Nel mondo sempre più persone vivono più a lungo ma, al contempo, trascorrono più anni affetti da malattie e forme di disabilità. La speranza di vita è aumentata di oltre 10 anni dal 1980 soprattutto grazie al minore impatto delle malattie infettive. Le malattie non trasmissibili, invece, come i tumori e le malattie cardiovascolari, sono responsabili del 70% dei decessi globali. Sono alcuni dei dati forniti dal Global Burden of Disease 2015, un’analisi dettagliata dello stato di salute della popolazione a livello mondiale.
La ricerca è stata pubblicata su Lancet ed è il frutto di lavoro di 1870 esperti provenienti da 127 Paesi. In sintesi è emerso che la salute è in miglioramento ma i progressi non sono ancora universali. Inoltre, spiega coordinatore del panel di esperti, docente alla University of Washington di Seattle (Stati Uniti), molti Paesi (compresi gli Usa) sono di gran lunga meno in salute di quanto potrebbero in base alle risorse a disposizione.
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Il primo dato importante emerso dal Global Burden of Disease è l’aumento dell’aspettativa di vita: dal 1980 al 2015 la popolazione mondiale ha guadagnato oltre 10 anni di vita. Oggi l’aspettativa è pari a 60 anni per gli uomini e 74,8 per le donne. Il merito principale è da attribuire al calo della mortalità negli ultimi 10 anni delle malattie trasmissibili: l’HIV/AIDS ad esempio, con una riduzione della mortalità di oltre il 30%, la malaria e la diarrea.
Anche la mortalità per malattie cardiovascolari e tumorali è in flessione ma a un passo più rallentato. Oggi 7 decessi su 10 – 40 milioni dei 56 milioni di morti l’anno – sono dovuti a patologie come ictus, infarto, diabete, malattie renali croniche, malattia di Alzheimer e altre forme di demenza e disturbi correlati all’uso di droghe.
Anche la speranza di vita senza disabilità, misurata in anni di vita in buona salute, è in aumento in ben 191 Paesi su 195 ma non tanto quanto l’aspettativa di vita generale. In altre parole si vive più a lungo ma con malattie e forme di disabilità a carico. Negli ultimi 25 anni, le cause principali di una cattiva salute sono stati mal di schiena e cervicalgia, disturbi sensoriali (come disturbi alla vista e all’udito), la depressione e l’anemia da carenza di ferro (anche Italia). Le diverse forme di mal di testa, le carie e la compromissione dell’udito o della vista riguardano oltre 1 persona su 10.
Fumo primo fattore di rischio per la salute negli Usa
A minacciare la salute però sono soprattutto fattori di rischio come l’ipertensione, l’assuefazione al fumo di sigaretta, l’iperglicemia, presentare un alto Indice di massa corporea (Imc) e la malnutrizione infantile. Sebbene si siano centrati successi nel ridurne l’esposizione il fumo resta uno dei 5 fattori di rischio per la salute in 140 Paesi, in testa in Stati come gli Usa e il Regno Unito.
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I comportamenti scorretti restano dunque una minaccia. In cosa si riflette la maggiore pervasività di cattivi stili di vita? Sempre più persone hanno un alto Imc e presentano iperglicemia, ad esempio, due condizioni associate a malattie come il diabete o il cancro. Nel mondo, poi si continua a mangiare male: diete ricche di sale, con uno scarso consumo di frutta e verdura, cereali integrali e pesce sono ancora molto diffuse.
E l’Italia?
L’aspettativa di vita è pari a 84,57 anni nelle donne e 79,64 anni negli uomini. In linea con i dati globali, mal di schiena e dolori cervicali, disturbi a vista e udito e depressione sono i principali fattori che causano disabilità mentre ipertensione, fumo di sigaretta, iperglicemia, sovrappeso/obesità e colesterolo sono i maggiori fattori di rischio di mortalità precoce.