<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" > <channel> <title>Magazine Archives - Humanitas Salute</title> <atom:link href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/</link> <description></description> <lastBuildDate>Sat, 10 Aug 2024 09:14:17 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <generator>https://wordpress.org/?v=6.7.1</generator> <image> <url>https://www.humanitasalute.it/wp-content/uploads/2024/08/salute-logo-footer-150x99.png</url> <title>Magazine Archives - Humanitas Salute</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/</link> <width>32</width> <height>32</height> </image> <item> <title>World Cancer Day 2020: la diagnosi precoce può fare la differenza</title> <link>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/92874-world-cancer-day-2020-la-diagnosi-precoce-puo-fare-la-differenza/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/92874-world-cancer-day-2020-la-diagnosi-precoce-puo-fare-la-differenza/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 05 Feb 2020 14:30:04 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Uncategorized]]></category> <category><![CDATA[armando santoro]]></category> <category><![CDATA[cancro]]></category> <category><![CDATA[diagnosi precoce]]></category> <category><![CDATA[humanitas]]></category> <category><![CDATA[tumori]]></category> <category><![CDATA[world cancer day 2020]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/world-cancer-day-2020-la-diagnosi-precoce-puo-fare-la-differenza/</guid> <description><![CDATA[<p>Ogni anno, il 4 febbraio, si celebra il World Cancer […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/uncategorized/92874-world-cancer-day-2020-la-diagnosi-precoce-puo-fare-la-differenza/">World Cancer Day 2020: la diagnosi precoce può fare la differenza</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Ogni anno, il 4 febbraio, si celebra il World Cancer Day, la giornata mondiale della lotta contro il cancro. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Il tema dell’edizione 2020 è “I am and I will” (Io sono e io sarò), un augurio a salvare milioni di vite aumentando la consapevolezza e l’educazione alla prevenzione del cancro, spingendo governi e individui di tutto il mondo a fare qualcosa di concreto per contrastare la malattia.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Ne parliamo con il professor <a href="https://www.humanitas.it/medici/armando-santoro"><strong>Armando Santoro</strong></a>, Direttore di Humanitas Cancer Center.</span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">I numeri del 2019</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Secondo il rapporto redatto da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori, nel 2019 sono registrati circa 2000 casi di tumore in meno rispetto all’anno 2018: 371mila diagnosi (196.000 uomini e 175.000 donne) contro le 373mila nel 2018.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">I tumori più frequenti sono quello alla mammella, (nel 2019 53.500 casi), al colon-retto (49000), al polmone (42.500), alla prostata (37.000) e alla vescica (29.700). Mentre si è vista una diminuzione dei casi di tumore al colon retto, allo stomaco, al fegato, alla prostata e, solo negli uomini, le neoplasie al polmone, che invece tendono ad aumentare nelle donne di circa il 2,2% annuo. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">In crescita anche il tumore alla mammella, al pancreas, alla tiroide e i melanomi. </span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">A cinque anni dalla diagnosi, grazie anche ai sempre più efficaci programmi di screening, la sopravvivenza degli individui colpiti da tumore è del 63% delle donne e il 54% degli uomini.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2><span style="font-weight: 400;">La diagnosi precoce fa la differenza</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Le neoplasie, almeno inizialmente, sono circoscritte in una ristretta area del nostro organismo e la maggior parte delle volte sono asintomatiche. È questa la fase più importante in cui possono essere affrontate con un’efficacia maggiore: trattamenti chirurgici, farmacologici o radioterapia possono avere una maggiore probabilità di buona riuscita nella lotta contro il tumore.</span></p> <p> </p> <p><span style="font-weight: 400;">Per fare questo, gli screening sono essenziali. </span><span style="font-weight: 400;">Gli screening sono esami condotti su un certa fascia di popolazione, che hanno come obiettivo quello di individuare una malattia o alcune anomalie che potrebbero indicarne una. Gli screening oncologici, in particolare, servono a individuare tumori o alterazioni e fanno parte della cosiddetta prevenzione secondaria, quella che ha lo scopo di individuare la malattia in fase precoce, quando è più facilmente curabile. La prevenzione primaria, invece, punta a evitare l’insorgenza del cancro, intervenendo sugli stili di vita o sull’ambiente.</span></p> <p> </p> <h2><span style="font-weight: 400;">Cosa fare per ridurre i fattori di rischio?</span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">La prevenzione si muove (anche) evitando alcuni comportamenti che aumentano le possibilità di riscontrare un tumore. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Smettere di fumare, prima di tutto: ogni anno, solo in Italia, muoiono di neoplasie causate dal fumo circa 80000 persone, un numero che aumenta di anno in anno. Altri fattori di rischio sono gli stili di vita sregolati, la sedentarietà, una dieta sbilanciata, povera di vitamine e satura di lipidi, ma anche il non sottoporsi regolarmente a controlli medici. È anche molto importante l’educazione alla salute, che non andrebbe mai sottovalutata.</span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/uncategorized/92874-world-cancer-day-2020-la-diagnosi-precoce-puo-fare-la-differenza/">World Cancer Day 2020: la diagnosi precoce può fare la differenza</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/uncategorized/92874-world-cancer-day-2020-la-diagnosi-precoce-puo-fare-la-differenza/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Saliva: ecco alcune curiosità che non sapevi</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92384-saliva-ecco-alcune-curiosita-che-non-sapevi/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92384-saliva-ecco-alcune-curiosita-che-non-sapevi/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Mon, 25 Nov 2019 12:28:26 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[immunologia]]></category> <category><![CDATA[saliva]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/saliva-ecco-alcune-curiosita-che-non-sapevi/</guid> <description><![CDATA[<p>Ne produciamo quasi un litro al giorno, è formata dal […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92384-saliva-ecco-alcune-curiosita-che-non-sapevi/">Saliva: ecco alcune curiosità che non sapevi</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Ne produciamo quasi un litro al giorno, è formata dal 98% di acqua eppure non disseta. <strong>La saliva</strong> è il <strong>prodotto delle ghiandole salivari</strong> che ha come principale funzione la <strong>lubrificazione della cavità orale</strong> ed è indispensabile per la formazione del bolo alimentare. Mescolandosi con il cibo durante la masticazione, aiuta la deglutizione e avvia il processo di digestione dei carboidrati. Molti i suoi compiti, alcuni dei quali forse poco conosciuti. </span><span style="font-weight: 400;">Ne abbiamo parlato con i professionisti di <strong>Humanitas</strong>.</span></p> <h2><b>Da cosa è formata e a cosa serve la saliva?</b><span style="font-weight: 400;"> </span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">La saliva è formata dal 98% da acqua, mentre il restante 2% da<strong> sostanze organiche e inorganiche</strong>. Nonostante l’elevata componente acquosa, la saliva presenta un’alta viscosità grazie alla presenza di particolari proteine dette mucine. Questo le permette di aderire su tutte le superfici del cavo orale, del cavo faringeo e dell’esofago in modo tale da proteggerli durante la masticazione e deglutizione degli alimenti. Tra le sostanze organiche in essa presenti, ricordiamo alcuni enzimi adibiti alla digestione, come amilasi e lipasi, o con funzione antibatterica; tra le sostanze inorganiche sali minerali sotto forma di ioni come sodio, cloro e bicarbonato accanto a potassio, calcio, magnesio e fosfato. </span></p> <h2><b>Funzioni alternative della saliva </b></h2> <h4></h4> <h4><b>Percezione del gusto </b></h4> <p><span style="font-weight: 400;">La saliva è fondamentale nella percezione del gusto. Garantendo l’idratazione degli alimenti porta in soluzione le sostanze che successivamente stimoleranno i recettori posti sulla lingua. <strong>Tale funzione è essenziale per evitare di deglutire cibi avariati</strong> o nocivi e quindi per mantenere l’integrità e la salute dell’individuo. </span></p> <p> </p> <h4><b>Funzione immunologica</b></h4> <p><span style="font-weight: 400;">La saliva contiene un gran numero di molecole proteiche che svolgono<strong> attività antibatteriche</strong>, antivirali e antifungine. Tali enzimi risultano di fondamentale importanza nel mantenere il corretto equilibrio tra le diverse specie batteriche che sono normalmente ospitate nel cavo orale, riducendo la presenza di patogeni a favore di batteri utili. Lo studio della flora batterica della bocca, la quale conta più di 700 specie batteriche differenti, si presenta attualmente come una delle aree a maggior interesse scientifico. Tra gli enzimi meglio conosciuti ritrovati nella saliva umana vi è il lisozima. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Degradando la parete dei batteri porta all’eliminazione degli stessi in sovrannumero, controllando il numero complessivo di microorganismi e riducendo così la diffusione di popolazioni nocive. Altre glicoproteine coinvolte nella protezione della bocca sono le mucine, le quali legano e intrappolano i microorganismi che verranno degradati nell’ambiente acido dello stomaco. Un altro enzima, la lattoferrina, svolge la sua azione riducendo il numero di ioni ferro presenti nella saliva e utilizzati dai patogeni per proliferare.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> Le funzioni in ambito immunologico tuttavia non si fermano qui, infatti nella saliva umana si ritrovano elevate quantità di anticorpi. Prodotti dai linfociti B presenti nelle ghiandole salivari, si diffondono su tutta la superficie della bocca migliorando le difese contro i patogeni.</span><b><i> </i></b></p> <p> </p> <h4><b>Funzione antidolorifica</b></h4> <p><span style="font-weight: 400;">Un peptide chiamato <strong>opiorfina</strong>, della stessa famiglia della morfina, è stato isolato nella saliva umana. Le sue proprietà analgesiche si estrinsecano tramite l’attivazione di recettori oppioidi che attenuano la percezione centrale del dolore. Il mondo della ricerca sta lavorando per produrre in modo sintetico l’opiorfina, dato il suo alto potere analgesico, tuttavia non vi sono ancora risultati trasferibili all’attività clinica di tutti i giorni. </span></p> <p> </p> <h4><b>Salivazione elevata o bocca secca? Possono entrambe indicare un problema </b></h4> <p><b>Una salivazione intensa</b><span style="font-weight: 400;">, detta scialorrea, si verifica a causa di una produzione eccessiva che può essere secondaria a svariate condizioni patologiche oppure all’utilizzo di alcuni farmaci, come anche dalla difficoltà nel trattenere e deglutire la saliva stessa.</span><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La </span><b>secchezza delle fauci</b><span style="font-weight: 400;">, o xerostomia, è una condizione che dipende dalla riduzione o assenza del flusso salivare. La cosiddetta “bocca secca” può comportare importanti difficoltà nella deglutizione dei cibi, può influire nell’articolazione delle parole e addirittura, se dovuta a patologie autoimmuni, aumenta il rischio di carie dentali. Le cause sono molteplici. Accanto a situazioni temporanee associate a <strong>fattori emotivi</strong> (come ansia e agitazione) o all’assunzione di alcuni farmaci, ricordiamo condizioni patologiche che danno invece una riduzione persistente della salivazione. <strong>Traumi o interventi chirurgici</strong> possono alterare l’anatomia delle ghiandole salivari rendendole inefficaci. Lo sviluppo di fibrosi conseguente all’infiammazione causata da infezioni virali croniche e malattie autoimmuni, determina invece l’incapacità a produrre saliva.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> Tra queste ultime ricordiamo le malattie del connettivo e la sarcoidosi accanto alla più frequente sindrome di Sjogren, una condizione di infiammazione cronica delle ghiandole esocrine che porta a riduzione della salivazione e delle lacrime. </span></p> <p><span style="font-weight: 400;">I rimedi alla salivazione, intensa o secca che sia, differiscono ovviamente dalla causa. Per questo raccomandiamo di consultare il proprio medico o lo specialista in caso di alterazioni.</span></p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92384-saliva-ecco-alcune-curiosita-che-non-sapevi/">Saliva: ecco alcune curiosità che non sapevi</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92384-saliva-ecco-alcune-curiosita-che-non-sapevi/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Millennials: quali sono le nuove dipendenze?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92329-millennials-quali-sono-le-nuove-dipendenze/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92329-millennials-quali-sono-le-nuove-dipendenze/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 14 Nov 2019 13:55:50 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[ansia]]></category> <category><![CDATA[giampaolo perna]]></category> <category><![CDATA[millennials]]></category> <category><![CDATA[panico]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/millennials-quali-sono-le-nuove-dipendenze/</guid> <description><![CDATA[<p>Quando parliamo di dipendenze, pensiamo automaticamente a quelle che prevedono […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92329-millennials-quali-sono-le-nuove-dipendenze/">Millennials: quali sono le nuove dipendenze?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p><span style="font-weight: 400;">Quando parliamo di dipendenze, pensiamo automaticamente a quelle che prevedono l’uso di sostanze, magari psicotrope, come se “dipendente” sia sinonimo di “tossicodipendente”. Purtroppo i nativi digitali devono fare i conti – anche – con ben altri tipi di dipendenze, che a prima vista sembrano più gestibili o, addirittura, meno nocive.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Ne abbiamo parlato con il professor</span><a href="https://www.sanpiox.net/medici/giampaolo-perna/" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><b> Giampaolo Perna</b></a><span style="font-weight: 400;">, Responsabile del Centro di Medicina Personalizzata per i Disturbi d’Ansia e di Panico di Humanitas San Pio X.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2><b>Lo studio</b><span style="font-weight: 400;"> </span></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Uno studio (1) pubblicato sulla rivista </span><i><span style="font-weight: 400;">Frontiers in Psychiatry</span></i><span style="font-weight: 400;"> ha mostrato che gli adolescenti italiani adottano condotte a forte rischio di dipendenza, e che le nuove ossessioni riguardano non solo alcol, droghe e fumo, ma anche attività apparentemente innocue – come, ad esempio, la palestra.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Lo studio, condotto dall’Unità operativa Complessa del Policlinico Gemelli e dall’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori (240 maschi e 756 femmine, con un’età media di circa 16 anni). I ragazzi hanno risposto a una serie di questionari che andavano a indagare le loro abitudini a rischio dipendenza e il rendimento scolastico.</span></p> <h2><b>Perché succede?</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">La ricerca delle sensazioni piacevoli ed eccitanti è connaturata in ogni persona. In senso generale ci avviciniamo a ciò che attiva le nostre emozioni positive e ci allontaniamo da quelle negative. Il problema nasce quando siamo incapaci di gestire e/o a rinunciare al piacere immediato sapendo che potrebbe avere effetti negativi a lungo termine. I giovani sono particolarmente a rischio perché le connessioni tra il nostro cervello “saggio”, il lobo frontale, e quello “selvaggio”, il sistema limbico, maturano completamente soltanto in età adulta. Dunque, da giovani siamo strutturalmente più propensi a godere del qui e ora. Se accanto a questa condizione naturale siamo più sensibili all’effetto delle gratificazioni istantanee, abbiamo una personalità predisposta alla ricerca delle novità e una bassa concezione di ciò che è pericoloso, rischiamo di entrare più facilmente nel loop della dipendenza. </span></p> <p> </p> <h2><b>Internet come dipendenza anche da giovanissimi</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Il 22% dei giovani intervistati utilizzano Internet in qualsiasi ambito della loro quotidianità, dalla scuola, al lavoro, ai rapporti familiari. Lo smartphone non li abbandona mai, fa loro compagnia prima di andare a dormire, sui mezzi pubblici, persino in bagno, e molti hanno dichiarato di sperimentare un grave disagio quando non possono utilizzarlo.</span></p> <p><b> </b></p> <h2><b>Droghe pesanti e leggere</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Il consumo di cocaina pare aumentato, anche a causa del fatto che il prezzo risulta essere più accessibile rispetto ad altre sostanze. In aumento anche gli allucinogeni, la chetamina e l’eroina, sostanze utilizzate sia da maschi, sia da femmine: una novità rispetto a qualche anno fa, quando l’uso di stupefacenti riguardava nella maggioranza i ragazzi.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2><b>Il gioco d’azzardo</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Il gioco d’azzardo patologico rischia di essere sviluppato dal 9,7% degli adolescenti. Tra i motivi di questa diffusione possiamo senz’altro annoverare il fatto che a oggi ci sia una forte spinta commerciale, attraverso pubblicità online e nei principali canali social. Il rischio maggiore è che questa condizione, associata a persone particolarmente vulnerabili, possa sfociare in una dipendenza comportamentale.</span></p> <h2><span style="font-weight: 400;"> </span></h2> <h2><b>Alcol e palestra: ossessioni vecchie e nuove</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Ancora: il 6,2% dei giovani pratica esercizio fisico con una frequenza ossessiva, sia in palestra, sia in situazioni agonistiche. Le ripercussioni dell’eccessivo sforzo si ripercuotono anche nell’umore dei giovani, specialmente quando non riescono ad allenarsi a sufficienza.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">L’alcol, invece, rimane costante nel corso degli anni: la facilità di reperimento è un fattore determinante, e fenomeni come il binge drinking (l’assunzione di più bevande alcoliche in un lasso di tempo più o meno breve) o la drunkoressia (diminuire l’assunzione di cibo per poter aumentare quello di alcol, senza però rischiare di prendere peso) si sviluppano sempre più.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;"> </span></p> <h2><b>E il rendimento scolastico?</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Non stupisce, dunque, che le dipendenze siano associate a una performance scolastica negativa: più è grave la problematica, peggiore sarà il rendimento.</span></p> <p><b> </b></p> <h2><b>A Milano nasce SostieniMI, un servizio per giovani alle prese con la dipendenza</b></h2> <p><span style="font-weight: 400;">Una linea telefonica, un indirizzo mail, un numero Whatsapp: si chiama SostieniMi il nuovo progetto del Comune di Milano dedicato alla lotta alle dipendenze, dall’alcol alla droga, al gioco. Una help line con l’obiettivo di intercettare il bisogno di chi vive direttamente o indirettamente questo tipo di problemi, ma ancora non viene seguito dagli appositi servizi perché non ha ancora ben chiaro cosa fare e a chi rivolgersi.</span></p> <p> </p> <h5><span style="font-weight: 400;"> Lo studio citato</span></h5> <p><span style="font-weight: 400;">1) Frontiers in Psychiatry, 2017. </span><strong><i>Gender Differences and Psychopathological Features Associated With Addictive Behaviors in Adolescents</i></strong><span style="font-weight: 400;">. Di Nicola M., Ferri VR., Moccia L., Panaccione I., Strangio AM., Tedeschi D., Grandinetti P., Callea A., De-Giorgio F., Martinotti G., Janiri L..</span></p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92329-millennials-quali-sono-le-nuove-dipendenze/">Millennials: quali sono le nuove dipendenze?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92329-millennials-quali-sono-le-nuove-dipendenze/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Nobel per la Medicina 2019: tre ricercatori scoprono l’adattamento delle cellule alla disponibilità di ossigeno</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92301-nobel-per-la-medicina-2019-tre-ricercatori-scoprono-ladattamento-delle-cellule-alla-disponibilita-di-ossigeno/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92301-nobel-per-la-medicina-2019-tre-ricercatori-scoprono-ladattamento-delle-cellule-alla-disponibilita-di-ossigeno/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 07 Nov 2019 08:38:47 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Antonio Sica]]></category> <category><![CDATA[hockey]]></category> <category><![CDATA[Nobel per la medicina]]></category> <category><![CDATA[premio nobel]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/nobel-per-la-medicina-2019-tre-ricercatori-scoprono-ladattamento-delle-cellule-alla-disponibilita-di-ossigeno/</guid> <description><![CDATA[<p>Lo scorso 7 ottobre, a Stoccolma, l’Istituto Karolinska ha insignito […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92301-nobel-per-la-medicina-2019-tre-ricercatori-scoprono-ladattamento-delle-cellule-alla-disponibilita-di-ossigeno/">Nobel per la Medicina 2019: tre ricercatori scoprono l’adattamento delle cellule alla disponibilità di ossigeno</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p>Lo scorso 7 ottobre, a Stoccolma, l’Istituto Karolinska ha insignito del premio Nobel per la Medicina 2019 <strong>William J. Kaelin</strong>, <strong>Gregg L. Semenza</strong> e <strong>Peter J. Ratcliffe</strong>. Il prestigioso premio è stato assegnato “per le loro scoperte su come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno.”</p> <p>Ma cosa significa esattamente? Ce lo spiega il professor <strong>Antonio Sica</strong>, Principal Investigator del Laboratorio di Immunologia molecolare di Humanitas.</p> <p> </p> <h2><strong>Lo studio</strong></h2> <p>L’ossigeno è un elemento indispensabile per la vita di quasi tutti gli esseri viventi: a livello cellulare ha il compito di trasformare le sostanze nutritive in energia. Kaelin, Semenza e Ratcliffe hanno scoperto che le cellule riescono a misurare la presenza di ossigeno all’esterno e a modificare il loro metabolismo di conseguenza.</p> <p>La possibilità di controllare questo meccanismo porta alla comprensione di molti processi fisiologici, come l’adattamento del corpo all’ambiente, la gestione dell’attività fisica o lo sviluppo embrionale.</p> <p>In particolare, in alcuni tipi di tumore le cellule malate utilizzano per riprodursi una vastissima quantità di ossigeno e modularne la regolazione può aiutare a circoscrivere la malattia.</p> <h2><strong>Le parole della giuria</strong></h2> <p>La giuria ha così commentato l’assegnazione del Premio: “Si tratta di uno dei meccanismi essenziali per la vita che viene messo alla prova durante l’attività fisica o nel caso di eventi traumatici come ferite, infarti o ictus. Inoltre, le cellule che crescono nei tumori consumano grandi quantità di ossigeno, […] gettando le basi per nuove e promettenti strategie per combattere l’anemia, il cancro e molte altre malattie”.</p> <p> </p> <h2><strong>Gli autori</strong></h2> <p><strong>William Kaelin Jr.</strong> è professore all’Università di Harvard e al Dana-Faber Cancer Institute. Nato a New York nel 1957, ha frequentato la Duke University a Durham, nella Carolina del Nord, specializzandosi poi in Oncologia alla Johns Hopkins.</p> <p>Come William Kaelin, anche <strong>Gregg Semenza</strong> è nato a New York. Si è laureato ad Harvard ed è docente di Pediatria, Radioterapia oncologica, Chimica biologica, Medicina e Oncologia presso la Johns Hopkins e nel 2016 ha ricevuto il <em>premio Lasker </em>per la ricerca medica clinica.</p> <p><strong>Sir Peter J. Ratcliffe</strong>, invece è inglese, laureato all’Università di Oxford e specializzato sul ruolo dell’eritropoietina nei meccanismi di rilevazione d’ossigeno. Dal 2016 dirige la ricerca clinica al Francis Crick Institute di Londra.</p> <p> </p> <h2><strong>Il commento dello specialista</strong></h2> <p>È solo<strong> con la comparsa di organismi precursori fotosintetici</strong>, simili ad alghe, che i livelli di ossigeno aumentarono nell’atmosfera, permettendo ai primi batteri fossili di cui abbiamo testimonianza di passare da un metabolismo anaerobico a uno aerobico, in grado quindi di utilizzare l’ossigeno per la produzione di energia.</p> <p>Questa memoria evolutiva è rimasta patrimonio delle<strong> nostre cellule</strong>, che sono in grado di <strong>sfruttare l’ossigeno come fonte di energia</strong> più efficiente, mantenendo tuttavia la capacità di adattarsi a condizioni di carenza di ossigeno.</p> <p>Tale transizione metabolica può instaurarsi in condizioni sia fisiologiche sia patologiche, spesso caratterizzate da grosse variazioni di ossigeno. Ad esempio, mentre negli alveoli polmonari l’aria che inspiriamo contiene il 20% di ossigeno, nel sangue è circa il 10%, per raggiungere livelli molto più bassi (meno dell’1%) in alcuni tessuti scarsamente vascolarizzati. Tale scenario sottolinea in particolare la <strong>grande capacità di adattamento delle cellule del sistema immunitario</strong>, che devono raggiungere siti di infiammazione come infezioni e tumori, spesso caratterizzati da bassi livelli di ossigeno. L’adattamento metabolico è inoltre essenziale nella gestione dell’attività fisica, nello sviluppo embrionale, nella formazione dei trasportatori di ossigeno ai tessuti (globuli rossi) e riveste rilevanza centrale in eventi traumatici come ferite, infarti o ictus. In particolare, i tumori rappresentano dei veri e propri laboratori metabolici e sfruttano i bassi livelli di ossigeno per promuovere la formazione di nuovi vasi utili al loro nutrimento e crescita.</p> <p> </p> <p><strong>Kaelin, Semenza e Ratcliffe hanno scoperto i sensori molecolari dell’ossigeno</strong> (“Hypoxia-inducible factor 1 alpha, HIF-1α” e una “famiglia di prolyl hydroxylases, PHDs”) e <strong>descritto i meccanismi che ne regolano l’attività</strong>. Tali scoperte hanno aperto vaste linee di ricerca che ne hanno confermato il significato fisiopatologico e rivelato il potenziale terapeutico.</p> <p>Lo sviluppo recente di agonisti e antagonisti farmacologici in grado di modulare la bilancia “metabolismo aerobico – metabolismo anaerobico” è attualmente in fase di validazione in studi clinici che riguardano anemie, cardiopatia ischemica, ictus, malattie renali e tumori.</p> <p> </p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92301-nobel-per-la-medicina-2019-tre-ricercatori-scoprono-ladattamento-delle-cellule-alla-disponibilita-di-ossigeno/">Nobel per la Medicina 2019: tre ricercatori scoprono l’adattamento delle cellule alla disponibilità di ossigeno</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/92301-nobel-per-la-medicina-2019-tre-ricercatori-scoprono-ladattamento-delle-cellule-alla-disponibilita-di-ossigeno/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Raffreddore e rinosinusite: un aiuto da eucalipto, zenzero e aloe</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/68706-raffreddore-rinosinusite-un-aiuto-eucalipto-zenzero-aloe-foto-parere-esperto/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/68706-raffreddore-rinosinusite-un-aiuto-eucalipto-zenzero-aloe-foto-parere-esperto/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Fri, 26 Oct 2018 22:00:00 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Home]]></category> <category><![CDATA[Luca Malvezzi]]></category> <category><![CDATA[naso chiuso aloe]]></category> <category><![CDATA[naso chiuso eucalipto]]></category> <category><![CDATA[raffreddore]]></category> <category><![CDATA[raffreddore zenzero]]></category> <category><![CDATA[rinosinusite]]></category> <category><![CDATA[sinusite]]></category> <category><![CDATA[vitamina C raffreddore]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/raffreddore-rinosinusite-un-aiuto-eucalipto-zenzero-aloe-foto-parere-esperto/</guid> <description><![CDATA[<p>In caso di raffreddore, molti ricorrono ai fumenti con oli essenziali […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/68706-raffreddore-rinosinusite-un-aiuto-eucalipto-zenzero-aloe-foto-parere-esperto/">Raffreddore e rinosinusite: un aiuto da eucalipto, zenzero e aloe</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;" align="left">In caso di <strong>raffreddore</strong>, molti ricorrono ai <strong>fumenti</strong> con oli essenziali come l’eucalipto, dalle proprietà lenitive della mucosa orofaringea ed espettorante, a <strong>tisane</strong> balsamica anti-catarro, magari con timo o malva, oppure a preparati a base di propoli, camomilla o menta.</p> <h2 align="left">Raffreddore e sinusite</h2> <p style="text-align: left;" align="left">Il raffreddore “condivide” alcuni sintomi con la <strong>sinusite</strong>, sebbene più lievi e di durata inferiore. Per il trattamento dei sintomi della sinusite paragonabili a quelli del raffreddore si potrà ricorrere a qualche forma di rimedi naturali? C’è spazio ad esempio per decongestionanti locali a base di erbe medicali?</p> <p style="text-align: left;" align="left">«Come prima cosa ricordiamo che uno dei presidi fondamentali che ogni otorinolaringoiatra e allergologo raccomanda per l’igiene nasale è il lavaggio con soluzione fisiologica. La soluzione fisiologica altro non è che acqua con sale, dunque il rimedio assolutamente naturale», risponde il dottor <a href="http://www.humanitas.it/pazienti/info/i-nostri-medici/207-malvezzi-luca" target="_blank" rel="nofollow noopener">Luca Malvezzi</a>, otorinolaringoiatra e specialista in chirurgia cervico facciale dell’ospedale Humanitas.</p> <p align="left"> <h2 style="text-align: left;" align="left">Aloe per liberare il naso</h2> <p style="text-align: left;" align="left">«Anche i fumenti possono essere utili per decongestionare il naso. A fianco alle note proprietà balsamiche dell’eucalipto, non devono essere dimenticate le proprietà di vasocostrizione locale dello <strong>zenzero</strong> e del <strong>limone</strong>. Anche in questo caso – aggiunge lo specialista – la bollitura di questi prodotti e l’inalazione degli stessi può favorire un’azione di decongestione locale in scala ridotta similare a quella dei vasocostrittori commercializzati nelle farmacie».</p> <p style="text-align: left;" align="left">«Altro rimedio naturale e decongestionante le fosse nasali è l’<strong>aloe</strong> vera che può essere utilizzata in soluzione oleosa prima di coricarsi per il riposo notturno. Non dimentichiamo poi le proprietà antibatteriche e antivirali dell’acido ascorbico – <strong>vitamina C</strong> – che agisce stimolando la sintesi dei globuli bianche, produttori di anticorpi e quella dell’interferone, che impedisce la penetrazione del virus nelle cellule. Dunque grande apertura ai prodotti naturali che, insieme a una vita salutare possono aiutarci a contrastare malanni passeggeri, ma con il buon senso di affiancarli alla farmacologia tradizionale per le patologie più serie», ricorda il dottor Malvezzi.</p> <h2 style="text-align: left;" align="left">Quando bisogna ricorrere agli antibiotici?</h2> <p style="text-align: left;" align="left">«La <strong>rinosinusite</strong> è una malattia spesso complessa, considerarla come la prosecuzione di un semplice raffreddore può essere un atteggiamento superficiale, che espone il paziente a complicanze anche serie come una broncopolmonite. La ripetitività degli episodi di rinosinusite e la durata devono alzare il livello di attenzione. Condizioni che coesistono con la rinosinusite come iper reattività bronchiale o asma meritano una gestione multidisciplinare del paziente, come pure la stagionalità degli episodi infettivi, che può essere la spia di una sensibilizzazione allergica. Nelle forme acute o riacutizzate l’<strong>antibiotico</strong> è indispensabile per contrastare l’infezione e il cortisone per bocca o localmente favorisce la decongestione della mucosa nasale aprendo la via per il drenaggio del muco».</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/68706-raffreddore-rinosinusite-un-aiuto-eucalipto-zenzero-aloe-foto-parere-esperto/">Raffreddore e rinosinusite: un aiuto da eucalipto, zenzero e aloe</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/68706-raffreddore-rinosinusite-un-aiuto-eucalipto-zenzero-aloe-foto-parere-esperto/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Callo del sarto, cosa fare in caso di quinto dito varo del piede?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82760-callo-del-sarto-cosa-caso-quinto-dito-varo-del-piede-foto-parere-esperto/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82760-callo-del-sarto-cosa-caso-quinto-dito-varo-del-piede-foto-parere-esperto/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 15 Mar 2018 09:00:44 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Ortopedia]]></category> <category><![CDATA[callo del sarto]]></category> <category><![CDATA[Leonardo Maradei]]></category> <category><![CDATA[quinto dito varo]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/callo-del-sarto-cosa-caso-quinto-dito-varo-del-piede-foto-parere-esperto/</guid> <description><![CDATA[<p>Il “callo del sarto” che può sorgere a chiunque. È […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82760-callo-del-sarto-cosa-caso-quinto-dito-varo-del-piede-foto-parere-esperto/">Callo del sarto, cosa fare in caso di quinto dito varo del piede?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Il <strong>“callo del sarto”</strong> che può sorgere a chiunque. È il quinto dito varo del piede o bunionette, una deformazione dell’articolazione metatarso-falangea lungo il margine esterno del piede con la comparsa di una protuberanza che rende doloroso indossare diversi tipi di calzature. È noto come callo del sarto perché richiama quel callo che spuntava ai piedi di chi cuciva stando troppo a lungo con le gambe incrociate per terra. È una condizione gemella dell’<a href="http://www.humanitas.it/malattie/alluce-valgo" target="_blank" rel="noopener">alluce valgo</a> e proprio con questa condizione molto comune il <strong>quinto dito varo</strong> condivide diversi elementi, come ricorda il dottor <a href="http://www.humanitas.it/medici/leonardo-maradei" target="_blank" rel="noopener"><strong>Leonardo Maradei</strong></a>, Responsabile di Chirurgia del piede e mininvasiva di Humanitas.</span></p> <h2 style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Una sporgenza e un callo al mignolo</span></h2> <p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Il quinto dito varo è più frequente tra le <strong>donne</strong>, proprio come l’alluce valgo, e può sorgere a qualsiasi età. Oltre alla protuberanza ossea, che può evolvere nel tempo e diventare sempre più marcata, può comparire anche gonfiore e arrossamento sulla superficie cutanea. Inoltre può fare la sua comparsa il callo stesso, con la pelle alla base del mignolo che diventa più spessa. </span></p> <p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Ma perché si forma questa sporgenza? «La sua insorgenza – spiega il dottor Maradei – è favorita dalla conformazione del piede. L’utilizzo di alcune calzature come le <strong>scarpe col tacco</strong> e soprattutto a punta stretta possono favorirla ma non sono la causa di questa condizione. Nei soggetti predisposti per familiarità, l’utilizzo di calzature troppo strette alla punta o anche alla pianta, con un appoggio scorretto del piede, può comportare una manifestazione precoce del quinto dito varo. Indossare le scarpe sbagliate diventa un problema, però, quando questa condizione è ormai sorta».</span></p> <p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Con l’esame fisico il medico effettuerà la diagnosi ma potrà anche servirsi di una radiografia del piede per definire accuratamente i contorni di questo disturbo: «Ci si potrà rendere conto anche della eventuale compresenza di alluce valgo e <strong>bunionette</strong>, con il primo e il quinto dito che “si guardano”».</span></p> <h2 style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Scarpe col tacco in avanti<br /> </span></h2> <p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Il dolore che il soggetto avverte deriva dal conflitto del piede contro la calzatura per questo si può inizialmente provare a indossare delle calzature idonee che lascino più spazio al quinto dito, con un plantare morbido che permetta di non sovraccaricare l’<strong>articolazione meta</strong></span><strong><span lang="it-IT">tarso</span></strong><span lang="it-IT"><strong>-falangea</strong>: «Questa è la misura prevista per il trattamento conservativo della bunionette. In caso di mancata risoluzione si interverrà chirurgicamente», ricorda lo specialista.</span></p> <p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">L’<strong>intervento</strong> è eseguito in regime di Day Hospital e in anestesia </span><span lang="it-IT">locoregionale</span><span lang="it-IT">: «L’obiettivo della chirurgia è risolvere la deformità. Come per l’alluce valgo si esegue una osteotomia del quinto metatarso con una procedura mininvasiva, efficace quanto la chirurgia classica. Si </span><span lang="it-IT">sposta</span><span lang="it-IT"> la parte di osso che sporge, si corregge la deformità grazie ad appositi strumenti inseriti attraverso dei piccoli fori cutanei». </span></p> <p style="text-align: left;"><span lang="it-IT">Importante è il periodo post operatorio: «Per diversi giorni il paziente dovrà camminare con delle <strong>calzature</strong> in talo, in cui il tacco non è posizionato sul tallone ma sulla punta per evitare di caricare la parte anteriore del piede che ha subito l’intervento», conclude il dottor Maradei.</span></p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82760-callo-del-sarto-cosa-caso-quinto-dito-varo-del-piede-foto-parere-esperto/">Callo del sarto, cosa fare in caso di quinto dito varo del piede?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82760-callo-del-sarto-cosa-caso-quinto-dito-varo-del-piede-foto-parere-esperto/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Tallone, con il tendine d’Achille degenerato arriva la borsite</title> <link>https://www.humanitasalute.it/in-salute/sport-e-allenamento/82755-tallone-tendine-achille-degenerato-arriva-la-borsite-foto-parere-esperto/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/in-salute/sport-e-allenamento/82755-tallone-tendine-achille-degenerato-arriva-la-borsite-foto-parere-esperto/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 14 Mar 2018 12:00:08 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Ortopedia]]></category> <category><![CDATA[Sport]]></category> <category><![CDATA[borsite]]></category> <category><![CDATA[Leonardo Maradei]]></category> <category><![CDATA[tallone]]></category> <category><![CDATA[tendinopatia tendine d'achille]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/tallone-tendine-achille-degenerato-arriva-la-borsite-foto-parere-esperto/</guid> <description><![CDATA[<p>Evitare la frizione tra l’osso e i tessuti molli che […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/in-salute/sport-e-allenamento/82755-tallone-tendine-achille-degenerato-arriva-la-borsite-foto-parere-esperto/">Tallone, con il tendine d’Achille degenerato arriva la borsite</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;">Evitare la frizione tra l’osso e i tessuti molli che lo circondano, come muscoli e legamenti. È ciò che fanno le <strong>borse</strong>, le piccole sacche con il liquido sinoviale che lubrifica e attutisce il movimento dell’osso. Le borse si trovano in prossimità delle articolazioni, dall’anca al ginocchio, ma anche altrove, ad esempio al calcagno. È la borsa retrocalcaneare che, come tutte le altre sacche, può andare incontro a infiammazione. In questo caso si parla, per l’appunto, di <strong>borsite retrocalcaneare</strong>, «una condizione molto fastidiosa perché non permette di utilizzare determinate calzature e che, in determinate condizioni, può richiedere l’intervento chirurgico», ricorda il dottor <a href="http://www.humanitas.it/medici/leonardo-maradei" target="_blank" rel="noopener"><strong>Leonardo Maradei</strong></a>, Responsabile di Chirurgia del piede e mininvasiva di Humanitas.</p> <p style="text-align: left;">La visita clinica dallo specialista e gli esami strumentali definiranno il quadro della condizione. Spesso la borsite si associa alla <strong>tendinopatia del tendine d’Achille</strong>. Le borse sono due: quella retrocalcaneare si trova laddove il tendine d’Achille si inserisce sul calcagno (sottotendinea) e l’altra è posizionata posteriormente al tallone (sottocutanea). «Spesso – continua lo specialista – la borsite sorge in pazienti con una conformazione sporgente del <strong>calcagno</strong> e con tendinopatia calcifica inserzionale dell’achilleo, con il tendine che va incontro a degenerazione».</p> <h2 style="text-align: left;">Borsite e abuso dell’articolazione</h2> <p style="text-align: left;">I fattori che possono contribuire alla borsite retrocalcaneare comprendono anche l’<strong>overuse della caviglia</strong>, ovvero un uso eccessivo nel lungo periodo dell’articolazione che può causare irritazione e <strong>infiammazione</strong> della borsa. Ad esempio gesti atletici come la corsa o salto ma anche una forma di attività sportiva praticata in modo molto intenso possono favorire l’infiammazione della borsa.</p> <p style="text-align: left;"> <p style="text-align: left;"><strong>Correndo</strong> o saltando, ma anche semplicemente camminando, si avverte dunque dolore. Alla vista il tallone apparirà arrossato e gonfio, tenue al tatto. In questi casi è bene fermarsi e rivolgersi allo specialista per definire un trattamento adeguato in prima battuta conservativo. Sarà necessario inoltre sospendere quelle attività che comportano dolore.</p> <h2 style="text-align: left;">Dallo stretching alla chirurgia</h2> <p style="text-align: left;">«Il trattamento iniziale prevede anche la prescrizione di farmaci antinfiammatori, l’applicazione di terapie fisiche, la fisioterapia per eseguire principalmente lo <strong>stretching</strong> del tendine d’Achille e l’utilizzo di <strong>calzature</strong> con un adeguato sostegno al tallone per alleviare lo stress. Le iniezioni locali di corticosteroidi possono aiutare ma solo se vengono praticate in modo non massiccio perché le sostanze iniettate possono indebolire la cute e portare all’ulcerazione», dice il dottor Maradei.</p> <p style="text-align: left;">L’ultima opzione terapeutica è quella chirurgica: «L’intervento è finalizzato all’asportazione della borsa infiammata. Questa, quando è infiammata in maniera cronica, può inoltre associarsi alla formazione di uno <strong>sperone</strong> <strong>calcaneare</strong>, una protuberanza ossea che si sviluppa nella parte posteriore del calcagno e che meccanicamente “infastidisce” la borsa infiammandola», conclude il dottor Maradei.</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/in-salute/sport-e-allenamento/82755-tallone-tendine-achille-degenerato-arriva-la-borsite-foto-parere-esperto/">Tallone, con il tendine d’Achille degenerato arriva la borsite</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/in-salute/sport-e-allenamento/82755-tallone-tendine-achille-degenerato-arriva-la-borsite-foto-parere-esperto/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Rinosinusite, quando naso e seni paranasali sono infiammati</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82719-rinosinusite-naso-seni-paranasali-infiammati-foto-parere-esperto/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82719-rinosinusite-naso-seni-paranasali-infiammati-foto-parere-esperto/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 14 Mar 2018 09:00:11 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Apparato respiratorio]]></category> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Orecchio, naso e gola]]></category> <category><![CDATA[Luca Malvezzi]]></category> <category><![CDATA[rinosinusite]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/rinosinusite-naso-seni-paranasali-infiammati-foto-parere-esperto/</guid> <description><![CDATA[<p>Un tipico male di stagione, che però può tormentare chi […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82719-rinosinusite-naso-seni-paranasali-infiammati-foto-parere-esperto/">Rinosinusite, quando naso e seni paranasali sono infiammati</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;">Un tipico male di stagione, che però può tormentare chi ne soffre anche fuori dal periodo autunnale e invernale, è la <strong>sinusite</strong>, ovvero l’infiammazione dei seni paranasali, con il suo corredo di sintomi che vanno dal naso chiuso alla tosse ai dolori al volto, spesso sotto le orbite o alla fronte. Ma più che di semplice sinusite bisogna parlare di <a href="http://www.humanitas.it/malattie/rinosinusite" target="_blank" rel="noopener"><strong>rinosinusite</strong></a>: «È questa la definizione corretta. La sinusite intesa come infiammazione dei seni paranasali, le cavità pneumatiche scavate nello scheletro del cranio, non può essere considerata senza che lo stesso processo infiammatorio coinvolga il naso», sottolinea il dottor <a href="http://www.humanitas.it/medici/luca-malvezzi" target="_blank" rel="noopener"><strong>Luca Malvezzi</strong></a>, otorinolaringoiatra e specialista in chirurgia cervico facciale di Humanitas. Per la sua valutazione è indispensabile il coinvolgimento di più medici.</p> <p style="text-align: left;">La sinusite, infatti, “comunica” con diverse patologie: «Il mondo delle rinosinusiti – continua l’esperto – è tanto variegato quanto purtroppo sottovalutato sia dalla classe medica che dai pazienti. Eppure una vasta letteratura medica si occupa delle rinosinusiti e, più estesamente, delle <strong>infiammazioni delle vie respiratorie</strong> in generale, proprio a sottolineare come il quadro clinico non debba essere affatto sottovaluto potendo comprendere numerose altre problematiche: sensibilizzazione allergica e asma in primo piano, ma anche ovattamento auricolare, disturbi del sonno e inabilità scolastica o lavorativa. La spesa sanitaria per queste problematiche è in deciso aumento, e, allo stesso tempo, sono in aumento gli sforzi in termini di ricerca per comprendere più a fondo queste patologie».</p> <p style="text-align: left;"> <h2 style="text-align: left;">Non solo dall’otorino</h2> <p style="text-align: left;">Riconoscere i sintomi specifici della rinosinusite è molto importante per definire il quadro di questa condizione e scegliere il trattamento più adeguato: «<strong>Ostruzione respiratoria nasale</strong>, rinorrea anteriore (produzione di muco) o posteriore (scolo retropalatale), riduzione dell’olfatto (iposmia), del gusto (disgeusia), dolori facciali, ovattamento auricolare, tosse, febbricola. Quando questa sintomatologia è durevole, ripetitiva e il muco giallo o viscoso, è imperativa una valutazione specialistica, anzi multidisciplinare».</p> <p style="text-align: left;">«L’otorinolaringoiatria non basta. Può facilmente diagnosticare una rinosinusite e ad esempio definirne alcune caratteristiche “fenotipiche”, ovvero la presenza di <strong>polipi</strong> nasali. Deve tuttavia coinvolgere allergologo, pneumologo, immunologo, a volte infettivologo, per tracciare un profilo del paziente sulla base delle caratteristiche dello “endotipo”», aggiunge il dottor Malvezzi. «Il riconoscimento delle caratteristiche immunologiche del paziente è fondamentale per un adeguato planning terapeutico, farmacologico (oggi con la nuova generazione di farmaci antinfiammatori – biologici) o chirurgico».</p> <h2 style="text-align: left;">Naso chiuso e aria umida</h2> <p style="text-align: left;">L’insieme dei sintomi può sovrapporsi, ma con alcune significative differenze, a quelli di altre affezioni, a cominciare dal classico <a href="http://www.humanitas.it/malattie/rinosinusite-virale" target="_blank" rel="noopener">raffreddore</a> anch’esso caratterizzato da congestione nasale. Ma oltre a ciò bisogna guardare anche alla durata della sintomatologia, minore nel caso di rinite. «Gli stessi sintomi, in assenza di muco giallastro segno di infezione, caratterizzano le riniti, <a href="http://www.humanitas.it/malattie/rinite-allergica" target="_blank" rel="noopener">allergiche</a> e non, dove comunque vi è la compartecipazione dei seni paranasali, e le rinosinusiti virali», evidenzia il dottor Malvezzi.</p> <p style="text-align: left;">Per il trattamento di riniti e rinosinusiti è possibile ricorrere al rimedio domestico dei suffumigi, con un asciugamani calato davanti al viso e l’inalazione dei vapori d’acqua bollente con l’aggiunti di essenze: «Il <strong>“fumento”</strong>, l’umidificazione ambientale, la detersione delle fosse nasali con soluzione fisiologica non sono solo rimedi di antica memoria ma vengono compresi nei consigli terapeutici della letteratura medica», ricorda lo specialista.</p> <p style="text-align: left;">«Il naso e i seni paranasali possono considerarsi come uno zerbino di casa e un <strong>deumidificatore</strong> <strong>ambientale</strong>. Purificano e umidificano l’aria che arriva ai polmoni. È importante la preservazione di questa funzione con un corretto inquadramento delle patologie che interessano questo distretto. È allo stesso tempo importante la loro corretta manutenzione, che può essere praticata con lavaggi quotidiani e con una adeguata umidificazione dell’ambiente domestico», conclude il dottor Malvezzi.</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82719-rinosinusite-naso-seni-paranasali-infiammati-foto-parere-esperto/">Rinosinusite, quando naso e seni paranasali sono infiammati</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82719-rinosinusite-naso-seni-paranasali-infiammati-foto-parere-esperto/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Tonsille, l’intervento chirurgico solo in caso di infiammazioni ricorrenti</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82730-tonsille-intervento-chirurgico-solo-in-caso-di-infiammazioni-ricorrenti-foto-parere-esperto/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82730-tonsille-intervento-chirurgico-solo-in-caso-di-infiammazioni-ricorrenti-foto-parere-esperto/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 14 Mar 2018 07:00:05 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Orecchio, naso e gola]]></category> <category><![CDATA[intervento chirurgico]]></category> <category><![CDATA[Luca Malvezzi]]></category> <category><![CDATA[tonsille]]></category> <category><![CDATA[tonsillite]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/tonsille-intervento-chirurgico-solo-in-caso-di-infiammazioni-ricorrenti-foto-parere-esperto/</guid> <description><![CDATA[<p>Un semplice mal di gola, insieme ad altri sintomi, può […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82730-tonsille-intervento-chirurgico-solo-in-caso-di-infiammazioni-ricorrenti-foto-parere-esperto/">Tonsille, l’intervento chirurgico solo in caso di infiammazioni ricorrenti</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;">Un semplice mal di gola, insieme ad altri sintomi, può segnalare un’affezione a carico di due piccoli “cuscinetti” di tessuto nel cavo orale, alla base della lingua: è la «<strong>tonsillite</strong>, ovvero l’infiammazione delle <strong>tonsille</strong> <strong>palatine</strong>», aggiunge il dottor <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82478-sonno-cosa-interrotto-tanti-risvegli-foto-parere-esperto/"><strong>Luca Malvezzi</strong></a>, otorinolaringoiatra e specialista in chirurgia cervico facciale di Humanitas. Se un tempo l’intervento di tonsillectomia, cioè di asportazione di questi organi, era piuttosto frequente in caso di tonsillite, oggi si tende a ricorrere alla <strong>chirurgia</strong> solo a determinate condizioni. Ma come si riconosce una tonsillite e cosa prevede il suo trattamento?</p> <h2 style="text-align: left;">Placche in gola</h2> <p style="text-align: left;">Le tonsille palatine sono posizionate ai lati dell’ugola e hanno un diametro verticale di due/tre centimetri: «Sono organi linfoghiandolari posti a livello dell’orofaringe. Fino all’età di 10-12 anni si può dire completino il nostro sistema immunitario, potendo tuttavia essere sede di ricorrenti infiammazioni, frequentemente sostenute da streptococco», ricorda il dottor Malvezzi.</p> <p style="text-align: left;">La tonsillite è pertanto molto frequente in età pediatrica mentre raramente viene diagnosticata nell’adulto. Ma quali sono i suoi sintomi? «In caso di infiammazione le tonsille palatine si gonfiano e arrossano potendosi anche ricoprire da aree biancastre, comunemente definite <strong>“placche”</strong>. Il dolore alla gola (faringodinia) si accompagna alla difficoltà nella deglutizione e al dolore all’orecchio (otalgia riflessa) causata dalla comune innervazione da parte del IX nervo cranico – glossofaringeo. La febbre caratterizza l’infezione».</p> <p style="text-align: left;"> <p style="text-align: left;">«Nel caso si sospettino <strong>infezioni tonsillari</strong> da streptococco, oltre al tampone, è utile un prelievo ematico per la misurazione del TAS (Titolo Anti Streptolisinico). Un TAS molto elevato suggerisce una terapia penicillinica eradicante oppure la tonsillectomia».</p> <h2 style="text-align: left;">Terapia farmacologica e chirurgia</h2> <p style="text-align: left;">All’esordio i <strong>sintomi</strong> di questa infiammazione possono essere valutati erroneamente dal paziente: «Nella fase iniziale la sintomatologia della tonsillite è sovrapponibile a quella della faringite, quest’ultima di origine virale. A meno di un quadro clinico eclatante con febbre alta e “placche” è bene attendere prima di assumere <strong>antibiotici</strong>. Infatti, le infiammazioni virali sono fugaci, esaurendosi nell’arco di 72 ore circa. La febbre deve essere trattata con paracetamolo solo se superiore ai 38° essendo essa stessa una strategia difensiva per uccidere il virus», avverte il dottor Malvezzi.</p> <p style="text-align: left;">La terapia farmacologica per il trattamento della tonsillite può prevedere il ricorso agli antibiotici: «Quando necessario l’antibiotico deve essere assunto con posologia giornaliera adeguata e per un periodo di tempo adeguato. Terapie antibiotiche non corrette si possono tradurre in episodi di tonsillite ravvicinati e che possono incidere negativamente su una prematura decisione chirurgica. In caso di febbre alta, dolore accentuato, importante difficoltà nella <strong>deglutizione</strong> e nell’apertura della bocca, bisogna sospettare un’evoluzione verso un flemmone o ascesso tonsillare. In questi casi è bene una valutazione specialistica».</p> <p style="text-align: left;">Lo specialista potrà indicare il trattamento chirurgico, ma solo in casi ben selezionati: «Sebbene in passato la tonsillectomia, ovvero l’<strong>asportazione chirurgica delle tonsille</strong> palatine, fosse pratica comune, oggi vi è una maggiore restrizione nelle indicazioni chirurgiche. Si propone un intervento di tonsillectomia in caso di tonsilliti ripetitive, tre o più episodi annuali, per tre o più anni consecutivi. In età adulta le tonsille non hanno alcun ruolo protettivo, tanto che nella più parte dei casi l’inattività di questo organo di traduce in una sua involuzione e atrofia», conclude lo specialista.</p> <p style="text-align: left;"> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82730-tonsille-intervento-chirurgico-solo-in-caso-di-infiammazioni-ricorrenti-foto-parere-esperto/">Tonsille, l’intervento chirurgico solo in caso di infiammazioni ricorrenti</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82730-tonsille-intervento-chirurgico-solo-in-caso-di-infiammazioni-ricorrenti-foto-parere-esperto/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Spray nasali, dal lavaggio del naso al raffreddore: quando vanno usati?</title> <link>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82725-spray-nasali-dal-lavaggio-del-naso-al-raffreddore-vanno-usati-foto-parere-esperto/</link> <comments>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82725-spray-nasali-dal-lavaggio-del-naso-al-raffreddore-vanno-usati-foto-parere-esperto/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[Redazione Humanitas Salute]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 13 Mar 2018 09:00:56 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Apparato respiratorio]]></category> <category><![CDATA[Magazine]]></category> <category><![CDATA[Orecchio, naso e gola]]></category> <category><![CDATA[lavaggio del naso]]></category> <category><![CDATA[Luca Malvezzi]]></category> <category><![CDATA[raffreddore]]></category> <category><![CDATA[spray nasali]]></category> <guid isPermaLink="false">http://humanitasalute.it/spray-nasali-dal-lavaggio-del-naso-al-raffreddore-vanno-usati-foto-parere-esperto/</guid> <description><![CDATA[<p>Quando il naso è chiuso, per godere di un sollievo […]</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82725-spray-nasali-dal-lavaggio-del-naso-al-raffreddore-vanno-usati-foto-parere-esperto/">Spray nasali, dal lavaggio del naso al raffreddore: quando vanno usati?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p style="text-align: left;">Quando il naso è chiuso, per godere di un sollievo immediato in tanti ricorrono agli <strong>spray nasali</strong>. Tuttavia nebulizzare liquidi vasocostrittori nelle fosse nasali non è un rimedio sempre efficace. È molto frequente, infatti, un loro uso scorretto. Un tipo di spray che invece dovrebbe essere usato più spesso è quello per il lavaggio nasale, una pratica che sarebbe bene trasformare in consuetudine, come spiega il dottor <a href="http://www.humanitas.it/medici/luca-malvezzi" target="_blank" rel="noopener">Luca Malvezzi</a>, otorinolaringoiatra e specialista in chirurgia cervico facciale di Humanitas.</p> <h2 style="text-align: left;">No ai vasocostrittori per lunghi periodi</h2> <p style="text-align: left;">L’<strong>ostruzione nasale</strong> è un sintomo comune a molte affezioni e «non deve mai essere sottovalutata. Complessivamente – indica l’esperto – tutte le <a href="http://www.humanitas.it/malattie/rinosinusite" target="_blank" rel="noopener">malattie infiammatorie rinosinusali</a>, compresa la poliposi nasale, che è considerata il modello dell’infiammazione cronica, sono responsabili di ostruzione respiratoria nasale e merita un inquadramento multidisciplinare: otorinolaringoiatrico, allergologico, pneumologico, immunologico. Quando monolaterale il consulto specialistico otorinolaringoiatrico è ancora più indicato».</p> <p style="text-align: left;">Per decongestionare il naso si possono utilizzare gli spray vasocostrittori, ma con alcune avvertenze: «Nessun problema a utilizzare per pochi giorni un <strong>vasocostrittore nasale</strong> per accelerare la guarigione da un comune <a href="http://www.humanitas.it/malattie/rinosinusite-virale" target="_blank" rel="noopener">raffreddore</a> o rinosinusite virale. Molto frequentemente tuttavia, il vasocostrittore viene utilizzato in modo prolungato per contrastare l’ostruzione respiratoria nasale, senza nemmeno porsi il problema da che cosa essa sia provocata. L’utilizzo prolungato è dannoso per l’organismo, favorisce ad esempio l’insorgenza di<a href="http://www.humanitas.it/malattie/ipertensione?category%5B__isInitialized__%5D=0" target="_blank" rel="noopener"> ipertensione arteriosa</a>. È dannoso per l’ambiente nasale, ischemizzando i tessuti e progressivamente peggiorando il fisiologico funzionamento del naso».</p> <p style="text-align: left;"> <p style="text-align: left;">«Inoltre – sottolinea il dottor Malvezzi – il suo utilizzo è pressoché inutile. Infatti, quando l’ostruzione respiratoria nasale è sostenuta da deviazione del setto nasale, solo un veloce, e oggi atraumatico, intervento chirurgico è in grado di migliorare la performance respiratoria nasale. Quando l’ostruzione respiratoria è sostenuta da un’ipertrofia dei <strong>turbinati</strong> inferiori, la valutazione specialistica otorinolaringoiatrica, comprensiva di citologia nasale, e una valutazione collegiale allergologica-pneumologica, è fondamentale per un corretto inquadramento del problema, non solo a livello nasale, ma anche più in generale sull’albero respiratorio tutto».</p> <p style="text-align: left;">«In questi casi la terapia non si basa sull’utilizzo dello spray vasocostrittore, ma semmai di <strong>spray cortisonici</strong> e di spray cortisonici e antistaminici. Benché l’efficacia terapeutica sul breve periodo sia meno “esplosiva” del vasocostrittore, lo steroide locale è in grado non solo di decongestionare la mucosa nasale migliorando la respirazione, ma anche la clearance mucociliare, ovvero il processo di autodetersione di naso e seni paranasali. Salvo casi particolari, come il glaucoma ad esempio, lo steroide locale non ha effetti collaterali sistemici, potendo essere utilizzato in modo sicuro oltre che efficace».</p> <h2 style="text-align: left;">Lavarsi il naso</h2> <p style="text-align: left;">Oltre allo spazzolino ogni giorno dovrebbe essere usato uno spray nasale, o uno strumento simile, per il <strong>lavaggio del naso</strong>: «La detersione delle fosse nasali è una buona misura igienica, che dovrebbe essere praticata quotidianamente allo stesso modo dell’igiene dentale. La soluzione fisiologica stessa senza o additivata da eccipienti si può reperire in formulazione spray o, in alternativa, è sufficiente erogarla con una siringa per una corretta igiene. Non vi è limitazione alcuna all’utilizzo di soluzione fisiologica spray».</p> <p style="text-align: left;">Infine, un altro tipo di spray che può essere usato è quello contenente <strong>acido</strong> <strong>ialuronico</strong>, «utile anche per favorire la riepitelizzazione mucosale dopo interventi chirurgici a livello di naso o seni paranasali o in caso di tendenza al sanguinamento nasale. Anche in questo caso non vi è alcuna limitazione all’utilizzo di prodotti contenenti acido ialuronico ed erogati nelle fosse nasale per vaporizzazione», conclude il dottor Malvezzi.</p> <p>The post <a href="https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82725-spray-nasali-dal-lavaggio-del-naso-al-raffreddore-vanno-usati-foto-parere-esperto/">Spray nasali, dal lavaggio del naso al raffreddore: quando vanno usati?</a> appeared first on <a href="https://www.humanitasalute.it">Humanitas Salute</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/82725-spray-nasali-dal-lavaggio-del-naso-al-raffreddore-vanno-usati-foto-parere-esperto/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> </channel> </rss>