Il corpo si riposa e recuperiamo le energie. Per questo dormiamo, e per questo dobbiamo farlo bene, in modo continuativo per godere di un sonno davvero ristoratore. Ma il sonno fa bene anche al nostro cervello, alla memoria e all’apprendimento. Cosa succede al nostro cervello di notte?
«Il cervello modifica profondamente il suo modo di lavorare. Quando ci addormentiamo e sprofondiamo nel sonno profondo, le onde cerebrali rallentano e diventano molto ampie, con ampi picchi e profondi avvallamenti, come se, all’improvviso, un mare appena increspato fosse attraversato da onde sempre più alte. Questo succede perché un numero sempre maggiore di cellule cerebrali entrano lentamente in fase fra loro e perdono la loro individualità», risponde il professor Giulio Maira, neurochirurgo dell’ospedale Humanitas e presidente di Fondazione Atena Onlus.
(Per approfondire leggi qui: Cervello, un neurotrasmettitore la chiave per ricordare i sogni)
«Il primo sonno profondo della notte dura circa 90 minuti; siamo profondamente addormentati e non abbiamo coscienza di avere fatto alcuna esperienza: gli ingressi alla nostra corteccia sono chiusi. Poi succede qualcosa di strano. Le onde lente cominciano a smorzarsi, il ritmo cerebrale ritorna ad accelerare di nuovo, come se ci stessimo svegliando, il battito cardiaco e la respirazione accelerano e gli occhi all’improvviso cominciano a roteare. Entriamo nel sonno REM (Rapid Eyes Movements): gli occhi si muovono rapidamente ed è in questa fase che facciamo la maggior parte dei sogni. Questi cambiamenti delle fasi del sonno si ripetono tante volte (4-6 o anche di più) ma, mano a mano che ci addentriamo nella notte e s’avvicina il mattino, i periodi di sonno profondo diventano sempre più brevi mentre si allungano i periodi di sonno REM».
Nel sonno il cervello fa “pulizia”
«Tra i compiti svolti dal cervello mentre si dorme c’è quello di eliminare i rifiuti, cioè le scorie del metabolismo cerebrale della veglia. Un buon sonno è fondamentale anche perché è in questa fase che le connessioni cerebrali si riorganizzano e alcuni circuiti sono rafforzati mentre altri sono sfoltiti. Un altro aspetto del sonno sul quale si sta molto studiando è quello relativo ai ricordi: il sonno serve per rimettere in ordine il suo magazzino di memoria. È nella fase del sonno profondo che il cervello rielabora gli avvenimenti del giorno trascorso selezionando quali trattenere nella memoria. Durante il sonno si formano e consolidano nuove sinapsi che codificano quanto si è imparato da svegli. In questa fase si fisserebbero le memorie a lungo termine».
(Per approfondire leggi qui: Perché non tutti ricordano i sogni?)
Il cervello è dunque molto attivo mentre riposiamo. Tra le attività preferite c’è sicuramente il sognare. Le neuroscienze negli ultimi anni si sono occupate di sonno e di sogni. Di questo si parlerà a “Sonno e sogni. Il cervello dopo la mezzanotte”, un evento organizzato da Fondazione Atena Onlus il 16 giugno a Roma.
Cosa sono i sogni per le neuroscienze?
«Durante le prime fasi del sonno profondo si costruiscono nel cervello immagini semplici che rapidamente vengono dimenticate. Sono i primi sogni della notte, fatti di scene povere e molto realistiche, basate sulle esperienze del giorno trascorso, quelle che il cervello riordina appena ci siamo addormentati. Nelle fasi di sonno REM i contenuti dei sogni diventano più ricchi e complessi, vediamo immagini in movimento, crediamo di correre, ci arrampichiamo, voliamo, riconosciamo noi stessi. In pratica, dopo aver messo ordine, il cervello può dedicarsi a elaborare le informazioni e a collegare i fatti recenti con quelli passati. In questo modo si modificano e consolidano i nostri ricordi adattandoli alle situazioni nuove, si modifica la nostra personalità».