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Chirurgia plastica

Mastectomia, come ridurre il dolore grazie al lipofilling

Ne soffre circa il 40% delle donne che hanno subito una mastectomia, cioè l’asportazione della mammella in seguito ad un tumore al seno. La cosiddetta Post Mastectomy Pain Syndrome (PMPS) è un dolore che le pazienti localizzano proprio tra l’ascella e il braccio, vicino alla cicatrice lasciata dall’operazione, e che spesso non permette di lenire un trauma già difficile da superare per molte donne e ne compromette la qualità di vita, costringendole ad assumere antidolorifici, anti-infiammatori e antidepressivi. Il prof. Marco Klinger, Responsabile di Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Humanitas e autore di uno studio pubblicato sulla rivista “Plastic and Reconstructive Surgery Journal” ha spiegato come l’autotrapianto di grasso (lipofilling) sia in grado di diminuire di un terzo la sindrome dolorosa che segue la mastectomia.

 

Lo studio di Humanitas

Lo studio condotto in Humanitas dal prof. Marco Klinger ha interessato 113 pazienti, dimostrando come l’autotrapianto di grasso diminuisca di un terzo la sindrome dolorosa che segue la mastectomia. Pubblicato sulla rivista “Plastic and Reconstructive Surgery Journal”, una delle più prestigiose riviste di chirurgia plastica del mondo, il lavoro del professor Klinger ha mostrato come il dolore nelle pazienti affette da PMPS sia diminuito di 3,23 su una scala di 10 e che il miglioramento rimane costante nel tempo.

Cos’è il lipofilling

“In questo studio – ha chiarito Klinger – abbiamo utilizzato la stessa tecnica, il lipofilling, che riscuote tanto successo in ambito estetico e ricostruttivo”. L’autotrapianto di grasso consiste in un trattamento poco invasivo e non doloroso, indicato quindi e ben tollerato da pazienti che hanno già alle spalle cure e trattamenti impegnativi. Oltre alle sue applicazioni in ambito estetico, la tecnica del lipofilling viene utilizzata anche nella chirurgia ricostruttiva per migliorare i tessuti cicatriziali dopo gravi ustioni, e anche, come in questo caso, per riempire i vuoti lasciati da un tumore.

L’innesto adiposo riduce l’infiammazione cronica

L’operazione viene eseguita con la paziente in anestesia locale. Dall’addome o dai fianchi viene prelevata una piccola quantità di grasso, che una volta centrifugato e filtrato viene iniettato nella sede da trattare e riempire. “Nel caso delle donne operate di tumore al seno, l’infiltrazione di grasso avviene nella zona della cicatrice – ha spiegato il professore -. I risultati dello studio, che ha coinvolto 113 donne, sono molto positivi, ma ovviamente c’è ancora molto da indagare”, tra cui l’origine del dolore della sindrome post mastectomia.  “Grazie alle cellule staminali adulte presenti nel grasso, l’innesto adiposo contribuisce a ridurre lo stato di infiammazione cronico. Inoltre – ha concluso Klinger – come più volte constatato, si verifica un importante rimodellamento della cicatrice, che diventa più morbida e meno visibile”.