Frutta e verdura sono la base di una dieta sana. La frutta, però è ricca di zucchero, il fruttosio, che contribuisce ad alzare la glicemia nei malati di diabete. Molti, quindi, credono che sia meglio evitare la frutta. Vero o falso? L’abbiamo chiesto agli specialisti di Endocrinologia e Diabetologia di Humanitas.
Falso. La frutta, così come i vegetali, sono componenti importanti di una dieta sana anche per le persone con diabete tipo 1 e tipo 2. Tuttavia, sia la quantità che la qualità dei carboidrati in generale, inclusi quelli derivanti dalla frutta come il fruttosio, possono influenzare la risposta glicemica, comportare incremento ponderale, insulino-resistenza e ipertrigliceridemia. Un consumo moderato di frutta, meglio fresca e di stagione, e con un basso indice glicemico, è certamente raccomandato. L’indice glicemico, ovvero la velocità con cui aumenta il livello di glicemia in seguito all’assunzione di un alimento, deve infatti essere considerato nella scelta degli alimenti da introdurre nella dieta del diabetico perché può determinare un miglioramento del controllo glicemico e ridurre il rischio di iperglicemia.
In generale, quindi, meglio:
- preferire frutta fresca e di stagione da consumare con la buccia ben lavata
- evitare la frutta cotta o disidratata perché è maggiore la concentrazione di zuccheri dovuta alla perdita di acqua con cottura o disidratazione
- limitare ad una sola volta la settimana, il consumo di frutta zuccherina come uva fresca, banane, fichi, cachi, noci, arachidi, nocciole, castagne
- evitare la frutta sciroppata
- consumare la frutta a distanza di due ore dal pasto, come spuntini, per evitare di aumentare il carico glicemico dopo il pasto, specie se il pasto include carboidrati (pane, pasta, pizza)
- evitare succhi di frutta confezionati, spremute e succhi centrifugati perché, anche se “senza zuccheri aggiunti”, sono in realtà un concentrato di zuccheri “naturali” dalla frutta