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Magazine

Cuore e colesterolo, tra i nemici olio di palma e olio di cocco. E le uova?

Proteggere la salute del cuore a tavola. Come? Limitando l’apporto di colesterolo, per esempio, o scegliendo alimenti con i grassi giusti, ovvero quelli privi di oli “esotici” come l’olio di palma. Qualche prezioso suggerimento arriva da una revisione di studi realizzata da ricercatori americani e pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology. Tra gli alimenti “incriminati”, ci sono sicuramente l’olio di palma e l’olio di cocco, oltre a regimi alimentari che in maniera più lampante mettono il cuore in pericolo. Un esempio sono certamente le diete cosiddette Southern (facendo riferimento al sud degli Stati Uniti), quelle ricche di cibi fritti, carni processate, grassi aggiunti e bevande con zuccheri aggiunti. Le evidenze sui loro effetti nocivi non mancano. Ma qualche precisazione va fatta anche sulle uova.

Sugli oli, la revisione prende di mira l’olio di palma e quello di cocco, prodotti ricchi di acidi grassi saturi. L’olio di palma, rispetto a molti altri oli vegetali eccetto quello di cocco, è ricco di acidi grassi saturi, soprattutto acido palmitico. Una revisione di studi ha recentemente fornito dati tali per cui l’olio di palma possa essere associato a un aumento del rischio di aterosclerosi: aumento di colesterolo LDL, anche HDL ma in proporzione molto minore. Gli effetti del consumo di questi due tipi di olio sulla salute cardiovascolare sono “deleteri”, dicono i ricercatori.

Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Uova, bene due a settimana all’interno di dieta equilibrata

Il loro utilizzo viene giustamente scoraggiato. Diversi studi hanno confermato un aumento della colesterolemia associato al consumo di questi oli, ricchi di grassi saturi. Non è stato documentato da studi specifici però un incremento diretto del rischio cardiovascolare dovuto al consumo di olio di palma e olio di cocco. Tuttavia è possibile concludere che l’aumento di colesterolo LDL associato all’utilizzo di questi oli vegetali sia certamente un fattore di rischio per la salute di cuore e vasi sanguigni.

Per quanto riguarda il colesterolo, gli autori della revisione concludono individuando nei grassi saturi e trans le fonti maggiori di colesterolo alimentare che può avere un impatto negativo sulla concentrazione di colesterolo nel sangue. I ricercatori, però, annoverano tra le fonti di colesterolo da limitare anche le uova, un alimento finito diverse volte sul banco degli imputati. Prima prese di mira, poi reintegrate in un ideale regime alimentare perché comunque fonte di proteine, le uova sono nuovamente “sotto accusa”. Certamente sono fonte di colesterolo ma se il loro consumo resta limitato a un paio a settimana e, soprattutto, bilanciato con una dieta povera di grassi, non può essere scoraggiato. Il discorso cambia se le uova sono consumate all’interno di un’alimentazione in cui è considerevole l’apporto di grassi o se vengono preparate con metodi di cottura meno salutari di altri, come ad esempio la frittura.