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Obesità, bypass gastrico meglio della dieta per ridurre il rischio cardiaco

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Il cuore ha più probabilità di mantenere la sua funzione di pompa se una persona obesa è sottoposta a bypass gastrico. Questo intervento di chirurgia bariatrica garantirebbe una perdita di peso associata a una forte riduzione del rischio di sviluppare scompenso cardiaco. Più della dieta ipocalorica. È la conclusione di uno studio condotto in Svezia e pubblicato su Circulation. Ne parliamo con il dottor Giuseppe Marinari, responsabile di Chirurgia Bariatrica dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Sovrappeso e obesità, quali i tipi di intervento?)

I ricercatori, provenienti anche dalla Uppsala University, hanno messo a confronti gli interventi sullo stile di vita con il bypass gastrico. Hanno preso in esame due gruppi di individui obesi prevalentemente quarantenni, tutti liberi da scompenso cardiaco all’inizio dello studio: il primo composto da oltre 25mila persone operate di bypass gastrico e il secondo di poco meno di 14mila soggetti seguiti con dieta a basso apporto calorico e modifiche dello stile di vita.

Più chili persi grazie a bypass gastrico

Quali sono stati i risultati? «La popolazione di soggetti obesi operati di bypass gastrico – risponde il dottor Marinari – ha perso in media 18 chili in più dopo un anno e 23 chili in più dopo due anni rispetto a chi aveva provato un trattamento solo conservativo. Inoltre, durante il periodo studiato, le persone sottoposte a intervento hanno sviluppato un numero inferiore di casi di scompenso cardiaco, circa il 50% in meno dell’altro gruppo. La conclusione dello studio è quindi che perdere peso in modo sostanziale (non 5 chili, di più) coincide con la riduzione del rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco», conclude lo specialista.   

(Per approfondire leggi qui: Scompenso cardiaco, 5 consigli per abbassare il rischio)

L’obesità rientra tra i fattori di rischio dello scompenso cardiaco anche per via delle condizioni che spesso la accompagnano, dall’ipertensione all’ipercolesterolemia. Come ricorda l’American Heart Association questa condizione può portare il cuore a lavorare di più rispetto a una persona normo-peso e può anche causare cardiomiopatia.