Sono entrambi farmaci da banco, per cui non serve la prescrizione medica. Entrambi analgesici usati nell’automedicazione, il paracetamolo (o acetaminofene) e l’ibuprofene vengono usati per lenire il dolore generico. Dal mal di testa, ai dolori mestruali a quelli articolari, si tratta di due fra i principi attivi più usati per questo scopo. Ma che differenza c’è fra loro? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Maria Fazio, responsabile della farmacia di Humanitas.
Paracetamolo e ibuprofene: le differenze
Mentre il paracetamolo allevia il dolore e abbassa la febbre, l’ibuprofene ha anche un effetto antinfiammatorio. Di entrambi i farmaci è bene non abusare, ma assumerli sono quando è davvero necessario. Mentre il paracetamolo può essere usato, a bassi dosaggi, anche in gravidanza (previo parere dello specialista o del proprio medico di base che valuterà il singolo caso e l’eventuale presenza di allergie), l’ibuprofene è sconsigliato alle donne incinte a causa della sua potenziale capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine nel neonato.
Quando assumere paracetamolo e quando l’ibuprofene?
Se si è in presenza di febbre, dolori di intensità da lieve a moderata come il mal di denti, mal di ossa, dolore post-chirurgico e mal di testa da cefalea muscolotensiva (quindi, non derivante da emicrania), ma anche dolore muscolo-scheletrico associato a processi infettivi acuti, l’analgesico più raccomandato è il paracetamolo. Nei casi di artrite, artrosi e spondilite anchilosante (artrite della colonna vertebrale), l’infiammazione non reumatica e dolori mestruali meglio l’ibuprofene che, come il paracetamolo, non è raccomandato nei pazienti con problemi gastrici, insufficienza renale o epatica. L’ibuprofene è da evitare anche se si assumevano farmaci antipertensivi o anticoagulanti alto rischio di interazione.