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Ginecologia

Fibromi uterini, dolori addominali e anemia tra i sintomi

Sebbene benigni, i fibromi uterini possono rappresentare un importante problema di salute per le donne che ne sono portatrici. È importante il controllo ginecologico annuale e, nel caso sia diagnosticato un fibroma, bisogna monitorarlo nel tempo, prestare attenzione ai segnali che il corpo dà e rivolgersi allo specialista per intervenire, se necessario, il prima possibile. Ne parliamo con la dottoressa Annamaria Baggiani, Responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e Procreazione Medicalmente Assistita di Humanitas Fertility Center.

I fibromi uterini sono delle formazioni benigne che si sviluppano nel tessuto muscolare dell’utero che interessano prevalentemente le donne in età fertile. La forma, le dimensioni, la collocazione e l’evoluzione sono tutte caratteristiche variabili dei fibromi. La loro presenza può essere silente, asintomatica – e spesso vengono riscontrati casualmente in corso di una visita specialistica – oppure può essere accompagnata da diversi sintomi.

Generalmente i sintomi associati alla presenza di un fibroma uterino sono i dolori mestruali, l’abbondante sanguinamento con le mestruazioni, il dolore addominale, l’anemia, il dolore durante i rapporti sessuali, l’aumento della frequenza minzionale da compressione sulla vescica. Quando si avvertono questi sintomi è bene sottoporsi a una valutazione clinica approfondita per diagnosticare tempestivamente il fibroma (o i fibromi) o per riscontrare una modifica, in genere volumetrica, di un fibroma già noto. Sarà proprio la presenza dei sintomi assieme all’età della donna e alla sua storia riproduttiva a orientare la scelta del trattamento più adeguato, medico o chirurgico.

Che rischio può derivare da un fibroma diagnosticato in ritardo?

«Il rischio – risponde la dottoressa Baggiani – è quello di dover intervenire su un fibroma sintomatico in urgenza e, in qualche caso, soprattutto nei fibromi multipli o molto voluminosi, di non riuscire a salvaguardare l’utero».

In quali casi si cerca di intervenire con un trattamento conservativo e in quali si può arrivare anche all’asportazione dell’utero? «Si cerca sempre di intervenire con trattamenti medici o chirurgici conservativi in età riproduttiva. Al giorno d’oggi abbiamo a disposizione ottimi rimedi farmacologici che ci aiutano a evitare interventi demolitivi, indicati maggiormente nel post menopausa».

Che conseguenze può avere un fibroma su una gravidanza?

«Molto dipende dalla sede del mioma: alcuni fibromi restano asintomatici anche in gravidanza. I fibromi sottomucosi potrebbero ostacolare l’impianto e lo sviluppo dell’embrione fino a provocare anche l’aborto. I fibromi intramurali, invece, potrebbero essere causa di attività contrattile con conseguente rischi di parto prematuro. Alcuni fibromi in gravidanza aumentano il loro volume, in particolare nel primo periodo della gestazione e, alcune volte, possono essere causa di dolori o, nel caso di fibromi molto voluminosi, anche di malposizionamenti fetali».