Hiv, ministero Salute: 8 casi su 10 per rapporti sessuali non protetti

Dietro la maggior parte dei nuovi contagi da Hiv ci sono stati rapporti sessuali non protetti. Nel 2014 il numero delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è pressoché stabile. A fare il punto della situazione è il ministero della Salute che ha inviato al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di attuazione delle strategie, fra prevenzione e assistenza, con cui affrontare l’infezione da Hiv.

L’anno di riferimento è il 2014. Per l’esattezza sono state segnalate 3.695 nuove diagnosi di infezione da Hiv con un’incidenza di 6,1 nuovi casi ogni 100mila residenti. E la causa, nella maggior parte dei casi (84%), è stato il mancato uso del preservativo, dunque rapporti sessuali a rischio.

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La fascia di età più colpita è quella tra i 25 e i 29 anni (oltre 15 nuove diagnosi ogni 100mila residenti). La prevalenza dei nuovi contagi si è registrata tra i maschi: quasi 8 casi su 10 sono di sesso maschile, mentre continua a diminuire l’incidenza delle nuove diagnosi nelle donne. L’età media è di 39 anni per gli uomini, per le donne di 36.

Poco più del 27% delle persone diagnosticate con il virus dell’Hiv è di origine straniera

Se tra queste la maggior parte dei casi è costituita da eterosessuali di sesso femminile, fra gli italiani prevalgono invece gli omosessuali maschi, con quasi la metà dei casi. Le regioni più colpite sono state Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna.

“Molto rimane da fare per controllare ed eliminare questa malattia”, ha scritto il ministro Beatrice Lorenzin nella relazione. “Uno dei punti chiave – continua – è la comunicazione per rafforzare la percezione del rischio dell’infezione da Hiv, sensibilizzare sulla modalità di trasmissione e sulle misure di prevenzione”.

“La cura dell’Aids e delle infezioni da Hiv non si limita ai soli aspetti diagnostici, clinici e terapeutici, ma richiede altrettanta attenzione per l’implementazione di misure preventive. Tra le prime è fondamentale la diagnosi precoce, che si può ottenere solo attraverso una maggiore e soprattutto mirata offerta attiva del test, favorendone l’accessibilità, così come va favorito l’accesso ad una terapia precoce ed appropriata”, ha sottolineato il ministro.

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Anche l’incidenza dei casi di Aids è grosso modo invariata: nel 2014 sono stati diagnosticati 858 nuovi casi di Aids (1,4 ogni 100mila residenti). Dal 1982, l’anno dell’inizio dell’epidemia, ne sono stati registrati oltre 67mila, con 43mila decessi.

Redazione Humanitas Salute: