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Bra Day: una giornata dedicata alla ricostruzione mammaria

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Il Bra Day nasce in Canada nel 2011 su iniziativa del dottor Mitchell Brown, chirurgo plastico, e in un paio di anni si è trasformato in un appuntamento internazionale che coinvolge numerosi Paesi, Italia inclusa. L’iniziativa ha come obiettivo una corretta e completa informazione sulla ricostruzione del seno per offrire alle donne una piena conoscenza sulle metodiche di chirurgia ricostruttiva. Con il contributo della dottoressa Alessandra Veronesi, Aiuto dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Humanitas di cui è responsabile il professor Marco Klinger scopriamo perché questa iniziativa è così importante.

Che cos’è la ricostruzione mammaria?

«La ricostruzione del seno riguarda quelle donne che hanno affrontato o stanno affrontando il tumore alla mammella e che hanno subito una mastectomia o una quadrantectomia; in queste pazienti, attraverso interventi di chirurgia plastica, si ha come obiettivo quello di ricostruire il seno cercando di mantenerne ove possibile una forma e un volume il più simili possibili a quelli pre-intervento. Questo intervento ha uno scopo terapeutico e non va confuso con un intervento di chirurgia estetica: l’iter ricostruttivo viene progettato sulla base delle caratteristiche della mammella della paziente, tenendo conto del tipo di lesione da asportare, della radicalità oncologica e della zona coinvolta. L’approccio e la metodica possono variare dunque da paziente a paziente».

Quali attenzioni avere in ambito ricostruttivo?

«L’intervento di ricostruzione mammaria in passato, è stato a lungo considerato secondario alla demolizione, mentre oggi è parte integrante del percorso terapeutico, anche se spetta sempre alla paziente valutare e scegliere se sottoporvisi o meno: proprio per questo motivo una giornata come il Bra Day è importante perché punta a rendere le donne più consapevoli e informate affinché possano scegliere in maniera serena se ricostruire o meno il seno. L’impatto emotivo della chirurgia demolitiva e ricostruttiva è comunque forte, il seno ha un profondo valore per una donna ed è legato alla femminilità, alla sessualità e alla maternità. È dunque importante che le donne siano informate sulle possibilità chirurgiche a partire dal proprio caso e che trovino degli specialisti disponibili ad aiutarle, consigliarle e supportarle. L’approccio più moderno ha come obiettivo quello di ridurre l’estensione delle cicatrici visibili mediante l’applicazione di tecniche chirurgiche derivate direttamente dalla chirurgia estetica, utilizzate però con finalità ricostruttive (mastectomia con conservazione dell’areola e del capezzolo, mastoplastiche e rimodellamenti periarolari), e l’utilizzo del grasso come coadiuvante nel controllo del dolore, nel miglioramento della qualità della cute e nella resa del risultato finale più naturale».

Un seno ricostruito: che cosa cambia?

«Le domande delle pazienti rispetto alla ricostruzione mammaria sono tante, è importante però che sappiano che questo intervento non restituirà loro lo stesso seno che avevano prima della malattia: le cicatrici saranno visibili, le mammelle  potrebbero non essere simmetriche (in particolare se si interviene solo su una delle due), la sensibilità potrebbe risultare alterata. In ogni caso, la maggior parte delle donne che si sottopongono all’intervento di ricostruzione del seno ottengono molti benefici da questa procedura».

 

La Breast Unit di Humanitas

In Humanitas la presenza di una Breast Unit consente alle pazienti di affrontare l’intero percorso terapeutico nella stessa struttura. La sinergia che si crea tra chirurghi plastici, senologi, oncologi, radiologi, fisiatri, radioterapisti e psicologi è preziosa nell’assicurare alle pazienti un trattamento completo dall’approccio multidisciplinare. La paziente trova negli specialisti che la seguono nelle diverse fasi del suo percorso un punto di riferimento, fondamentale per affrontare in maniera più tranquilla un momento tanto delicato nella vita di una donna.

 

A cura di Valeria Leone