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Dolore al ginocchio e cartilagine usurata, la sindrome femoro-rotulea

Se dopo qualche ora passata da seduti si avverte dolore sulla parte anteriore del ginocchio, potrebbe trattarsi di condropatia rotulea. È una condizione caratterizzata, oltre che dal dolore, anche dalla degenerazione della cartilagine situata sul lato interno della rotula. L’origine della condropatia è la sindrome femoro-rotulea che sorge quando si altera il meccanismo di funzionamento dell’articolazione tra rotula e femore. Ce ne parla la dottoressa Lara Castagnetti, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas.

La continua flessione del ginocchio è l’azione che porta all’usura della cartilagine, pregiudicando la funzionalità del ginocchio, naturalmente con la complicità di altri fattori: «La rotula, quando il ginocchio si flette, scorre a contatto con il femore. Per far scorrere la rotula è presente un avvallamento nella parte distale del femore, la gronda femorale. In questa sede la rotula è mantenuta salda dal muscolo quadricipite femorale. Se questo meccanismo è alterato, ecco che la cartilagine che riveste la parte posteriore della rotula o quella sui condili femorali può andare incontro a usura», spiega la dottoressa.

Quali sono le cause della sindrome femoro-rotulea e della condropatia?

Sono diverse e possono riguardare i diversi tessuti dell’articolazione. «Un muscolo quadricipite non abbastanza robusto, ad esempio, non riesce a tenere la rotula in sede e così l’osso tende a lateralizzarsi consumando le cartilagini. Anche una inadeguata flessibilità della loggia laterale e posteriore, dei muscoli della coscia, può contribuire all’insorgenza di queste condizioni».

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Naturalmente l’età è un fattore non modificabile: il processo di usura delle cartilagini è lento e associato all’utilizzo dell’articolazione. Tuttavia ci sono fattori che accelerano questa tendenza: «Il continuo sovraccarico dell’articolazione con la rotula che entra in contatto con il femore quando il ginocchio è flesso. Il sovraccarico è tipico di alcune discipline sportive come sci, pallavolo o calcio».

Tra gli altri fattori ci sono quelli di natura costitutiva, «come una gronda femorale non sufficientemente profonda per il corretto funzionamento dell’articolazione, le ginocchia valghe, con il ginocchio non in asse ma spostato verso l’interno, oppure avere le cosce ruotate internamente con le ginocchia che “si guardano”, una condizione comune nelle ragazze, e infine avere il piede pronato».

Anche i traumi del ginocchio possono insidiare la funzionalità dell’articolazione?

«Sì, ad esempio avere un ginocchio instabile per via della rottura del legamento crociato anteriore. Tuttavia, se il quadricipite è sufficientemente forte, il ginocchio potrebbe guadagnare stabilità».

Il ruolo della muscolatura è fondamentale, dunque. Ecco perché, in caso di sindrome femoro-rotulea, il lavoro sulla muscolatura è una parte importante del recupero: «Avere una buona muscolatura dei quadricipiti anteriori aiuta a tenere stabile la rotula, senza dimenticare la parte posteriore della coscia per la quale è utile lo stretching. Un esercizio da poter svolgere è, ad esempio, poggiare le gambe estese al muro avvicinandosi il più possibile».

Sempre in caso di indebolimento del tono muscolare si può ricorrere al taping «applicando dei cerotti che assistano la funzione meccanica dell’articolazione o che diano stimolo propriocettivo per mettere la rotula nella giusta direzione»; eseguire degli esercizi «tenendo la gamba estesa o sollevando il piede da terra oppure, ancora, mettendo un piccolo cuscino sotto il ginocchio da spingere verso il basso, sempre con la gamba tesa».

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I tempi di recupero sono lunghi almeno un paio di mesi, sebbene il dolore venga trattato in tempi più brevi: «Se è necessario sovraccaricare un minimo l’articolazione si può, nel frattempo, indossare una ginocchiera con foro rotuleo nel caso in cui la rotula sia davvero mobile. Se invece si è atleti o sportivi è bene prestare attenzione alle calzature e, nel caso, di squilibri di appoggio valutare con il medico l’indicazione a correzione con plantari personalizzati », suggerisce la specialista.

Cosa fare invece per la cartilagine?

«Un esercizio utile è la pedalata sulla cyclette con la sella alta, così non si arriva a completare la flessione del ginocchio, non si impatta sull’articolazione e si stimola la produzione del liquido sinoviale che mantiene l’omeostasi dell’articolazione. Per nutrire la cartilagine possono essere benefiche anche le infiltrazioni di acido ialuronico», conclude la dottoressa Castagnetti.