Al mare o in piscina, fuori dall’acqua, il pericolo principale per gli occhi è rappresentato dal sole. Quando invece si fa il bagno, nelle acque salate o in quelle “al cloro”, cosa può minacciare la loro salute? Ne parliamo con il professor Paolo Vinciguerra, direttore del Centro Oculistico di Humanitas e docente di Humanitas University
Sotto il sole è raccomandato proteggere la vista dall’azione dei raggi ultravioletti indossando degli occhiali da sole. Grazie a questo semplice schermo si contribuisce a ritardare l’insorgenza della cataratta e, inoltre, si evita che i raggi UVA e UVB possano danneggiare la retina e la pelle intorno agli occhi. E in acqua?
In piscina
Chi cerca un po’ di refrigerio in piscina dovrà fare attenzione al contatto dell’acqua con gli occhi: «Il cloro è una sostanza chimica utilizzata per impedire la crescita e la proliferazione batterica in acqua. È una sostanza indispensabile per tenere le piscine pulite e disinfettate ma può causare disturbi sia alla pelle che agli occhi», spiega il professor Vinciguerra.
«I disturbi possono essere di entità variabile, dal semplice fastidio oculare al bruciore, irritazione fino a congiuntiviti o cheratocongiuntiviti. In alcuni casi – continua – questo dipende da una particolare sensibilità degli occhi maggiormente accentuata nei soggetti atopici ma spesso può dipendere da una reazione oculare a particolari componenti chimiche che si accumulano nell’acqua quando non viene trattata nel modo giusto».
(Per approfondire leggi qui: Occhi e sole, le lenti più scure non proteggono meglio dai raggi UV)
Per questi motivi «è indispensabile utilizzare sempre gli occhialini da nuoto che costituiscono una barriera protettiva per gli occhi», ricorda lo specialista. «Nel caso non si avessero a disposizione gli occhialini da nuoto è sconsigliato immergersi sott’acqua con gli occhi aperti. Terminato il bagno in piscina o la nuotata è molto importante fare una doccia con acqua dolce avendo cura di risciacquare bene il viso, gli occhi e le orecchie».
«Spesso il bruciore e l’irritazione sono momentanee e tendono a scomparire nel giro di poche ore ma si possono alleviare i sintomi utilizzando dei colliri a base di acido ialuronico ed aminoacidi (le lacrime artificiali) che lubrificano e nutrono la superficie oculare. Se il disturbo dovesse persistere e’ importante consultare l’oculista per una adeguata terapia».
Al mare
Anche per chi volesse fare qualche bracciata in mare sarebbe buona norma indossare gli occhialini da nuoto, sempre bene aderenti al volto. L’acqua del mare, infatti, può essere insidiosa: «L’acqua salata è irritante per gli occhi. Se non vengono protetti adeguatamente, può causare bruciore, irritazione, infiammazione ed arrossamenti oculari che possono aprire la strada a congiuntiviti o altre patologie oculari di entità più o meno grave».
(Per approfondire leggi qui: Estate, come proteggere gli occhi dal sole all’aperto?)
Oltre agli occhialini, come ci si può proteggere? «È buona norma utilizzare gli occhiali da sole anche quando si è in acqua poiché i raggi ultravioletti vengono riflessi dal mare così come dalla sabbia e possono causare della patologie più o meno serie come ad esempio la cheratocongiuntivite attinica», ricorda lo specialista.
Lenti a contatto
Chi porta le lenti a contatto come si deve comportare in piscina o al mare? «I portatori di lenti a contatto devono necessariamente togliere le lenti a contatto prima di ogni immersione sia in acqua salata che in piscina. L’acqua salata può alterare la curvatura della lente a contatto con conseguente riduzione dell’ossigenazione della cornea e tollerabilità della stessa. Il cloro, a sua volta, potrebbe essere assorbito dalla lente a contatto ed essere tossico per la cornea con conseguenti alterazioni dell’epitelio corneale. In entrambi i casi queste situazioni di irritazione e sofferenza congiuntivale e corneale potrebbero aprire la strada a contaminazioni batteriche, virali e fungine».
Ci sono dei disturbi o delle patologie dell’occhio per cui è controindicato il contatto con l’acqua marina o delle piscine? «Sicuramente nelle patologie oculari acute o infettive, soprattutto a carico del segmento anteriore dell’occhio, il contatto con l’acqua salata o con il cloro è controindicato. In altre patologie oculari croniche o che interessano il segmento posteriore dell’occhio è buona norma consultare il proprio oculista per valutare insieme le misure precauzionali più idonee», conclude il professor Vinciguerra.