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“Riveder le stelle” dopo un tumore. La storia di Sofia

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Il buio della notte è sempre macchiato dal chiarore delle stelle, ma non sempre riesci a vederlo. Loro stanno lì a ricamare il cielo ma non riesci proprio ad accorgerti della loro presenza. Poi finalmente torni ad ammirarle. Torni a riveder le stelle, e a vivere di nuovo. È un percorso comune a tante persone che hanno sconfitto un tumore come Sofia Medè Rèpaci, una professoressa di materie letterarie originaria di Padova ma trapiantata a Milano. La sua storia l’ha raccontata in un libro, “Riveder le stelle”.

Un giorno di tre anni fa, nella sua vita, le stelle si sono spente. La diagnosi di tumore al seno ha sconvolto la sua esistenza e quella di suo marito Max. I guai, purtroppo, si sarebbero accresciuti negli anni dopo quell’infausta notizia. Sembrava che la sorte avesse preso di mira questa coppia: nello stesso momento erano arrivati la malattia, un licenziamento, con l’azienda del marito in crisi, lo scoglio dell’abilitazione da professoressa da superare e infine un nuovo male, questa volta diagnosticato a Max.

Tutti scogli superati con fatica e determinazione, anche grazie all’aiuto di una “schiera di angeli” che hanno assistito Sofia nei tre anni di cure. “Riveder le stelle” è una testimonianza sincera che non risparmia la sofferenza vissuta, che ritorna a quei momenti pieni di disperazione prima di abbandonarsi all’allegria che segue la fine delle sofferenze. Tra quegli angeli custodi c’è il dottor Alberto Testori, chirurgo toracico e direttore associato della Breast Unit dell’ospedale Humanitas, che ha preso in cura Sofia: «Un medico bravissimo che mi ha supportato con abilità, che ha saputo prendere in carico anche la mia dimensione psicologica», racconta la professoressa. «Semplicemente un medico umano, in grado di capire i pazienti e comunicare con loro».

L’anno della diagnosi è diventato uno spartiacque nella vita di Sofia

schermata-del-2016-10-03-110223«C’è un prima e un dopo quell’ “anno zero”. Subito dopo ci sono stati i momenti peggiori, quando ho iniziato a fare la chemioterapia: l’affaticamento e la spossatezza indotte da otto cicli di terapia hanno fiaccato il fisico e anche la mente. Non è solo la malattia in sé a debilitarti ma l’impatto psicologico che ha avuto: arrivi a mettere in discussione il senso dell’esistenza, cominci a porti tante domande e naturalmente cerchi le risposte a queste domande».

La formazione classica della professoressa emerge anche nel libro tra le citazioni di Luigi Pirandello e Sofocle e i riferimenti ai classici della letteratura e ai grandi pensatori del passato. Le risposte, Sofia, le ha cercate proprio sui libri: «In quei mesi ho letto tanto in particolare libri di teologia. Ho portato avanti un percorso di analisi interiore che mi ha cambiata. E dopo la guarigione ho provato un senso di rinascita, un nuovo inizio, una liberazione. Finalmente sono uscita a “riveder le stelle”» ed è iniziata una nuova vita, fatta anche di nuove amicizie che sono nate proprio in quegli anni.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, in un libro la forza delle donne)

In questo percorso, la dottoressa Elisabetta Todisco, onco-ematologa di Humanitas Cancer Center, conosciuta inizialmente in modo casuale dalla professoressa, ha svolto un ruolo molto importante nella fase di cura e di follow-up, pur essendo intervenuta in un momento successivo: «Ho viaggiato con a fianco persone splendide, non solo medici, ma anche tanti amici che mi sono stati vicini; in pochi si sono allontanati, mentre ho provato un po’ di delusione per l’assenza di figure che avrei voluto con me. Ho avuto modo di apprezzare la delicatezza dei miei alunni, semplici ragazzi che si sono mostrati più sensibili di tanti adulti», ricorda Sofia.

Oggi, che di anni ne ha 47, Sofia ha ricominciato una nuova vita

«Mi sento ringiovanita, come se ne avessi 18. Paradossalmente mi sembra di vivere meglio di prima. Questa esperienza mi ha insegnato a vivere il presente, e a farlo pienamente e con serenità. Non penso davvero al futuro perché ho sempre un po’ paura che tutto potrebbe cambiare, proprio come è avvenuto tre anni fa. Cerco di godermi quello che ho davanti a me, le persone che ho attorno a me e di vedere solo le cose positive».

Da sinistra il dottor Testori, l'autrice di Riveder le stelle e la dottoressa Todisco
Da sinistra il dottor Testori, l’autrice di Riveder le stelle e la dottoressa Todisco

Perché ha deciso di raccontare la sua storia? «Scrivere mi è servito per rielaborare quello che ho passato, per liberarmi delle sofferenze, ma è stata anche l’occasione di ringraziare chi mi è stato vicino e per aiutare chi si trova nella stessa situazione che ho vissuto».

Cosa consiglierebbe alle donne colpite da tumore al seno?

«Di non disperare. Purtroppo all’inizio è naturale per la gravità della malattia ma poi le cose cominciano ad andare per il verso giusto. E poi di rivolgersi per quanto possibile a medici davvero capaci che possano fare la differenza».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, la diagnosi che cambia la vita)

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La presentazione del libro a Basiglio

Oggi il tumore al seno, sebbene la sua incidenza sia in aumento, è diventata “una malattia sempre più curabile grazie al miglioramento delle tecniche chirurgiche e radioterapiche, alla scoperta di nuovi farmaci e ai progressi in ambito scientifico. […] Si arriva ormai ad una sopravvivenza globale dell’87%”, scrive il dottor Testori nell’introduzione al libro.

Oltre che a tutti coloro che lottano contro il cancro, “Riveder le stelle” (edito da ABEditore) è dedicato proprio al dottor Testori, il “cavaliere dal camice bianco” a cui Sofia è davvero riconoscente, oltre che alla dottoressa Todisco. I due medici hanno partecipato lo scorso venerdì 21 ottobre con l’autrice alla presentazione del libro presso il Polo culturale Il mulino di Vione di Basiglio, nel milanese. A introdurre il dialogo tra gli specialisti di Humanitas e Sofia è stata il vice-sindaco del comune Lidia Reale.

La storia della professoressa Medè Rèpaci ha emozionato i tanti suoi alunni presenti tra il pubblico accompagnati dai loro genitori. La mamma di una sua ex studentessa ha poi ringraziato l’autrice con un messaggio su Facebook per “l’amore per l’apprendere che è riuscita a trasmettere ai suoi alunni” lodando la sua “forza interiore, l’ironia e la ‘sana pazzia’ che la contraddistinguono”.

Parte del ricavato dell’incontro sarà destinato a Fondazione Humanitas per la Ricerca.

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Il post su Facebook dedicato alla professoressa

La professoressa Medè Rèpaci ha raccontato la sua storia nel corso della trasmissione Siamo Noi, in onda su Tv2000. A questo indirizzo è possibile rivedere la sua intervista.