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Allergie e asma

Asma, terapia cortisonica e nuovi farmaci biologici a confronto

Quando si manifesta con sintomi gravi, l’asma è una patologia prevalentemente curata con farmaci corticosteroidi. In Italia sono circa 124.000 gli asmatici che vengono esposti regolarmente a questo trattamento e ai suoi effetti collaterali non trascurabili che, a loro volta, necessitano di ulteriore trattamento. La nuova frontiera è invece rappresentata dalle terapie con i farmaci biologici, in grado di ridurre l’uso di cortisone. Questo tipo di trattamento consente nel lungo periodo un risparmio nella spesa per le cure di questa patologia ma soprattutto per gli effetti collaterali ad essa collegata nel caso di terapie cortisoniche a lungo termine. Ne abbiamo parlato con il prof. Giorgio Walter Canonica, Past-presidente SIAAIC e Responsabile del Centro di Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia di Humanitas.

 

Sei mesi di trattamento aumentano l’incidenza di diverse patologie

In tutto gli italiani che soffrono d’asma sono oltre 4 milioni: di questi ben 200.000 sono affetti dalla forma grave e 124.000 vengono trattati con corticosteroidi per via orale cronicamente e questo li espone al rischio di andare incontro a diversi effetti collaterali. L’utilizzo di corticosteroidi per oltre 6 mesi per il trattamento dell’asma grave non solo aumenta il rischio di effetti collaterali, ma aumenta anche i costi per far fronte a problemi quali ipertensione, osteoporosi e fratture, cataratta e glaucoma, diabete e insufficienza renale.

Il primo studio italiano realizzato e pubblicato su World Allergy Organization Journal (WAOJ), ha valutato con attenzione l’impatto clinico ed economico dei cortisonici nell’asma grave grazie ai dati dal Registro del progetto SANI (Severe Asthma Network Italy). Lo studio, promosso da SIAAIC, la Società Italiana di Asma, Allergia e Immunologia Clinica, in collaborazione con la Società Italiana di Pneumologia (SIP), le linee guida GINA (Global Initiative on Asthma) e i farmacoeconomisti dell’Università di Pavia, ha valutato questi farmaci come molto impattanti a livello economico, oltre che pieni di effetti collaterali.

 

La necessità di eseguire correttamente le terapie

Solo il 13,8 percento dei pazienti affetti da asma grave esegue correttamente le terapie inalatorie prescritte dal medico e ricorrere anche alle nuove terapie con farmaci biologici in grado di ridurre l’uso di cortisone, che consentono perciò nel lungo periodo un risparmio nella spesa per le cure ma soprattutto per gli effetti collaterali. «La maggior parte degli italiani con asma raggiunge un buon controllo della malattia usando basse dosi di cortisonici inalatori, ma un 3,5-10% richiede dosaggi maggiori o non riesce ad avere comunque un buon controllo dei sintomi”, spiega il dottor Canonica -. I risultati ottenuti valutando il costo di ogni evento avverso correlato al tasso di probabilità che questo si manifesti, mostrano chiaramente un incremento nella spesa all’aumentare dell’impiego dei cortisonici: per un soggetto non asmatico si parla di circa 1000 euro l’anno, in chi soffre di asma grave l’esborso raddoppia arrivando a circa 2000 euro a paziente all’anno».

 

Osteoporosi e insufficienza renale fra i rischi collaterali

L’osteoporosi colpisce il 16% degli asmatici gravi esposti al cortisone, contro il 3% della popolazione generale. Poi ci sono i disturbi della digestione, che riguardano il 65% contro il 24% di chi non ha asma grave, l’insufficienza renale, che dal 7% sale al 14%, il diabete, che arriva al 10% contro il 6%, l’obesità, che sale al 42% contro il 23% della popolazione generale.

Limitando l’uso del cortisone e preferendo i farmaci biologici si potrebbero quindi evitare problemi anche gravi per i pazienti.