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Batteri, così importanti da essere trapiantati

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Siamo fatti così, di cellule ma anche di batteri. Ed è un bene. Nel nostro organismo vivono milioni di microorganismi che svolgono importanti funzioni. Insieme formano il microbioma, un universo che negli ultimi anni ha affascinato la comunità scientifica. Sono così importanti che diversi gruppi di ricerca hanno pensato di trapiantarli, di trasferire questi batteri da persona a persona.

«Grazie alla ricerca oggi è sempre più facile individuare questi microorganismi, definire le loro funzioni e sequenziarne il genoma», dice il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica di Humanitas e docente all’Università di Milano. «I batteri sono presenti su qualsiasi superficie: oltre a popolare l’intestino vivono nella cavità orale, genitale e cutanea. Ultimamente – aggiunge – sono stati forniti più dati sui microbi cutanei e su quelli circolanti. Quando si è scoperto che questi batteri possono modulare le reazioni del sistema immunitario, ad esempio nell’insorgenza della psoriasi, è stata una vera rivoluzione nel campo dell’immunologia».

(Per approfondire leggi qui: Microbioma umano, quale relazione con il sistema immunitario?)

Ma quanti sono i batteri che vivono dentro di noi?

Circa 10 volte il numero di cellule del corpo umano, si pensa. Un dato però messo recentemente in discussione da una ricerca del Weizmann Institute of Science (Israele) pubblicata su Cell. Lo studio ha rivisto al ribasso il numero di batteri: in un adulto in media ci sono poco meno di 40mila miliardi di cellule batteriche e circa 30mila miliardi di cellule umane, con una proporzione più vicina all’1 a 1.

Il calcolo è stato ponderato alla luce delle diverse misure delle cellule batteriche. Così come quelle umane anche i batteri sono differenti tra loro: ad esempio i microbi dell’intestino crasso hanno un volume 4 volte la misura standard delle cellule batteriche. Da dove arrivano i batteri? Una parte è di derivazione materna: con la nascita, quando il feto attraversa il canale vaginale con il parto naturale, i batteri qui presenti “contaminano” il nascituro.

Microbioma di chi nasce con il cesareo diversi da quelli di chi nasce con parto naturale

Ecco perché, come ha notato un team di scienziati in un articolo pubblicato su Nature Medicine, chi nasce con parto cesareo ha un microbioma diverso da chi nasce con parto naturale. Questo esercito di microbi, dicono gli autori dello studio, può aiutare a educare il sistema immunitario del neonato. Precedenti studi hanno associato il parto cesareo a un aumentato rischio di asma, allergie e obesità. Molte di queste malattie sono state a loro volta correlate al microbioma sebbene il suo ruolo per la salute dei neonati è ancora oggetto di studio.

(Per approfondire leggi qui: Cuore, la prevenzione si fa “bloccando” i batteri dell’intestino?)

Questo piccolo studio pilota suggerisce come i batteri del canale vaginale possano essere “trasferiti” sul corpo di chi nasce con il cesareo per ripristinare il microbioma. In ogni caso il trapianto di batteri è già una realtà: «Si chiama trapianto fecale o batterioterapia fecale e consiste nell’infusione di batteri sani nel microbioma di un’altra persona», spiega il professore. Uno studio pubblicato di recente su Annals of Internal Medicine, ad esempio, ha confermato la potenziale efficacia del trapianto fecale contro l’infezione intestinale da Clostridium difficile.