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Italia male in prevenzione. Per la prima volta scende l’aspettativa di vita

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Aspettativa di vita in calo, scarsa prevenzione, screening oncologici a singhiozzo, vaccinazioni in calo. È un quadro a tinte fosche quello che emerge dal rapporto Osservasalute 2015, una fotografia molto dettagliata sullo stato di salute degli italiani. “Siamo l’ultimo Paese al mondo per prevenzione”, dice Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio sulla Salute delle Regioni e presidente dell’Istituto superiore di Sanità.

Per la prima volta nella storia d’Italia è stato registrato un calo nell’aspettativa di vita. E la trascuratezza nella prevenzione potrebbe aver giocato un ruolo significativo. Nel 2015 la speranza di vita è stata di 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 anni per le donne. L’anno precedente era di poco superiore (80,3 e 85,0 anni): una lieve flessione che comunque è una “prima volta” e che potrebbe avere un seguito: “Il calo è generalizzato per tutte le regioni. È un segnale d’allarme, anche se dovremo aspettare l’anno prossimo per vedere se è un trend”, ha aggiunto Ricciardi.

(Per approfondire leggi qui: Donne e salute, fai sentire la tua voce con il sondaggio di Onda)

I numeri sull’impegno dell’Italia per la prevenzione sono impietosi. Il nostro Paese stanzia per questo fronte il 4,1% della spesa sanitaria totale, un dato che la colloca tra gli ultimi posti d’Europa. Ma che significa che l’Italia fa poca prevenzione? In primo luogo è sceso il numero delle vaccinazioni, ad esempio quella antinfluenzale per gli over 65: dal 63,4% del 2003 al 49% del 2015. Ancora, la copertura anti-morbillo-parotite-rosolia non ha raggiunto la soglia di sicurezza del 95%. E infine gli screening oncologici, “mai partiti o che funzionano a macchia di leopardo, soprattutto per le donne”, denuncia Ricciardi.

Sul fronte degli stili di vita ci sono aspetti contrastanti

Da un lato sale il numero di persone in sovrappeso od obese (tra 2001 e 2014, da 33,9% a 36,2% di sovrappeso e da 8,5% a 10,2% di obesi) e scende il numero di chi consuma ogni giorno 5 porzioni di frutta e verdura; dall’altro migliorano i dati relativi ai fumatori e al contrasto alla sedentarietà. La quota di fumatori è in costante calo da ormai 5 anni. Cresce invece, anche se di poco, il consumo di alcolici. Gli italiani, poi, si muovono di più. I non sedentari sono infatti il 23% (il 19% nel 2001) e aumenta il numero di chi, pur non facendo sport, cerca di mettersi in moto ad esempio camminando o andando in bicicletta.

(Per approfondire leggi qui: Oms, 2 ore e 1/2 di attività fisica a settimana per stare in salute)

Infine i decessi. Tra le cause di morte in prima posizione ci sono le malattie ischemiche del cuore, responsabili di poco più del 12% del totale dei decessi, seguite da quelle cerebrovascolari e dalle altre malattie del cuore non di origine ischemica.