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Piede, quando sospettare la frattura di un dito?

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Dolore e gonfioreCome intervenire?

Quello spigolo che si è colpito inavvertitamente, un oggetto pesante che è sfuggito di mano, un trauma diretto su uno delle sue cinque dita, ad esempio mentre si fa sport. La frattura di un dito del piede è un evento piuttosto comune a tutte le età ed è un tipico infortunio domestico. Quando sospettarlo e cosa fare per il primo soccorso? L’abbiamo chiesto al dottor Antonio Voza, responsabile di Medicina d’urgenza di Humanitas.

Dolore e gonfiore

Le falangi delle dita del piede sono quattordici ossa, tre per ogni dito a eccezione dell’alluce che ne presenta solo due. Queste ossa sono particolarmente esposte al rischio di rottura, in particolare le falangi prossimali, quelle più lunghe e vicine al metatarso. La frattura, però, potrebbe essere anche il risultato di un’attività ripetitiva, che abbia sollecitato oltremodo l’osso pregiudicandone l’integrità. In questo caso si parla di “frattura da stress”.

I sintomi che possono far pensare alla frattura di un dito del piede sono sicuramente il dolore e il gonfiore del dito colpito, o comunque interessato dal trauma, a cui possono associarsi anche l’insorgenza di ecchimosi, la difficoltà a deambulare e il dolore mentre si sta in piedi, quando si scarica sul piede il peso corporeo.

Come intervenire?

Proprio per il dolore, aggravato dalla posizione eretta o dal movimento, per un primo soccorso è necessario poggiare il piede e cercare di evitare di scaricarvi il proprio peso. È indispensabile rivolgersi il prima possibile a un medico che saprà valutare l’entità della frattura e definire il miglior intervento. Questo perché una eventuale frattura trascurata e non diagnosticata richiede tempi molto più lunghi di guarigione.

Nel frattempo si può ricorrere al protocollo R.I.C.E. e alle sue quattro indicazioni:

– mantenere il piede in posizione elevata;

– tenere il piede a riposo;

– importante applicare del ghiaccio per ridurre il gonfiore con l’accortezza di non avere la pelle direttamente a contatto con il ghiaccio;

– se possibile utilizzare un garza per un bendaggio.

Per la valutazione della frattura il medico terrà conto delle modalità in cui si è verificato il trauma e dei sintomi avvertiti dal paziente e osserverà eventuali deformità ossee. In questo caso potrebbe rendersi necessaria la “riduzione” della frattura per portare le ossa al loro posizionamento fisiologico. Per alleviare il dolore si potranno assumere degli antidolorifici. Un esame come la radiografia fornirà preziose informazioni sulla frattura.

In attesa della guarigione, intorno alle sei settimane dall’infortunio, sarà importante limitare o evitare l’attività fisica. In molti casi, per il trattamento, sarà sufficiente una piccola steccatura o un bendaggio che tenga unito il dito che ha subito la frattura a quello vicino affinché possa rimanere stabile.