L’utilizzo di farmaci immunoterapici si è affermato come una nuova forma di trattamento di alcuni tumori tra cui il melanoma metastatico e il tumore al polmone non a piccole cellule ed è in fase di sperimentazione per altre neoplasie, dal carcinoma vescicale ai tumori di testa e collo. Questi farmaci – i cosiddetti inibitori di checkpoint – non fanno altro che “togliere i freni” al sistema immunitario e attivarlo per aggredire il tumore.
Non stupisce quindi che l’artrite sia emersa come uno dei possibili effetti collaterali del trattamento immunoterapico per alcune forme di tumore. Fra le terapie cui si ricorre per gestirla ci sono quelle con antinfiammatori steroidei e con farmaci antireumatici. Una recente ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American College of Rheumatology ha indicato l’efficacia di questi ultimi medicinali, una valida alternativa all’uso di antinfiammatori. Ne parliamo con il professor Carlo Selmi, Responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica di Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano.
Lo studio
Ricercatori della University of Michigan (Stati Uniti) hanno analizzato i dati relativi a sei casi di artrite infiammatoria indotta dall’utilizzo di inibitori di checkpoint. I pazienti, sessantenni, di cui cinque uomini, erano affetti da melanoma metastatico. Tutti, prima di sviluppare l’artrite, erano stati sottoposti a diverse terapie in cui erano combinati in modo diverso gli immunoterapici ipilimumab, nivolumab e pembrolizumab.
Per il trattamento dell’artrite cinque pazienti sono stati trattati con idrossiclorochina e sulfasalazina e uno solo con idrossiclorochina. Nell’arco di due mesi un paziente ha raggiunto una remissione parziale e cinque una completa. Pertanto – suggeriscono in conclusione gli autori della ricerca – la combinazione di farmaci antireumatici è una valida alternativa alla gestione dell’artrite associata agli inibitori di checkpoint: è rapidamente efficace e ben tollerata. Lo studio ha suggerito inoltre un potenziale rischio di artrite erosiva nei pazienti gestiti solo con antinfiammatori. Occorre però sottolineare come l’insorgenza di queste manifestazioni sia in realtà l’effetto della grande efficacia di questi farmaci sul sistema immunitario e quindi nella lotta alle neoplasie.