento o provocare l’aggravamento della sintomatologia.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Il medico dovrà indagare da subito il ruolo dei familiari e il grado del loro coinvolgimento nel disturbo: è importante fornire loro </span><b>informazioni corrette</b><span style="font-weight: 400;">, spiegare cosa succede e aiutarli a capire il familiare. Se l’ansia non è mai stata vissuta in maniera eccessiva, risulterà più complicato capire la sofferenza che sta provando il familiare in quel momento.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Lo specialista potrà poi proporre al familiare del paziente strategie di coping, cioè tecniche personali che lo aiutino a gestire i sintomi di tensione/ansia che la malattia del proprio caro gli può indurre. Qualora semplici suggerimenti d’azione non fossero sufficienti, è possibile usufruire di interventi più strutturati, di percorsi di psicoeducazione o anche di psicoterapia cognitivo comportamentale mirati alla gestione della persona con la malattia.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Troverà modi per </span><b>coinvolgere i familiari nella cura, </b><span style="font-weight: 400;">insegnando loro come non vivere passivamente il disturbo, a supportare il paziente nel modo corretto e con le giuste tecniche.</span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Humanitas per i disturbi d’ansia e panico</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Da giugno 2019 ha aperto il Centro per i disturbi d’ansia e di panico presso Humanitas San Pio X.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Il Centro di Medicina Personalizzata sui Disturbi d’Ansia e di Panico si propone come punto di riferimento per un approccio innovativo nella diagnosi e cura dei disturbi d’ansia e di panico che supera la semplice diagnosi psichiatrica, per costruire un profilo di cura personalizzato per ogni paziente.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">A partire dal profilo personalizzato, creato attraverso test psicometrici, psicofisiologici, neuropsicologici, ematochimici e sulla personalità, si imposta insieme al paziente un progetto terapeutico, farmacologico e/o psicoterapeutico a seconda dei casi, che permetterà di massimizzare la possibilità di raggiungere il benessere completo, riprendere in mano la propria vita, affrontando passo dopo passo le difficoltà e i problemi che possono insorgere nel percorso riabilitativo e terapeutico impostato.</span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93055-qual-e-il-ruolo-della-famiglia-nei-disturbi-dansia/">Qual è il ruolo della famiglia nei disturbi d’ansia?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/disturbi-di-ansia-e-panico/93055-qual-e-il-ruolo-della-famiglia-nei-disturbi-dansia/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> </channel> </rss>