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Salute, 4 italiani su 10 sono malati cronici. Scende la speranza di vita

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Mortalità e speranza di vitaAttività fisicaSovrappesoAlcolFumo

Una popolazione in età molto avanzata e con una speranza di vita in calo. Un “esercito” di malati cronici, molti dei quali con più malattie contemporaneamente. Una lieve tendenza a migliorare – o quantomeno a non peggiorare – abitudini e stili di vita. Ecco l’ultimo check up degli italiani contenuto nel Rapporto Osservasalute 2016 presentato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane.

Sono circa 23,6 milioni i pazienti affetti da malattie croniche, ovvero quasi 4 italiani su 10: dall’ipertensione al diabete alle malattie cardiovascolari, dall’artrosi alle malattie respiratorie come l’asma. In molti casi queste condizioni coesistono, con l’ipertensione che accompagna, ad esempio, l’artrosi o i disturbi alla tiroide o il diabete mellito. Il numero dei malati cronici è in aumento anche per via del crescente invecchiamento della popolazione: più di un italiano su cinque supera quota 65 anni.

Mortalità e speranza di vita

Ma l’invecchiamento degli italiani sta dietro anche all’aumento della mortalità registrato nel 2015 rispetto ai due anni precedenti (probabilmente in questo anno si è verificata una quota di decessi posticipata dal 2013-14, anni a bassa mortalità). L’aumento è di circa 49 mila morti in più rispetto alla media di 600 mila decessi del biennio prima. Una spiegazione al fenomeno individuata dagli esperti risiede nell’impatto dell’epidemia influenzale che, di fatto, ha concentrato l’aumento della mortalità nei primi tre mesi dell’anno. Le malattie a carico del sistema cardiocircolatorio restano la prima causa di morte.

(Per approfondire leggi qui: Cuore, diamo i numeri: prevenzione cardiovascolare e fattori di rischio)

Un riflesso dell’incremento della mortalità è invece il calo della speranza di vita alla nascita. Nel 2015 questa è scesa di 0,2 anni negli uomini e 0,4 anni nelle donne fermandosi a quota 80,1 e 84,6 anni per i due sessi.

Attività fisica

Passando agli stili di vita, il dato più incoraggiante è l’aumento di chi pratica sport non regolarmente: dall’8,6% del 2014 al 9,5% del 2015. Fermi invece i numeri degli sportivi più costanti e dei sedentari, questi ultimi circa il 40% della popolazione. Ma se lo sguardo va al lungo periodo si nota come l’attività sportiva abbia fatto più proseliti, passando dal 19,1% del 2001 al 23,8% del 2015. Ad ogni modo sono poco meno di 20 milioni gli italiani che si dedicano al movimento, in maniera più o meno continuativa, ancora una volta più uomini che donne.

Sovrappeso

L’altra faccia della medaglia di una popolazione non molto attiva è la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità. Tra i maggiorenni scende lievemente la quota di persone con chili in eccesso (pari al 45,1% dal 46,4% del 2014), con la quota di adulti sovrappeso e adulti obesi che si è mantenuta stabile tra 2015 e 2014.

Alcol

Cresce il consumo di bevande alcoliche. La quota di astemi e astinenti negli ultimi 12 mesi scende al 34,8% (nel 2014 era il 35,6%). Tra i comportamenti a rischio sale il numero di donne che consumano alcolici (da 8,2% a 9%) mentre i consumatori a rischio non fanno segnare significative variazioni.

(Per approfondire leggi qui: Alcol, le donne bevono quanto gli uomini?)

Fumo

Stabile anche l’insieme dei fumatori sebbene gli anni precedenti avessero segnato un calo. Gli italiani che fumano, nel 2015, sono 10 milioni e 300 mila, poco meno della popolazione con almeno 14 anni di età. A scendere è invece il numero medio di sigarette fumate ogni giorno, con una tendenza costante che dura dal 2001 (da 14,7 a 11,6 “bionde” accese al giorno). La dipendenza dal fumo di sigaretta è più diffusa tra gli uomini che tra le donne. Infine continua a preoccupare la propensione a fumare in età giovanile: tra i 20-24 anni e i 25-34 anni circa un terzo degli uomini e un quinto delle donne si dichiara fumatore.