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Chirurgia generale

Fistola anale: le cause e i sintomi

La fistola anale è un piccolo canale che si forma a seguito della persistenza della secrezione che collega la ghiandola anale, da cui origina l’ascesso, alla pelle intorno all’ano. In circa la metà dei casi, infatti, la fistola anale deriva da un precedente ascesso, ovvero dall’infezione spontanea di una ghiandola anale che determina una cavità infetta e ripiena di pus situata vicino all’ano o al retto.

Dolore acuto e febbre sono i sintomi più comuni di un ascesso e spesso occorre un intervento chirurgico per risolvere questa condizione e per prevenire la successiva evoluzione in fistola anale.

Ne parliamo con il dottor Leonardo Lenisa, specialista in chirurgia generale presso Humanitas San Pio X e i centri medici Humanitas Medical Care.

Fistola anale: quali sono le cause?

La maggior parte delle fistole anali sono conseguenza di ascessi spontanei delle ghiandole anali. In altri casi, meno frequenti, possono originare da complicazioni di ragadi anali, traumi o infezioni. In alcuni pazienti, le fistole anali possono anche associarsi o rappresentare la prima manifestazione di malattie infiammatorie croniche intestinali, come la malattia di Crohn.

Quali sono i sintomi della fistola anale?

I sintomi di una fistola anale includono dolore, gonfiore, irritazione della pelle attorno all’ano, secrezione di pus e talvolta febbre.

Fistola anale: la visita proctologica per la diagnosi

La diagnosi di fistola anale si effettua durante una visita specialistica proctologica, in cui si individua l’orifizio fistoloso esterno. Successivamente, per determinare con precisione il percorso della fistola e identificare possibili tramiti secondari, ascessi a ferro di cavallo o raccolte pelviche profonde, può essere necessario eseguire un’ecografia endoanale o una Risonanza Magnetica delle pelvi.

Come trattare un ascesso anale?

La comparsa di un ascesso anale o perianale è generalmente un’esperienza molto dolorosa e debilitante e rappresenta una situazione di urgenza chirurgica. Il trattamento dell’ascesso prevede l’evacuazione del suo contenuto attraverso un’incisione o un drenaggio. Nei casi meno gravi, questo può essere fatto in ambulatorio, ma spesso è necessario intervenire in sala operatoria in anestesia.

La cura di una fistola anale è spesso complessa e deve equilibrare l’obiettivo di eradicare la malattia con la necessità di preservare la funzione sfinteriale di continenza. Poiché la fistola anale può attraversare i muscoli sfinteri nel suo percorso, è cruciale adottare strategie chirurgiche che permettano di eliminare la fistola, trattare la sua origine all’interno del canale anale e, allo stesso tempo, preservare al massimo l’integrità dell’apparato sfinteriale.

Ci sono diverse tecniche chirurgiche e strumenti utilizzabili nel trattamento delle fistole anali. È importante riconoscere che nei casi più complessi, il tasso di fallimento al primo tentativo di trattamento può superare il 30%. In alcuni casi, può essere necessario utilizzare temporaneamente un “setone”, un filo di drenaggio in silicone o altro materiale chirurgico, per consentire un adeguato drenaggio delle cavità ascessuali e la stabilizzazione della fistola, facilitando così la successiva eliminazione chirurgica.