Caduta dei capelli: cos’è importante sapere

Una perdita di fino a 100 capelli al giorno è considerata fisiologica e normale. È particolarmente comune durante le stagioni di transizione come l’autunno e la primavera, e non dovrebbe destare preoccupazione. Tuttavia, è consigliabile consultare un medico specialista in dermatologia se si verifica un evidente e significativo aumento della caduta dei capelli.

Approfondiamo l’argomento con l’aiuto del dottor Maurizio Nudo, responsabile del Servizio di Dermatologia di Humanitas Castelli Bergamo e dermatologo presso i centri medici Humanitas Medical Care.

 

La calvizie negli uomini può comparire a partire dai 16 anni

La calvizie, nota anche come alopecia androgenetica, può manifestarsi in due forme: precoce, che colpisce i giovani a partire dai 16 anni, o tardiva, che si verifica in persone con un’età superiore ai 30 anni.

 

La perdita dei capelli è più rapida in età giovanile

Il diidrotestosterone, un metabolita attivo del testosterone, è più abbondante durante l’età giovanile, esercitando un forte impatto negativo sulla salute dei bulbi piliferi. Con l’avanzare dell’età, la concentrazione di diidrotestosterone diminuisce, riducendo così l’attività dannosa sui bulbi del capello.

 

La caduta dei capelli è diversa in maschi e femmine

Il testosterone, presente in concentrazioni maggiori nel sangue maschile, soprattutto durante l’età giovanile, può provocare un attacco più aggressivo ai bulbi piliferi. Questo fenomeno spiega perché la perdita di capelli nei maschi si manifesti in modo più evidente, coinvolgendo intere aree del cuoio capelluto come quelle parietali, centrali e del vertice. Nelle femmine, la presenza di testosterone è significativamente inferiore, il che porta a un diradamento meno marcato e alla formazione di “chiazze” in cui la densità dei capelli è ridotta quindi lo spazio tra un bulbo e l’altro è aumentata.

 

Il ruolo di pettini, spazzole, phon e piastre

L’uso di pettini troppo stretti o l’uso vigoroso delle spazzole può provocare traumi al capello e al bulbo pilifero, influenzando così la caduta dei capelli e, in casi più gravi, compromettendo la ricrescita. Anche l’uso prolungato e eccessivamente ravvicinato del phon a temperature elevate, così come l’uso vigoroso di piastre per capelli ad alte temperature, può causare danni simili.

 

Tagliare spesso i capelli non ne ferma la caduta

Il taglio dei capelli non influisce sulla loro struttura. Un capello tagliato corto avrà la stessa consistenza di uno lungo, e il taglio non avrà alcun impatto sulla salute del bulbo pilifero.

 

I capelli non si indeboliscono lavandoli

Il capello è parte integrante della cute e, pertanto, va trattato con la stessa cura e attenzione con cui si deterge il viso. È importante mantenere i capelli puliti, specialmente durante l’attività fisica o in ambienti polverosi. Tuttavia, per l’uso quotidiano, è consigliabile evitare l’uso di prodotti troppo aggressivi, che potrebbero danneggiare la cute e il bulbo pilifero. Ad esempio, è meglio evitare abusando di prodotti indicati per trattare la dermatite seborroica, per capelli grassi o per la forfora secca e comunque limitare il loro uso solo nelle fasi acute dopo aver consultato uno specialista dermatologo.

 

Indossare cappelli non causa la caduta dei capelli

La perdita dei capelli ha una base genetica ed è causata dall’effetto del testosterone sui bulbi piliferi. L’uso prolungato di cappelli, cappellini o copricapi di qualsiasi tipo non è una causa diretta della calvizie.

 

Calvizie e perdita dei peli non sono collegate

Sono due problematiche completamente distinte. La perdita dei peli nella zona della barba, delle ascelle, delle ciglia o delle sopracciglia può essere associata alla perdita dei capelli solo in caso di alopecia areata, una patologia specifica che ha cause differenti dalla calvizie.

 

Non esistono prodotti che prevengono la caduta dei capelli

Non esiste alcun prodotto, shampoo o un balsamo, in grado di prevenire la caduta dei capelli. Le dichiarazioni che affermano ciò non sono supportate da evidenze scientifiche.

Redazione Humanitas Salute: