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Antibiotici: usarli in modo scorretto aumenta la resistenza dei batteri

Chi assume antibiotici troppo spesso e in modo improprio aiuta i batteri a diventare resistenti. Quello della resistenza agli antibiotici è uno dei maggiori problemi di salute a livello mondiale, compresa l’Europa. Gli ultimi dati confermano che nell’Unione europea il numero di pazienti infetti da batteri resistenti è in aumento. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa materia, e promuovere un uso più responsabile degli antibiotici, il Centro europeo per la Prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha organizzato anche per il 2015 la Giornata europea degli Antibiotici che ricorre il 18 novembre.

Nel 2013 il consumo di antibiotici fuori dagli ospedali nell’Unione europea è stato di 22,4 dosi ogni 1000 abitanti, in costante aumento dal 2009. Sopra la media europea l’Italia, dove il consumo di antibiotici ha toccato le 28,6 dosi, in leggero aumento rispetto al 2012 e ogni anno maggiore della media Ue. Il Paese dove se ne consumano di meno è l’Olanda, mentre la Grecia è quello in cui l’uso di antibiotici è più imponente.

In occasione della Giornata europea degli Antibiotici l’Ecdc ritorna sull’allarmante problema della resistenza dei batteri, il cui livello è salito negli ultimi anni. Ad esempio per il batterio Klebsiella pneumoniae, responsabile, tra l’altro, di infezioni del tratto urinario e dell’apparato respiratorio, il livello di resistenza ai principali antibiotici usati per la terapia è salito dal 15% al 21% in tre anni, dal 2010 al 2013. Un trend simile anche per l’E. coli, tra le principali cause di infezioni del sangue.

(Per approfondire leggi qui: Gonorrea, in Inghilterra epidemia con ceppo resistente ad antibiotici)

Ma quando un antibiotico è usato in maniera impropria?

“Quando non serve”, dice semplicemente l’Ecdc. Ad esempio nella maggior parte dei casi di raffreddore e influenza che sono causati da virus, contro i quali gli antibiotici non possono nulla. Oppure quando un antibiotico è usato in modo “non corretto”, non rispettando cioè le indicazioni terapeutiche che solo un medico può dare, e quindi – continua l’Ecdc – accorciandone la durata del trattamento o riducendone la dose, ad esempio.

Perché la resistenza agli antibiotici è un problema?

«Ci sono ormai, in particolare in ospedale, infezioni sostenute da germi multiresistenti ovvero praticamente resistenti a quasi tutti o, in alcuni casi, a tutti gli antibiotici potenzialmente attivi. È chiaro che in questi casi il controllo del processo infettivo diventa molto difficile», risponde la dottoressa Paola Morelli, medico infettivologo dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Farmacoresistenza: i pericoli dei troppi antibiotici)

Perché i batteri diventano resistenti e in che misura un uso improprio di questi farmaci contribuisce ad aumentarne i livelli?

«I batteri diventano resistenti principalmente a causa di due motivi: per acquisizione genomica della resistenza, processo difficile da controllare, o per pressione selettiva legata all’impiego degli antibiotici. L’uso improprio degli antibiotici in alcuni casi è associato a un controllo non ottimale del processo infettivo con il rischio quindi di indurre la selezione di ceppi resistenti».

(Per approfondire leggi qui: Antibiotici e digestione, attenti agli abusi)

In che modo gli antibiotici possono essere usati in modo responsabile?

«Gli antibiotici vanno impiegati solo quando effettivamente necessari. Andrebbero usate possibilmente molecole con spettro antibatterico limitato e mirato all’isolamento microbico. Inoltre andrebbero usati per un periodo limitato».