Se si è obesi, dimagrire anche poco può essere già rilevante. Anche solo il 5% del proprio peso in meno può fare la differenza. Perdere questa quota di peso in eccesso dà infatti grandi benefici secondo uno studio della Washington University (Stati Uniti) pubblicato su Cell Metabolism. Di che benefici parliamo? Scende il rischio di diabete e malattie cardiovascolari e migliora il metabolismo del fegato e dei tessuti muscolari.
Scendere del 5% del peso corporeo è un traguardo che si può raggiungere senza eccessiva fatica, sostengono i ricercatori. Lo studio è stato condotto su 40 persone obese non diabetiche alle quali, casualmente, è stato chiesto di perdere il 5%, il 10% o il 15% del peso corporeo o semplicemente di mantenerlo.
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Nei pazienti che avevano perso il 5% migliorava il quadro metabolico, la secrezione di insulina da parte delle cellule del pancreas e la sensibilità all’insulina nei tessuti grassi, in quelli muscolo-scheletrici e nel fegato. Inoltre diminuiva la quantità di grasso accumulato nell’organismo e nel fegato. Nelle persone che avevano continuato a perdere peso i benefici erano maggiori ma non su tutti i fronti.
É bene notare però che lo studio è stato condotto su persone che pesavano inizialmente circa 100 chili: «Si tratta dunque di una obesità di secondo grado, non di obesità cosiddetta “grave” ovvero dal terzo grado in su», osserva il dottor Giuseppe Marinari, responsabile di Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas.
Perdere il 5% del peso in questo caso è comunque un buon primo passo?
«Perdere già 5 chili pesandone 100 (quindi il 5%) può avere effetti benefici che però sono maggiori se la perdita è dell’11-16% e ancora maggiori se si perdono più chili. Centrare questo obiettivo è piuttosto facile: se si è obesi di II grado e non diabetici perdere qualche chilo è già significativo ma è difficile pensare che se una persona s’impegna a perdere peso si accontenti di questo primo risultato».
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Tuttavia lo studio non affronta un problema molto delicato in questi casi che non è tanto la perdita di peso iniziale quanto il mantenimento dei risultati. «Le valutazioni sono state fatte solo circa 6 mesi dopo l’inizio della dieta, ma nessun paziente è stato studiato in due o più punti temporali, ad esempio a 12, 18 o 24 mesi dall’inizio della dieta», conclude il dottor Marinari.