Uomini e donne, fisiologicamente parlando, presentano una serie di differenze che riguardano anche il loro sistema immunitario. Pare che le donne in particolare siano più resistenti degli uomini alle infezioni, si ammalino meno e guariscano con più facilità.
Ma sarà vero? Ne parliamo con il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica di Humanitas e docente di Humanitas University.
Le donne sono immunologicamente superiori agli uomini
Evolutivamente parlando la donna, in età fertile, deve essere protetta per mantenere la propria capacità di procreare.
Clinicamente ciò si traduce nel fatto che le donne siano meno soggette a infezioni, e quando queste avvengono, sono meno aggressive proprio grazie al fatto che il loro sistema immunitario è più forte: il professor Selmi ne ha parlato nel suo nuovo libro, Fortissime per natura. Perché le donne sono immunologicamente superiori (Piemme 2020).
Esistono infatti due tipi di immunità: innata e acquisita. L’immunità innata è la nostra componente difensiva naturale, già attiva nel nostro organismo; l’immunità acquisita, come suggerisce il nome, è quella che si forma grazie agli anticorpi di memoria, che consentono di proteggere l’individuo quando l’agente patogeno si ripresenta. In entrambi i casi, la donna possiede immunità più forti.
Le donne hanno un’immunità che di base ha una maggior efficacia contro virus e batteri e produce più facilmente anticorpi. È noto infatti che le donne abbiano anche una migliore risposta ai vaccini, inoltre alcune componenti cellulari, come le cellule dendritiche e i linfociti, funzionano nel sesso femminile in maniera più efficace. Tutto questo è legato soprattutto all’effetto positivo degli ormoni estrogeni ma anche a fattori genetici legati al cromosoma X.
Uomini e donne di fronte a Covid-19
In merito alla recente epidemia di Covid-19, è stato ampiamente dimostrato che uomini e donne reagiscono in maniera differente al virus, e le donne paiono essere maggiormente resistenti.
Come spiega il professor Selmi: “Per quanto riguarda Covid-19 l’impressione è che siano più fortemente colpiti i maschi. In realtà, il rischio di infezione non dovrebbe essere differente, se si esclude il fatto che in genere le donne sono più ligie nei confronti di prevenzione e terapie; sembra perciò verosimile che anche nel caso di Covid-19 la malattia abbia manifestazioni più gravi negli uomini. Fra i pazienti con un decorso più severo, oltre 6 casi su 10 sono uomini: possono avere un peso abitudini come il fumo, più diffuse fra i maschi, o anche la diversa espressione della “porta” molecolare per l’ingresso del virus”.
Questa porta d’entrata del virus nelle cellule dell’epitelio polmonare, l’ACE2 è una proteina il cui gene si trova sul cromosoma X, su uno dei cromosomi sessuali di cui la donna possiede 2 copie.
Che legame c’è tra le donne e malattie autoimmuni?
Nella maggioranza dei casi le malattie autoimmuni colpiscono il sesso femminile, con una percentuale che arriva addirittura al 90% per il lupus eritematoso sistemico o l’80% per l’artrite reumatoide.
Questo rappresenta l’altro lato della medaglia di quanto detto sul sistema immunitario più efficiente nel sesso femminile e può dipendere principalmente da tre fattori:
- L’effetto degli ormoni sessuali femminili, in particolare quelli estrogeni, sul sistema immunitario. Infatti, quasi tutte le malattie autoimmuni tendono a migliorare durante la gravidanza e possono peggiorare dopo il parto mentre hanno andamento meno prevedibile dopo la menopausa quando gli estrogeni si riducono rapidamente.
- I numerosi geni presenti sul cromosoma X che sono coinvolti nel sistema immunitario; ogni donna possiede due copie di questo cromosoma e pertanto può avere un’espressione diversa dei geni dell’X.
- Le differenze del microbioma intestinale tra uomini e donne, a sua volta influenzato dagli estrogeni.