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Sonno REM, quali sono le sue caratteristiche?

Quando si dorme gli occhi sono chiusi ma non stanno fermi. In una delle fasi del sonno, infatti, quella REM, i movimenti oculari sono veloci e frequenti. La parola REM è formata dalle iniziali delle parole “rapid eye movement”, ovvero rapidi movimenti dell’occhio, ma le sue peculiarità non finiscono qui: «Questa fase è caratterizzata anche da atonia, ossia paralisi muscolare, e da una vivace attività cerebrale. È poi il momento in cui si sogna», aggiunge la dottoressa Lara Fratticci, neurologa di Humanitas.

 

REM: quando si verifica e quanto dura

Il sonno non è un processo irregolare bensì periodico. È formato, infatti, dall’alternanza di fasi di sonno REM e non-REM dopo la veglia: «Questa alternanza si verifica ogni 90-120 minuti. Il sonno REM inizia circa 70-90 minuti dall’addormentamento ed è prima più breve, in una fase iniziale, per poi prolungarsi in una seconda parte», ricorda la dottoressa Fratticci. In tutto la fase REM occupa fino a un quarto del sonno «ricorrendo per cinque volte nel corso della notte, con il restante 20-25% di sonno profondo e l’altro 50% di sonno leggero». Infine questa è la fase in cui ci si riposa e si recuperano energie.

Cosa succede durante la fase REM

Oltre al movimento oculare questa è la fase in cui si registra una certa attività metabolica e cognitiva: «Per questo motivo la fase REM è chiamata anche “sonno paradosso”. Il cervello, a differenza della fase non-REM, è infatti metabolicamente attivo sebbene la sua operatività non dipenda da stimoli esterni. Per via di questi processi metabolici più attivi si sogna e i sogni sono molti vividi».

Un’altra caratteristica tipica del sonno REM è l’atonia, ovvero la paralisi muscolare: «Nonostante l’attività della corteccia motoria, gli stimoli non si traducono in movimenti muscolari». Questa attività è stata al centro di un recente studio dell’ospedale Niguarda di Milano pubblicato su Annals of Neurology: «I ricercatori hanno visto come la corteccia motoria presentasse un’attività simile a quella rilevata durante la veglia. E questo avviene in particolare quando si sogna e quando i movimenti oculari sono molto intensi», ricorda la specialista.

 

I disturbi della fase REM

Tutte queste caratteristiche sono quelle di un sonno REM fisiologico. Quando sorgono i disturbi del sonno, invece, ecco che i tratti della fase REM sono scardinati: «Il disturbo più comune è il REM behavior disorder, ovvero il disturbo comportamentale del sonno REM. Nei pazienti che lo presentano viene meno l’atonia muscolare e pertanto il sonno è agitato, l’individuo si muove, “vive” in maniera molto intensa i suoi sogni, in particolare nelle prime ore del mattino».

Il sonno è infine una spia rivelatrice di altre possibili condizioni cliniche: «I disturbi della fase REM sono correlati infatti anche alla demenza e ai disturbi neurologici come la malattia di Parkinson. Con un esame strumentale, infatti, la polisonnografia, è possibile rilevare queste variazioni all’interno degli approfondimenti clinici per la diagnosi di un disturbo neurodegenerativo», conclude la dottoressa Fratticci. Un recente studio della Swinburne University in Australia pubblicato su Neurology ha suggerito una possibile associazione tra la minor durata della fase REM con maggiori probabilità di sviluppare demenza senza però individuare un rapporto di causa effetto tra questi due elementi.