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Cervello, in caso di aneurisma il tempo è vita

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Il fattore tempo è importante anche per il trattamento degli aneurismi cerebrali. Intervenire rapidamente è l’approccio migliore per limitare i danni, come spiega il professor Giulio Maira, neurochirurgo dell’ospedale Humanitas.

«Gli aneurismi intracranici sono malformazioni che interessano circa il 5% della popolazione. Ogni anno se ne rompe 1 ogni 10mila persone. Intervenire in tempo è importante perché l’emorragia indotta dall’aneurisma può essere grave e quindi va risolta prima che il danno provocato dalla compressione del cervello determini importanti conseguenze».

(Per approfondire leggi qui: Aneurisma, pericolo silente)

«Inoltre – aggiunge il professore – il secondo fattore di necessità di rapidità è legato al fatto che una volta che l’aneurisma si è rotto può rompersi nuovamente: la seconda emorragia può essere anche più grave della prima e può anche portare al decesso. Quindi bisogna intervenire rapidamente per togliere l’ematoma e chiudere l’aneurisma ed evitare che si attivi un secondo sanguinamento».

Cosa significa fare prevenzione in questo caso?

«La prevenzione può essere fatta se riusciamo a individuare l’aneurisma prima che si rompa e se riusciamo a chiuderlo prima che si abbia l’emorragia. Stiamo inoltre conducendo uno studio che cerca di individuare sulla base di marcatori genetici i pazienti più a rischio di avere un aneurisma e di subire la rottura di questo aneurisma», risponde il professor Maira.

Ecco spiegata un’altra sfumatura del legame fra tempo e cervello, il tema di quest’anno della Settimana del Cervello, dal 14 al 20 marzo. L’iniziativa vede l’adesione della Società italiana di Neurologia e dell’ospedale Humanitas.

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